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Visualizzazione dei post da maggio, 2008

Il mito euroasiatico di Alessandro Magno

Il Manifesto, 30 maggio 2008 A Salonicco Il mito euroasiatico di Alessandro Magno Mostre Al museo archeologico, opere dalla Macedonia e dall'Italia Francesco Stella Qualche anno fa in un convegno sulla traduzione letteraria un poeta milanese cominciò il suo intervento esaltando Alessandro Magno come «il più grande dei traduttori». Lì per lì parve una trovata scenica, ma se è vero che la traduzione è strumento primario di conoscenza fra culture diverse allora quella di Alessandro il Macedone fu veramente una grandiosa opera di traduzione: le sue travolgenti conquiste diffusero l'uso del greco in quasi tutto il mondo conosciuto, dal Danubio all'Amu-Darja, ponendo le premesse perché la rielaborazione araba ritrasmettesse poi la cultura greca all'Europa medievale. Questo ruolo di mediatore culturale ha dato alla leggenda di Alessandro un alone esotico che proietta il tipo dell'eroe nella dimensione dello scopritore di mondi nuovi, e ha generato una produzione infinita d

Scoperta un' orma umana che forse ha 15 milioni di anni

Liberazione, 31 Maggio 2008 Scoperta un' orma umana che forse ha 15 milioni di anni Sorpresa: Adamo ed Eva probabilmente erano Indios Non c'è ancora una conferma ufficiale, ma se quello che si è saputo sull'impronta pietrificata in Bolivia fosse vero, si tratterebbe di riscrivere la storia dell'evoluzione umana e della civiltà occidentale. Quel piede andino di un uomo che camminò eretto fra 5 e 15 milioni di anni fa lungo l'altipiano andino in Bolivia sarebbe di gran lunga l'orma più antica del mondo. Di gran lunga più vecchia quella scoperta nel 2007 da archeologi egiziani su una roccia nell'oasi di Siwa e risalente a circa due milioni di anni fa. È una orma chiara di 29,5 centimetri (taglia 39) corrispondente ad un uomo alto circa 1,70 metri e pesante 70 chili. In quel periodo - miocene dell'epoca terziaria - la cordigliera delle Ande era ancora in formazione. Ma un essere umano forse già si aggirava da quelle parti, camminava probabilmente sulla spiag

BIOTERRORISTI CON I MONTONI I MAESTRI FURONO I GENERALI ITTITI

Tst tutto Scienze e tecnologia 14-05-2008 BIOTERRORISTI CON I MONTONI I MAESTRI FURONO I GENERALI ITTITI Usarono il batterio della Tularemia per difendere il proprio impero EUGENIA TOGNOTTI UNIVERSITA'DI SASSARI La prima arma biologica della storia sarebbe stato un batterio, il Francisella arensis: responsabile di una zoonosi, la Tulare è tuttora considerato come una possibile e micidiale arma utilizzabile dai fanatici del bioterrorismo. La suggestiva teoria - corredata di dati e cronologie - ha trovato ospitalità nella prestigiosa rivista «Journal of Medical Hypotheses». La storia della guerra batteriologica avrebbe avuto inizio più di 3 mila anni fa con gli ittiti, abitanti del potente impero che, all'epoca, dall'attuale Turchia stava estendendo il proprio dominio e affrontando una lunga serie di guerre con popoli di varia provenienza. Proprio in uno di questi conflitti avrebbero utilizzato contro i loro nemici pecore e montoni affetti da Tularemia - o febbre dei

TRA I CHIP È SBOCCIATA UN'ANIMA

La stampa, tutto scienze, TST 14 mag. ’08 TRA I CHIP È SBOCCIATA UN'ANIMA LUIGI GRASSIA «Non fate innervosire quel robot, che è tanto sensibile». E magari è anche un po' permaloso, come il computer Hal 9000 di «Odissea nello spazio». Entro questa generazione l’emotività delle macchine farà parte della nostra vita quotidiana. Ci sono due programmi dell'Ue che consorziano le migliori università del continente per un obiettivo a prima vista un po' stravagante: produrre automi capaci di essere compagni interattivi degli esseri umani, in grado di cogliere le sfumature di umore di uomini e donne e di adattarvisi - sperando che non debba succedere il contrario. Uno dei due programmi, avviato nel 2006, si chiama «Feelix Growing» ed esplora l’intelligenza sociale e come questa possa essere creata nei sistemi artificiali. Tl secondo, lanciato e finanziato in questi giorni da Bruxelles, mobilitando 10 università Tra i rischi ci sono (coordinate dalla Queen Mary University di

CATANZARO,SCOPERTA NECROPOLI GRECA IN CANTIERE SEDE REGIONE

CATANZARO,SCOPERTA NECROPOLI GRECA IN CANTIERE SEDE REGIONE Catanzaro, 30 mag. (Apcom) - Una necropoli magno-greca risalente al V secolo A.C., con tombe e reperti, e' stata portata alla luce alla periferia di Catanzaro, nell'area del cantiere per la costruzione della nuova sede della Regione. La scoperta è stata resa nota dal presidente della Regione Agazio Loiero, secondo cui si tratta di "ritrovamenti archeologici di grande importanza posizionati nella zona che va dall'antica Terina a Skilletion". Terina, secondo l'archeologo Paolo Orsi, fu una città posta nell'attuale piana di Sant'Eufemia (Lamezia). Skylletion fu una città greca sulle cui rovine sorse la più nota Scolacium, colonia romana i cui resti si trovano da Roccelletta di Borgia a Catanzaro, nel quartiere Lido.

CATANZARO. Ritrovamento archeologico a Germaneto

CATANZARO. Ritrovamento archeologico a Germaneto 31 maggio 2008, IL giornale di Calabria Nell’area di costruzione della Cittadella regionale è venuto alla luce un insediamento di epoca ellenistica “Il ritrovamento archeologico più importante negli ultimi trenta anni”. Così il presidente della Regione, Agazio Loiero, ha annunciato il ritrovamento di un insediamento di epoca ellenistica nell’area dove si sta realizzando la cittadella regionale, nella zona di Germaneto di Catanzaro. Nel corso dei lavori sono state, finora, scoperte sei tombe con scheletri e diversi oggetti, tra i quali alcune anforette in perfetto stato di conservazione. “Si tratta di un ritrovamento di grande importanza - ha aggiunto il presidente Loiero dopo un sopralluogo nella zona - e sono contentissimo di questa scoperta, ma anche del fatto che i lavori non saranno interrotti, ma subiranno solo un piccolo rallentamento”. Per il 15 settembre prossimo è stata già fissata la data per iniziare la palificazione per reali

Un inedito di Giotto in mostra agli Uffizi

FIRENZE - Un inedito di Giotto in mostra agli Uffizi 31 maggio 2008, LA REPUBBLICA - Firenze La scoperta Proprietà della Fondazione Cini, l´opera è stata attribuita dallo studioso Miklòs Boskovits Un inedito uscito dalla bottega di Giotto tra il 1325 e il 1335 arriva agli Uffizi per la mostra a cura di Angelo Tartuferi L´eredità di Giotto. L´arte a Firenze tra il 1340 e il 1375, simultanea a quella, curata da Daniela Parenti e diretta da Franca Falletti, su Giovanni da Milano all´Accademia (10 giugno-2 novembre; www.firenze2008.it). Di proprietà della Fondazione Cini di Venezia, è una tempera su legno di 42,5 per 32 centimetri, frammento di una tavola che in origine collegava una teoria di apostoli a un Cristo o a una Madonna col Bambino in trono. Firma l´attribuzione uno dei massimi esperti del periodo, il professor Miklòs Boskovits, docente di Storia dell´arte medievale all´Università di Firenze. L´opera, spiega, deve essere stata realizzata nella bottega di Giotto, come confermano s

Sesso incerto Correggio come Botticelli e Leonardo: figure che fondono anima ed eros

Corriere della Sera 29.5.08 Sesso incerto Correggio come Botticelli e Leonardo: figure che fondono anima ed eros Angeli, putti, adolescenti Il fascino ambiguo dell'innocenza Un angelo o un amorino? Un innocente adolescente o un fanciullo compiacente? Difficile distinguere tra purezza e peccato nell'arte del Correggio: la linea di demarcazione non è per nulla netta e, bisogna pur dirlo, quella sua sensualità scoperta, quei soffici corpi che sembrano dipinti con un pennello di piume, certe epidermidi che hanno il colore del miele e la morbidezza della cera fusa, parlano di un erotismo rivolto ai fanciulli e alle fanciulle che oggi giudichiamo malato, ma che era normale nel mondo classico ammirato dal Rinascimento. Non che tutti i pittori rinascimentali avessero inclinazioni pedofile, sia chiaro: la sensualità di Tiziano è sana e felice; quella di Michelangelo robusta e omosessuale. Quella di Correggio, più tenera e languida, potrebbe invece richiamare alla mente quella di un Gust

Eventi fino al 2015: tra gli altri, Tiziano, Cranach e Bernini

Corriere della Sera 29.5.08 Eventi fino al 2015: tra gli altri, Tiziano, Cranach e Bernini Galleria Borghese, la rinascita è un omaggio alle sue star I tesori «di casa» richiamano altri capolavori dall'estero di Lauretta Colonnelli È costruita sul presunto viaggio a Roma di Antonio Allegri (1489-1534), detto il Correggio dal paesino in cui era nato, la mostra che la Galleria Borghese dedica a quello che la storia del-l'arte ha definito il pittore più erotico e al tempo stesso il più lieve, per la sua capacità di dipingere l'indipingibile, ovvero l'aria, i vapori, le nebbie e tutto ciò che è impalpabile e inafferrabile. Un viaggio che secondo gli storici del passato, Vasari per primo, Correggio non fece mai, che «se l'ingegno di Antonio fosse stato a Roma avrebbe fatto miracoli e dato delle fatiche a molti che nel suo tempo furono tenuti grandi». Oggi invece la critica, rintracciando nelle sue opere innumerevoli indizi di «romanità» è quasi unanime nel dare per certo

Ariosto, il «picaro» moderno che anticipò Cervantes

l'Unità 29.5.08 SAGGI Una nuova interpretazione di Giulio Ferroni che fa del poeta un assertore «gioioso» della finzione come antidoto al «tragico» del mondo Ariosto, il «picaro» moderno che anticipò Cervantes di Roberto Gigliucci Quando Astolfo giunge sulla Luna per recuperare il senno di Orlando, incontra Giovanni l’evangelista il quale gli dice cose davvero sconcertanti. Fra cui la più inquietante riguarda i poeti e la poesia. Di poeti autentici ce n’è pochi, e più o meno tutti mentono per necessità e per natura. La storia della poesia è storia di menzogne pazzesche: Enea in realtà non fu affatto pietoso, Achille era un debole, Ettore un pusillanime, Augusto non era benigno, di Nerone non sapremo mai se sia stato effettivamente ingiusto - lecito il dubitarlo - e poi, clamoroso davvero, a Troia non vinsero i Greci di Agamennone bensì i Troiani, Penelope era una meretrice mentre al contrario Didone, tanto biasimata, era la più pudica di tutte. Tuttavia, conclude San Giovanni, non

Le «porte chiuse» dei musei. Pochi servizi per i visitatori. Ignorati i bimbi Mancano anche guardaroba e audioguide

Le «porte chiuse» dei musei. Pochi servizi per i visitatori. Ignorati i bimbi Mancano anche guardaroba e audioguide Annachiara Sacchi 27 MAGGIO 2008, il corriere della Sera Focus Turismo e beni culturali Cliccando su www.villaromanadelcasale.it si trova un numero di cellulare. Risponde Giuseppe Di Vita, il webmaster. Con tono gentile dà informazioni su uno dei siti archeologici più importanti al mondo: come arrivare a Piazza Armerina, se ci sono variazioni sugli orari, se piove. Giuseppe è un volontario, non dipende da nessun ente. Il portale è autogestito: «Lo facciamo perché amiamo la nostra città». Strana gestione del patrimonio culturale. E Piazza Armerina non è un caso isolato: sono tanti i musei italiani che non garantiscono al pubblico un servizio adeguato. Compresi i trenta più importanti del Paese. Arte, archeologia, scienza. L’Italia e le sue raccolte più prestigiose, tra eccellenze e contraddizioni. Da una parte numeri record — 24,5 milioni di ingressi, circa 78 mila al gior

Tarquinia l´etrusca, schiva e superba fra torri medioevali e versi di poeti

Tarquinia l´etrusca, schiva e superba fra torri medioevali e versi di poeti GABRIELLA SICA MERCOLEDÌ, 28 MAGGIO 2008, la repubblica - Roma In giro con i versi e le prose de "Il sole a picco" di Vincenzo Cardarelli, che da giovane qui dovette sentirsi come Leopardi recluso nel borgo selvaggio Al Belvedere si apre una vallata mozzafiato tutta verde con un pianoro fatto di poggi e anfratti immersi nella vegetazione selvatica: è la città sepolta Tarquinia già dal treno appare magnifica e superba, distesa su una larga montagnola schiacciata. «Corneto città di torri da ammirare, cinta da mura doppie», scriveva Petrarca. Una volta si chiamava infatti Corneto, dalla pianta del corniolo, ed era la nuova Tarquinia nata su un pianoro, a poca distanza dalla Tarxna etrusca, polverizzata dal tempo. Dal 1922 ha ripreso il suo antico nome. E´ la Tarquinia medievale, con le sue numerose torri quadrate, con la pietra calcarea così particolare, molle e resistente, fatta di sabbia intrisa di fos

Al Museo, mostra da sballo Presentati ieri a Firenze i tanti capolavori mai visti

FIRENZE. Al Museo, mostra da sballo Presentati ieri a Firenze i tanti capolavori mai visti MERCOLEDÌ, 28 MAGGIO 2008 IL TIRRENO - Presentata, ieri a Firenze, la mostra “La Bella Maniera” in Toscana che, allestita nel museo archeologico e d’arte della Maremma a Grosseto, aprirà i battenti sabato. Promossa dal Comune di Grosseto con il fondamentale sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, l’evento, curato da Gianfranco Luzzetti con Federico Berti e Mauro Papa, è di rara bellezza. Molte le opere inedite e le nuove attribuzioni, tra le quali la stupenda Giuditta e Oloferne riferita al grande maestro senese Domenico Beccafumi e la Madonna col Bambino e San Giovannino del Vasari, un esempio di dipinto destinato a devozione privata per un artista conosciuto più per le colossali imprese e le ambiziose iconografie. Sempre in mostra la potente Giuditta e Oloforne del Foschi, compagno del Pontormo nella bottega di Andrea del Sarto, dove il bellissimo volto femminile richiama quelli del B

Quando i mulini non erano bianchi

LIVORNO. Quando i mulini non erano bianchi ROBERTO RIU MERCOLEDÌ, 28 MAGGIO 2008 - IL TIRRENO - Livorno a vento, ad acqua, a vapore punteggiavano città e colline Fonti energetiche rinnovabili come il vento e l’acqua dei fiumi hanno azionato per secoli macchinari di vario tipo, dal maglio del fabbro ai mulini. Impianti via via soppiantati dalla macchina a vapore e dall’elettricità. Nel solo territorio compreso fra i Monti Livornesi sono stati catalogati addirittura ottanta mulini, di cui venti eolici e sessanta ad acqua, alcuni dei quali risalenti al XVII secolo e funzionanti sino alla fine dell’800. Un quadro d’insieme che scaturisce dal volume “Antichi mulini del territorio livornese” scritto da Mario Taddei e dal professor Roberto Branchetti (Gruppo Archeologico e Paleontologico Livornese) e recentemente pubblicato dal comune nella collana “I Quaderni dell’ambiente”. Volume che è stato al centro di una presentazione svoltasi nei giorni scorsi presso la Fondazione Lem nell’ambito dell

Le grandi mura di Trebula per i piccoli sanniti

CAMPANIA - Le grandi mura di Trebula per i piccoli sanniti 26/05/2008 IL MATTINO Guardando i film di ricostruzioni storiche dell'epoche antiche si vedono gladiatori e combattenti di notevoli stature. E colpiscono le masse muscolari che fasciano quei corpi. E, nelle scene filmiche, più i corpi si riferiscono ai ”barbari”, secondo la concezione romana, più sono erculei. E allora la fantasia si sforza di immaginare come erano, per esempio, i sanniti che costrinsero le milizie romane alla gogna delle forche caudine. Poi d'improvviso dagli scavi archeologici che si stanno compiendo a Pontelatone per riportare alla luce la sannita Trebula, Baliniensis per i romani causa le sue magnifiche terme, emergono le mura ciclopiche di cinta e fra di esse la porta principale di accesso alla città. E ammirandola crolla il mito degli uomini alti, grossi e forzuti. Dal fondo stradale alla volta della porta non intercorrono più di 160 cm. Molte persone della nostra epoca debbono abbassarsi per non

Si scopron le tombe: una mania Prima i Medici, ora filosofi e artisti. La necrofilia è diventata moda

PISA - Si scopron le tombe: una mania Prima i Medici, ora filosofi e artisti. La necrofilia è diventata moda di Milly Mostardini MARTEDÌ, 27 MAGGIO 2008 IL TIRRENO Tra i grandi non sfugge nessuno: ora si cerca il sepolcro di Beatrice FIRENZE. Va di moda una specie di necrofilia storico-medica. Non più solo medici che si sono messi a riesumare i Medici della storica Signoria toscana, perchº da lì si è cominciato. In età moderna a fare sul serio aveva cominciato il medico Gaetano Pieraccini, che fu poi il primo sindaco di Firenze dopo la Liberazione. Nel 1924 aveva pubblicato un ponderoso studio su “La stirpe dei Medici di Cafaggiolo”. Si trattava di una accurata analisi della storia sanitaria della famiglia, sulla base di documenti iconografici e storico letterari. Finita la guerra, nel 1945 si presenta una occasione unica. Le sepolture dei medici sono “accessibili”, dato che monumentali sculture che ne coprivano le più importanti, erano state rimosse per protezione da bombardamenti. Il

Il capro di Bibbona tra i tesori etruschi della Cinquantina

CECINA. Il capro di Bibbona tra i tesori etruschi della Cinquantina MARTEDÌ, 27 MAGGIO 2008 IL TIRRENO Pagina 9 - Cecina Un profilo scattante, il modellato liscio e la bellezza di una scultura a tuttotondo. E’ lo splendido “capro” di Bibbona, la star della neoinaugurata mostra “Doni per i principi doni per gli dei nell’Etruria Antica”, che resterà aperta fino all’autunno al Museo Archeologico di Villa Guerrazzi. Circondato da una serie di bronzetti votivi provenienti dalla stipe di Bibbona, il piccolo capro che formava l’ansa di un cratere, datato tra il 500 e il 480 avanti Cristo, fa bella mostra di sé tra le offerte che i devoti tributavano agli dei, documentando la civiltà del VI secolo sul territorio, o Orientalizzante recente: da lì poco le aristocrazie di cui facevano parte i principi guerrieri lasceranno il posto alla civiltà urbanizzata. Per il VI secolo però le testimonianze di quell’aristocrazia ci sono ancora, e ne è prova la tomba della Poggiarella, ricostruita per iniziati

Sotto la terra sarda i giganti di Atlantide?

l’Unità 27.5.08 Sotto la terra sarda i giganti di Atlantide? di Stefano Miliani ARCHEOLOGIA Nel ’74 i primi ritrovamenti in un campo vicino Cabras (Oristano). Ma solo da poco è iniziato a Roma il restauro: si riassemblano i 5000 pezzi, scolpiti da artisti della civiltà nuragica... o forse no Un giorno del 1974, in un campo vicino a Cabras in provincia di Oristano nella Sardegna nord occidentale, l’aratro del signor Sisinnio Poddi incappò in un busto, una testa, un braccio. Di roccia bianca, biocalcarea. Erano le prime porzioni di statue monumentali, i primi lacerti dei quasi cinquemila frammenti poi venuti alla luce e sparpagliati su una necropoli sepolta: appartenevano a statue alte fino a 2 metri e mezzo con volti, nasi e sopracciglia stilizzati, fronti ampie, occhi a cerchi concentrici, ipnotizzanti. Statue scolpite, forse, da artisti della civiltà nuragica. O da mani orientali? Dai fenici? O da un’altra cultura marinara? Imparentata con chi? Quello degli autori è il principale irri

Festival a Roma. L’opera cinese è vicina

l’Unità 27.5.08 Festival a Roma. L’opera cinese è vicina La Cina ha oltre 25 milioni di pianisti di Luca Del Fra Uno sviluppo culturale enorme ispirato anche da Mao Ne parlano alcuni musicisti La Cina ha oltre 25 milioni di pianisti, crea festival e stili fra tradizione ed Europa Prodotto da Musica per Roma, all'Auditorium fino all'8 giugno, c’è il Festival Cinavicina dove spiccano due titoli di teatro musicale. Per l'inaugurazione è andata in scena Poet Li Bai del compositore Guo Wenjing prodotta dal Teatro dell'Opera di Shanghai. Ha debuttato l'anno scorso negli Stati Uniti per poi trionfare a Beijing e poi a Shanghai: il libretto è in cinese, ma la musica è composta in uno stile contemporaneo occidentale, con interludi invece nello stile dell'opera di Pechino. È dunque da annoverarsi come una delle prime partiture che si distanzia dalla ricca tradizione del teatro musicale cinese. Il maggior dizionario del teatro musicale cinese, pubblicato nel 1995, cataloga

Tutti in coda per i teschi (falsi) di Indiana Jones. I musei le espongono, ma non sono Maya

Tutti in coda per i teschi (falsi) di Indiana Jones. I musei le espongono, ma non sono Maya Luigi Bignami La Repubblica, 24.5.2008 Fan scatenati per le sculture di cristallo. Se Indiana Jones non fosse tornato a farci sognare inseguendo un teschio di cristallo - Indiana Jones e il Regno del teschio di cristallo, uscito ieri nelle sale - probabilmente la leggenda dei tredici teschi sarebbe rimasta questione da appassionati museali o da studiosi del periodo Maya. Ma non si sarebbe trasformata in una vera e propria mania. Di quelle che spingono migliaia di persone a fare la fila nei musei per vederne almeno un esemplare. E quanto sta accadendo in queste settimane in alcuni musei europei dove la gente si accalca. E questo nonostante studi internazionali recenti abbiano certificato che i teschi sono assolutamente e inequivocabilmente falsi. Così chi, fino ad oggi, non li aveva esposti come il Museo dei Qual Branly di Parigi - il curatore aveva seri dubbi circa le origini della scultura - è

Valorizzare la storia dei popoli indigeni. La Regione Calabria finanzierà la mostra “Enotri e Bretti in Magna Graecia”

CALABRIA - Valorizzare la storia dei popoli indigeni. La Regione Calabria finanzierà la mostra “Enotri e Bretti in Magna Graecia” 25 MAGGIO 2008, IL GIORNALE DI CALABRIA CATANZARO. “Enotri e Bretti in Magna Graecia”: la Regione investirà su questo grande evento culturale dedicato alla storia dei popoli indigeni prima e dopo l’arrivo dei Greci in Calabria. Lo ha confermato il presidente della Regione Agazio Loiero a Giovanna De Sensi, docente universitaria di prestigio internazionale e assessore ai Beni Culturali del Comune di Lamezia Terme, che è la responsabile del progetto. La mostra “Enotri e Bretti”, giunta alla sua terza edizione, si snoderà anche quest’anno attraverso vari momenti culturali: eventi espositivi, mostre virtuali, convegni, seminari, percorsi culturali guidati, cataloghi e altro ancora. Per Loiero “l’organizzazione della Mostra si prospetta come l’occasione per valorizzare il territorio calabrese attraverso strategie diversificate e la realizzazione di iniziative che

Salvator Rosa, un talento fuori misura

l’Unità 25.5.08 Salvator Rosa, un talento fuori misura di Renato Barilli TRA MITO E MAGIA A Napoli un’affascinante rassegna dedicata a quest’artista stravagante, che anziché seguire l’impronta caravaggesca del secondo Seicento si divertiva a ritrarsi nelle pose più bizzarre Domenica scorsa elencavo i meriti di Claudio Strinati, soprintendente del polo museale romano, ma non è certo da meno il suo collega Nicola Spinosa, insediato alla testa del polo napoletano, abituato da tempo a servirci mostre puntuali e intriganti negli spazi nobili del Museo di Capodimonte e delle sedi associate. Ora è di turno una affascinante rassegna dedicata a Salvator Rosa (1615-1673), per la cui realizzazione Spinosa è affiancato da molti validi aiuti. Il Rosa fu un talento fuori misura, stravagante, nel senso letterale della parola, a cominciare dal fatto che uscì fuori dal seminato consueto nella pittura partenopea del secondo Seicento, improntata al caravaggismo che il genio lombardo vi aveva impiantato,

L'origine del mondo, storia di un tabù

Corriere della Sera 24.5.08 Scandali Thierry Savatier ricostruisce le vicende del quadro di Courbet. Affascinò Goncourt, sfuggì ai nazisti e finì nello studio dello psicoanalista L'origine del mondo, storia di un tabù Tutti i collezionisti tennero il dipinto dietro un pannello. Lacan si divertiva a guardare le facce degli spettatori di Sergio Luzzatto Non era mai stato facile superare l'esame del gusto di Edmond de Goncourt. E meno che mai dopo il 1870, quando, sia il disastro della guerra franco-prussiana, sia lo strazio per la morte del fratello Jules avevano reso il suo Journal lo sfogatoio di un uomo invecchiato e inacidito. Così, ad esempio, in data 30 giugno 1889. Mentre si celebrava in pompa magna il centenario della Rivoluzione francese, Edmond annotava, feroce: «Se esiste nel collezionismo un certificato di pessimo gusto, è la collezione di piatti della Rivoluzione messa insieme da Champfleury. Credo che nella ceramica di tutti i popoli, dall'inizio dei tempi, null