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Visualizzazione dei post da maggio, 2009

AGORÀ, e il mondo cambiò per sempre! Alejandro Amenábar, 2009

Il nuovo mondo di Raffaello

l’Unità 9.5.09 Il nuovo mondo di Raffaello Una grande mostra a Urbino rende al maestro la sua eredità culturale di Renato Barilli Una esposizione al Palazzo Ducale di Urbino cerca di dimostrare che la nascita di Raffaello (1483-1520) nella capitale dei Montefeltro non è stato un puro dato biografico esteriore ma ha comportato la trasmissione di una consistente eredità culturale. Il compito è legittimo, se parliamo di un imprinting quasi di natura biologica che Urbino ha potuto esercitare sul genio futuro, permettendogli di assorbire fin dalla prima infanzia le ampie, ariose, ventilate visioni di colli all’orizzonte, o i morbidi impasti atmosferici propri del paesaggio marchigiano. Quanto all’eredità del padre, Giovanni Santi (1439-1494), anche questa è stata senza dubbio rilevante, ma non si possono ignorare i ben 44 anni che separavano le nascite di padre e figlio. Giovanni fu, come ci ricorda il catalogo della mostra, un considerevole artista, e un intellettuale dei suoi tempi, oltre

La rivoluzione luminosa dei maestri fiamminghi

La Repubblica 4.5.09 Alla Gemäldegalerie di Berlino Rogier Van der Weyden e i suoi contemporanei La rivoluzione luminosa dei maestri fiamminghi BERLINO. Tutto comincia negli anni Trenta del ´400, nei Paesi Bassi, dove si sviluppa un nuovo modo, più preciso e realistico, di restituire il mondo in pittura. È l´«ars nova», secondo il dettato di Ervin Panofsky. Ma non appena gli storici dell´arte cercano di stabilire il diverso ruolo e la diversa identità dei pittori che dettero vita a quel movimento, inizia una interminabile disputa che, lungi dall´essersi risolta, resta a tutt´oggi aperta. Perciò è tanto più importante la bellissima mostra della Gemäldegalerie di Berlino (aperta fino al 21 giugno), incentrata sul Maestro di Flémalle e su Rogier Van der Weyden. La Gemäldegalerie dispone, come noto, di una delle più importanti collezioni al mondo dei primi maestri fiamminghi del quindicesimo secolo. In questo caso però è il contributo di quadri provenienti dal resto d´Europa, dalla Russia

Nel ciclo delle Ninfee il sogno della sua vita. La natura diventa arte

Corriere della Sera 30.4.09 Venti quadri del maestro francese e le stampe giapponesi che influenzarono il suo stile Monet. il giardino incantato Nel ciclo delle Ninfee il sogno della sua vita. La natura diventa arte di Francesca Montorfano Pare quasi di vederlo, Monet, davanti a quello spettacolo magico della natura che lui stesso ha creato. È il 1890 quando il pittore acquista la casa di Giverny, rea­lizzando il sogno di una vita: un giardino che fosse «un baccanale» di colori, che di­ventasse la sua opera d’arte en plein air, che si trasformasse esso stesso in un qua­dro, anzi in una serie quasi infinita di di­pinti, di dimensioni sempre più grandi, per i quali dovrà costruire un apposito atelier. Da una parte il tripudio sfolgoran­te di girasoli, nasturzi, rose, iris, gerani, papaveri e dalie del Clos Normand, dall’al­tra il segreto di quello specchio d’acqua che negli ultimi decenni assorbirà gran parte del suo tempo e delle sue energie. Neppure durante i soggiorni in Norve­gia e i