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Visualizzazione dei post da giugno, 2009

«Giotto ad Assisi non dipinse. Ma lì non me lo fanno dire»

l’Unità 30.6.09 Intervista a Dario Fo: «Giotto ad Assisi non dipinse. Ma lì non me lo fanno dire» Uno spettacolo del premio Nobel sul pittore e sugli affreschi della chiesa «C’era Cavallini e la scuola romana, però il vescovo mi ha censurato» di Stefano Miliani Quel san Francesco che scaccia i diavoli da Arezzo chi l’ha dipinto? Giotto o il romano Cavallini? Nella basilica superiore di Assisi a fine ‘200 chi affrescò le scene del cosiddetto Maestro di Isacco e, sopra ogni altra cosa, quelle storie di San Francesco che per comune opinione hanno dato l’abbrivio alla «moderna» pittura italiana, più realistica e vicina agli uomini? Il pittore toscano o il maestro Pietro Cavallini e la scuola romana? Sull’amletico dilemma gli storici dell’arte si arrovellano dalla fine del ’700. In Italia prevale l’opzione giottesca con robuste eccezioni (del compianto Federico Zeri e di Bruno Zanardi). E ora il «partito» che propende per Cavallini e Roma acquisisce un alleato capace di meravigliose e umani

Hey William, giù la maschera e dicci chi eri veramente

l’Unità 30.6.09 Hey William, giù la maschera e dicci chi eri veramente di Ugo Leonzio Il mistero sull’identità del Bardo, un autore che non sapeva scrivere neppure la sua firma Uno, cento, mille William Shakespeare: è esistito veramente il Bardo? E se no, chi era in grado di scrivere gli immortali drammi che portano il suo nome, come fosse un marchio di fabbrica? Shakespeare era analfabeta. Sì, proprio lui, il «dolce cigno dell’Avon», non era in grado di mettere una firma decente neppure in fondo al suo testamento. Se quest’estate pensate di andare al «Globe» di villa Borghese a Roma, e commuovervi mentre i monologhi di Macbeth, di Prospero o di Lear si aggirano tra i vostri occhi umidi e il palcoscenico, cercate su google il saggio di Robert Detobel Shakespeare’s signatures analyzed. Delle sei firme autografe, considerate l’unica prova autentica della sua scrittura, nessuna è veramente una «firma» ma l’anonima esecuzione di uno scrivano. Quando consegnava i copioni di drammi, commedie

Poggio Rota come Stonehenge

Poggio Rota come Stonehenge MERCOLEDÌ, 17 GIUGNO 2009 IL TIRRENO - Grosseto Il sito può diventare un richiamo per il turismo culturale Si avvicina il solstizio estivo ed il sole “invicto” inizia a scendere sul monolite centrale del sito archeologico di Poggio Rota che, conosciuto dalla Soprintendenza in quanto segnalatole alcuni anni fa dal ricercatore Giovanni Feo, è stato oggetto di studio dal paleoastronomo Enrico Calzolari. Professore, quali le conclusioni dei suoi studi? «Ho partecipato allo studio del sito di Poggio Rota con i ricercatori dell’associazione Arca di Ajaccio. Il mio compito è stato quello di eseguire una mappa il più possibile precisa del sito. Dalla frequentazione del luogo è emersa l’intelligenza degli antichi costruttori, capaci di modellare il tufo per far nascere speciali fasci di luce che, osservati contemporaneamente da più postazioni, offrivano delle certezze calendariali, sia agli equinozi sia ai solstizi. Tutto ciò ha fornito una prova del valore del sito

Partita doppia per Beato Angelico

l’Unità 23.5.09 Partita doppia per Beato Angelico di Renato Barilli A 500 anni dalla morte di Fra’ Giovanni da Fiesole una mostra a Roma con opere che arrivano da lontano 550 anni dalla morte di un personaggio illustre sono una ricorrenza alquanto artificiosa, se oltretutto viene realizzata ancora qualche anno dopo, come è nel caso di Fra’ Giovanni da Fiesole, universalmente noto sotto lo pseudonimo del Beato Angelico (1395-1455), ma il pretesto è opportuno in quanto consente di rifare i conti con una figura d’artista un po’ trascurata dalla critica, e di rendergli omaggio a Roma, tappa ultima del percorso di questo pittore. Il quale fu oppresso dal peso della santità che compariva fin nel soprannome assegnatogli. E dunque, siamo in presenza di un artista più che altro intento a compiti devozionali, a illustrare visioni di angeli, di beati o di reprobi, in luoghi magici alquanto lontani dalla nostra ribalta mondana? In parte è stato così, ma secondo un destino che non appartenne in esc

Una mostra a Trento. La vita ai tempi dell’ Egitto

Corriere della Sera 29.5.09 Una mostra a Trento. La vita ai tempi dell’ Egitto Oggetti, amuleti e sarcofagi: gli antichi giorni sul Nilo in attesa dell’ultimo viaggio di Marcello Parilli Esposte per la prima volta in pubblico due ricche collezioni di reperti Gli ottocento pezzi provengono dai depositi dei musei di Torino e di Trento In fondo al cunicolo di pietra si in­travvede un sarcofago aperto con dentro la sua mummia, i vasi ca­nopi per conservare le viscere del defunto, ciotole e suppellettili e una barchetta di legno con tanto di equipaggio per affrontare il Grande Viaggio. Si tratta di una tomba ripor­tata alla luce dal grande archeologo Ernesto Schiaparelli ad Assiut (do­ve, secondo la tradizione copta, la sacra Famiglia trovò rifugio nella sua fuga in Egitto) durante la cam­pagna egiziana del 1908-1920, che portò alla celebre scoperta della tomba di Kha, l’architetto del farao­ne Amenofi III. Anche se qui siamo 3.000 chilometri più a nord, nelle sale del Castello del Buoncons

La ninfea e l’informe

l’Unità 30.5.09 La ninfea e l’informe Le opere di Monet in mostra a Milano e i suoi lontani concorrenti giapponesi: Hokusai e Hiroshige di Renato Barilli Una mostra al Palazzo Reale di Milano riprende utilmente il tema delle ninfee, cavallo di battaglia negli ultimi decenni della lunga esistenza del padre dell’Impressionismo, Claude Monet (1840-1926). A dire il vero, non si sarebbe sentito un particolare bisogno di frugare nella produzione che il grande artista ricavava dal bacino fatto costruire apposta nella sua tenuta di Giverny, tante altre mostre vi si erano già soffermate, ma a rendere utile questa ennesima tappa sta il confronto espressamente tematizzato con i lontani concorrenti giapponesi, qui evocati nelle persone dei grandi illustratori del Sol Levante Hokusai e Hiroshige, attivi circa un secolo prima di Monet. Si aggiunga che a Roma, Museo del Corso, sarà aperta fino al 13 settembre un’amplissima mostra dedicata al secondo dei due, e dunque ci sono tutti i termini per impos