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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Canto Notturno di un pastore errante dell'Asia

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Le ultime due strofe dell'immenso capolavoro del pessimismo cosmico di Giacomo Leopardi: "O greggia mia che posi, oh te beata Che la miseria tua, credo, non sai! Quanta invidia ti porto! Non sol perché d'affanno Quasi libera vai; Ch'ogni stento, ogni danno, Ogni estremo timor subito scordi; Ma più perché giammai tedio non provi. Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe, Tu se' queta e contenta; E gran parte dell'anno Senza noia consumi in quello stato Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra, E un fastidio m'ingombra la mente, ed uno spron quasi mi punge Sì che, sedendo, più che mai son lunge Da trovar pace o loco. E pur nulla non bramo, E non ho fino a qui cagion di pianto. Quel che tu goda, o quanto, Non so già dir; ma fortunata sei. Ed io godo ancor poco, O greggia mia, né di ciò sol mi lagno. Se tu parlar sapessi, io chiederei: Dimmi: perché giacendo A bell'agio, ozioso, S'appaga ogni animale; Me, s'io giaccio in riposo, il ted

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Dopo le dimissioni di Settis nel 2009 quelle del famoso archeologo: "Bondi è un debole"

Dopo le dimissioni di Settis nel 2009 quelle del famoso archeologo: "Bondi è un debole" SIMONETTA FIORI MARTEDÌ, 15 MARZO 2011 LA REPUBBLICA - Bari Dopo le dimissioni di Settis nel 2009 quelle del famoso archeologo: "Bondi è un debole" ROMA - «Nella politica italiana hanno vinto i nemici della cultura e dei beni culturali tutelati dallo Stato. Non potendo abolire il ministero, hanno deciso di ammazzarlo con uno progressivo svuotamento di uomini e mezzi». Così Andrea Carandini, autorevole archeologo in campo internazionale, abbandona la presidenza del Consiglio superiore dei Beni Culturali. Dimissioni decise a due anni dall´insediamento. Un bilancio drammatico, quello tracciato dallo studioso, che intravede un disegno di annientamento ai danni del ministero dei Beni Culturali. «Ci stiamo allontanando dalla patria, anche quella visibile fatta di paesaggio e arte. Rischiamo di perderla, e non sono passate neppure cinque generazioni dalla fondazione dello Stato». Ma c

Carandini si dimette per protesta: tagli alla cultura inaccettabili

Carandini si dimette per protesta: tagli alla cultura inaccettabili Paolo Conti Corriere della Sera, martedì 15 marzo 2011 Andrea Carandini è duramente esplicito: «Ci stiamo allontanando dalla Patria, anche quella visibile fatta di paesaggio storia e arte. Rischiamo di perderla e non sono passate neppure cinque generazioni dalla fondazione dello Stato italiano». Proprio mentre si celebra il 150 anniversario dell'Unità. Tutta colpa dei tagli così profondi «che hanno leso la possibilità del ministero di agire» Il suo addio alla presidenza del prestigioso Consiglio superiore dei beni culturali (una sorta di «Parlamento» del patrimonio artistico) allarma quell'universo che vede nell'articolo 9 della Costituzione (l'obbligo della tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico) un caposaldo della nostra stessa identità nazionale. Le dimissioni di Carandini arrivano dopo quelle presentate da Bruno Cagli dalla presidenza dell'Accademia di Santa Cecilia, sempre per

Beni cultuali, bufera sui tagli Carandini lascia: ora è troppo

Beni cultuali, bufera sui tagli Carandini lascia: ora è troppo Il Messaggero, martedì 15 marzo 2011 Contro i tagli al Fondo unico dello Spettacolo (Fus) e la possibile paralisi del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, la battaglia continua. Giustamente feroce. Il Mibac subisce la prima defezione illustre: Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, nonché archeologo di fama internazionale, ha dato le dimissioni irrevocabili. «Ho constatato — dice — l'impossibilità del Ministero di svolgere la sua opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale, stante la progressiva e massiccia diminuzione degli stanziamenti di bilancio». «Condividendo le considerazioni del presidente Carandini — è la replica diffusa dal Mibac — si attende che il ministro Bondi compia un atto politico responsabile che garantisca il positivo interessamento del Parlamento e del governo riguardo la drammatica situazione i cui versano i Beni culturali». Carandini era stato no