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Visualizzazione dei post da aprile, 2009

L’arte in viaggio alla ricerca di sé

l’Unità 29.4.09 Oltre Gauguin e oltre il mito L’arte in viaggio alla ricerca di sé di Marco Di Capua Oltre i confini. Al Mar di Ravenna Schifano e Matisse, Kokoschka e Dubuffet: le rotte dell’arte L’antologica. E poi Boetti a Napoli: il mondo come sdoppiamento, metamorfosi e molteplicità Orientalismo e primitivismo, il fiume Me Nam per Chini, la Hammamet di Klee, l’Oceania stilizzata di Matisse, ma anche il «primo dei nomadi», ossia Boetti: due mostre raccontano il connubio tra arte e viaggio. In epoca di spostamenti in massa low cost (con massicce migrazioni di vita bassa, direbbe Arbasino) diventano corroboranti sia l’idea dell’artista Willem De Kooning, secondo cui se allunghi le braccia, beh è quello lo spazio che serve a un pittore, sia una convinzione di Doris Lessing: il miglior modo di viaggiare, anzi l’unico, è farlo dentro. Però ai tempi in cui non proprio tutti partivano e chi vagheggiava favolosi Orienti magari lo faceva sognando sul divano fin-di-secolo del suo salotto tra

La tomba fantasma del Caravaggio

La tomba fantasma del Caravaggio Paola Tana SABATO, 25 APRILE 2009 IL TIRRENO - Grosseto Gli indizi sono del 1956, ma le spoglie potrebbero essere finite altrove MISTERI IRRISOLTI PROPOSTI SCAVI IN CHIESA Una notizia sensazionale o una «bufala» lanciata in buona fede e poi amplificata? La possibile presenza della tomba del Caravaggio sotto la chiesa più antica del paese, quella dedicata al patrono S. Erasmo dove ogni anno alla mezzanotte di Natale arrivano i figuranti del presepe vivente, divide autorità e semplici cittadini. E, se questi ultimi ci sperano per la promozione a livello internazionale che ne deriverebbe, gli amministratori, come l’assessore Claudio Fanteria, non sanno nulla oltre le notizie finora riportate rimbalzate qua e là, e non rilasciano dichiarazioni. Proprio come il parroco, don Adorno Della Monaca, che, visibilmente scettico, dice di volersi dedicare soltanto alla sua missione di pastore di anime ed ai festeggiamenti patronali di inizio giugno che saranno caratt

NEI COLORI ACCESI LA MAGIA DI CARAVAGGIO

NEI COLORI ACCESI LA MAGIA DI CARAVAGGIO P.V. la Repubblica 24/07/2006 ROMA - Rappresenta la caduta sulla via di Damasco di Saulo, ovvero del futuro San Paolo, ed è una delle opere più misteriose di Caravaggio. Ma forse alcuni degli enigmi che circondano questo grande dipinto su tavola - misura 237 centimetri per 189 - stanno per essere svelati. E' infatti cominciato il restauro della Conversione di Saulo e i primi saggi di pulitura hanno mostrato i segni di un percorso che si annuncia carico di sorprese, a cominciare dai colori. In alcune zone è stata tolta la vernice protettiva stesa mezzo secolo fa, ingiallita dal tempo. Spunta una cromia accesa e inattesa: il bianco del manto del cavallo è sorprendente, il viola della veste del Cristo è di un cangiante alla Michelangelo, il mantello di Saulo è rosso infiammato. E l'uso dei chiaro scuri è eccezionalmente raffinato. La Conversione di Saulo è di proprietà della principessa Nicoletta Odescalchi, che finanzia per intero l'in

Dietro le quinte della pittura

Dietro le quinte della pittura ELENA DUSI DOMENICA 6 AGOSTO 2006, LA REPUBBLICA La macchina realizzata dal CNR è stata utilizzata anche dalla National Gallery di Londra. I risultati ora in mostra al Prado di Madrid ROMA — Non sempre la parte più interessante di un Leonardo è quella che si vede. Luca Pezzati e i suoi colleghi dell'Istituto nazionale di ottica applicata (Inoa), quando sono davanti a un dipinto rinascimentale preferiscono concentrarsi su quello che è nascosto. E con le tecnologie che hanno sviluppato in vent'anni di attività possono permetterselo. Il loro apparecchio per la riflettologia infrarossa ha scoperto che sotto la Madonna con bambino e san Giovannino di Giulio Romano c'era un disegno di Raffaello. Con il loro scanner sono stati chiamati dalla National Gallerv di Londra per esaminare la Vergine delle Rocce di Leonardo. E anche lì hanno scoperto che il Da Vinci era partito con l'intenzione di disegnare una scena di adorazione, salvo poi cambiare sog

Il mistero dello sguardo triste della Medusa del Bernini

Il mistero dello sguardo triste della Medusa del Bernini Adele Cambria 06/08/2006; L'Unità, Roma È l'emozione il frutto del primo impatto con la testa della Medusa scolpita da Gianlorenzo Bernini - uno dei tanti tesori custoditi nei Musei Capitolini, ma se qualcuno non te ne racconta la storia, tra mito ed arte, scultura e poesia, magari non ti fermi neppure a guardarla. Infatti: che cosa gli spersi frammenti di una educazione classica Anni Cinquanta ti consentono di associare a quel nome, Medusa? Una testa femminile decapitata (per mano di Perseo) e grondante sangue, una creatura il cui sguardo aveva la «virtù» di pietrificare chi osasse affrontarlo, e perciò gli antichi guerrieri la portavano scolpita sugli scudi, a terrorizzare i nemici. Invece, la Medusa del Bernini - di cui è stato appena intrapreso il restauro - è una giovane donna dai minuti denti infantili, le labbra morbide e dolci, e quegli occhi il cui sguardo doveva pietrificare chiunque sembrano piuttosto gonfiarsi

"Salviamo i monumenti verdi" L´albero centenario ora si adotta

"Salviamo i monumenti verdi" L´albero centenario ora si adotta LAURA BELLOMI VENERDÌ, 24 APRILE 2009 la repubblica - Milano Si comincia a Affori col platano che, si dice, Napoleone piantò per amore Trenta metri di altezza e due di diametro, alla veneranda età di duecento anni il "platano napoleonico" di Affori verrà adottato. A prendersi cura di quella che i residenti del quartiere chiamano semplicemente "la pianta", e che la tradizione vuole essere stata piantata proprio da Napoleone in onore di una sua amante, sarà una cooperativa che per tre anni ne sorveglierà il benessere, dalla chioma alle radici: «La pianta ha un valore storico e culturale altissimo, per questo abbiamo deciso di adottarla - spiega Arnaldo Barni, presidente della cooperativa di arboricoltura Demetra - per prima cosa abbiamo rimosso il cemento che tappezzava i buchi del tronco, poi abbiamo tolto l´asfalto che impediva all´acqua di filtrare nel terreno: con un "galleggiante"

Ariosto al museo del Louvre. Dame e draghi in giro per Parigi

Corriere della Sera 12.4.09 Ariosto al museo del Louvre. Dame e draghi in giro per Parigi di Marina Giaveri «Le donne, i ca­valier, l’arme, gli amori, / le cortesie, l’au­daci imprese io canto...». Ec­coli, volti di dame e tenzoni di cavalieri, castelli e boschi e navi fantastiche a scocca di drago, disegnati con la precisione gotica della scuo­la del Pisanello, con la sovra­na grazia del pieno Rinasci­mento, con la perversa levi­gatezza dei grandi romanti­ci: eccoli nella mostra (una sessantina di opere) dedica­ta dal Louvre a illustrare l’Immaginario dell’Ariosto, l’Ariosto immaginato. Sono, dapprima, corsieri e paladini che popolano quel mondo multilingue ep­pur compatto della tradizio­ne cavalleresca alla quale si abbeverano — con nostal­gia ed ironia — gli scrittori di tutt’Europa; sono poi figu­re tipiche della società cin­quecentesca, quali si muo­vono fra le corti di Roma e Ferrara ai tempi del poeta; sono, infine, gli Orlandi e le Angeliche, i Ruggeri e i Mandricardi le cui av

Raffaello nella bottega del padre

La Repubblica 6.4.09 Raffaello nella bottega del padre Ad Urbino La rassegna sulle sue radici di Antonio Pinelli Giovanni era un artista preparato e trasmise al figlio un´ampiezza di orizzonti culturali Smentito il Vasari secondo cui l´artista si allontanò presto dalla sua città Quaranta capolavori provenienti da raccolte europee e americane URBINO. Con questa importante mostra Raffaello torna nella sua città natale con una quarantina di capolavori, tra dipinti e disegni provenienti dalle più prestigiose raccolte europee e d´oltreoceano. Ma quel che più conta, torna per affermarvi a chiare lettere (e per così dire, documenti alla mano) che Urbino, contrariamente a quanto sostiene una tradizione storiografica dura a morire, lasciò un´impronta indelebile nella sua formazione culturale (Raffaello e Urbino, Palazzo Ducale, a cura di L. Mochi Onori, fino al 12 luglio). Come spesso accade, tutto nasce da Vasari, fonte storiografica fondamentale per i nostri studi, ma talvolta insidiosamente

Voluttà e amor celeste, con lui la sintesi perfetta

Corriere della Sera 4.4.09 Una corte raffinata dove avevano lasciato un’impronta Botticelli, Pollaiolo, Melozzo da Forlì e Piero della Francesca Vasari racconta che morì per un eccesso sessuale Bello, solare, donnaiolo Così il fattore erotico ha influenzato la sua arte Voluttà e amor celeste, con lui la sintesi perfetta di Francesca Bonazzoli Gli unici che non lo sopportavano erano gli altri artisti rivali, in particolare l’invi­dioso Michelangelo. Arrivato a Roma a 25 anni e subito entrato nelle grazie del papa, Raffaello era troppo bello, troppo bravo, troppo subissato dalle richieste dei committenti più ricchi; ave­va un talento naturale, non pro­vava invidia per alcuno e diven­ne subito una star. Vasari dice che in lui risplendevano «tutte le più rare virtù dell’animo, ac­compagnate da tanta grazia, studio, bellezza, modestia e otti­mi costumi... laonde, si può di­re sicuramente che coloro che sono possessori di tante rare doti, quante si videro in Raffael­lo da Urbino, sian non uo

Il grande artista già prima di trionfare a Roma realizzò opere straordinarie che testimoniano la leggenda del suo talento

Corriere della Sera 4.4.09 Il grande artista già prima di trionfare a Roma realizzò opere straordinarie che testimoniano la leggenda del suo talento Raffaello. Gioventù baciata di Francesca Montorfano Il figlio prodigio di Urbino torna a Palazzo Ducale dove si nutrì di Rinascimento Ci sono due nomi indissolu­bilmente legati nella sto­ria dell’arte e della cultura italiana, quelli di Raffaello e della sua città natale, Urbino. È in­fatti qui, in una delle più vivaci e raf­finate corti rinascimentali, quella dei duchi di Montefeltro, che il gio­vane trovò l’ambiente privilegiato per far risplendere il meraviglioso talento di cui la natura lo aveva do­tato e preparare la strada alle futu­re, grandiose imprese romane. Fan­ciullo prodigio fu sicuramente Raf­faello, ma anche figlio d’arte e, so­prattutto, figlio della sua città. A in­fluire per primo sulla sua formazio­ne fu il padre, Giovanni Santi, prota­gonista di rilievo della scena artisti­ca urbinate, pittore a capo di una fiorente bot