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Visualizzazione dei post da marzo, 2009

Lo strano mito di Federico II un sovrano un po' federalista

Corriere della Sera 31.3.09 Dibattito a Milano sull'imperatore svevo Lo strano mito di Federico II un sovrano un po' federalista di Giulia Ziino Quando lo hanno presentato a Bari un gruppo di guide di Castel del Monte è andato a manifestare contro l'autore, reo di avere messo in dubbio le teorie esoteriche legate all'edificio e al suo principale inquilino, Federico II di Svevia, da sempre pezzo forte delle visite guidate per turisti. Succede anche questo, quando i grandi della storia sopravvivono ai secoli per diventare miti, piegando la propria realtà ad uso di situazioni e conflitti moderni. E del rischio che si corre adattando la storia alle necessità dell'oggi hanno discusso ieri a Milano, nella sala Guicciardini della Provincia, il presidente della Provincia Filippo Penati, il direttore del Corriere della Sera Paolo Mieli, lo scrittore Piero Colaprico, il presidente dell'«Associazione regionale pugliesi» Dino Abbascià e Marco Brando, giornalista e autore de

Apre la collezione Devanna, oltre 200 opere

Apre la collezione Devanna, oltre 200 opere Francesco Paolo Del Re La Gazzetta del Mezzogiorno 26/03/2009 La nascita di un museo è una speranza, apre la prospettiva di una riscrittura della mappa culturale di un territorio e pu essere un nucleo di rifondazione identitaria di un'intera regione. La Puglia non aveva finora una Galleria nazionale. Il corpus di 229 dipinti e 108 disegni di arte moderna e contemporanea donato nel 2004 allo Stato dai collezionisti Girolamo e Rosaria Devanna colma il vuoto di un museo che non c'era: su iniziativa del Ministero per i beni e le attività culturali, della direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici e della Soprintendenza Bsae della Puglia, verrà inaugurato il 18 aprile a Bitonto, una cittadina fiera e illustre a pochi chilometri da Bari, nel cinquecentesco e appena restaurato Palazzo Sylos Cal , assurto a centro propulsivo di un pi ampio polo museale che renda frìjibile il patrimonio storico-artistico locale. Il nuovo museo no

Quando Livorno era Portus Pisanus

Quando Livorno era Portus Pisanus GIOVEDÌ, 26 MARZO 2009 IL TIRRENO - Livorno “Porti antichi e retroterra produttivi”, questo il titolo del Congresso che si svolge da oggi al Museo di Storia Naturale dove saranno esposti per la prima volta i reperti del Portus Pisanus e del sito di Ca’ Lo Spelli. Il congresso si svolgerà oggi e domani per iniziativa della Soprintendenza per i Beni archeologici della Toscana e l’Università di Pisa. Il convegno prende le mosse dall’importante scoperta dello scalo commerciale romano di Portus Pisanus. Portus Pisanus era situato alla periferia settentrionale di Livorno e saranno presentati lavori che coinvolgono anche alcuni insediamenti produttivi ad esso collegati e rinvenuti nel suo retroterra, fra i quali spiccano quelli in località Ca’ Lo Spelli, dove erano presenti almeno quattro fornaci, specializzate nella produzione di anfore vinarie, laterizi e vasellame. Nelle giornate di lavori i relatori, provenienti dall’area del bacino del Mediterraneo, si a

Il mondo antico offre una immagine parziale

Il mondo antico offre una immagine parziale Ugo Cundari 22/03/2009 IL MATTINO «Il mondo antico, per come è studiato oggi, offre una immagine parziale della sua immensa ricchezza e della sua incomparabile profondità. Gli antichi greci e romani, infatti, non ci hanno lasciato in eredità solo testi di filosofia o di letteratura, ma anche trattati scientifici e tecnici, che spaziano dalla matematica alla medicina, dalla geografia all'edilizia: è questo il significato - nelle parole della professoressa Amneris Roselli, preside della facoltà di Lettere e filosofia dell’Università «l’Orientale» di Napoli dove insegna Filologia classica - del convegno internazionale su «L’insegnamento delle technai nelle culture antiche». Dove il termine technai sta a indicare, appunto, quell’insieme di conoscenze tecniche e scientifiche del mondo antico, il cui studio rimane ancora oggi circoscritto a un numero troppo limitato di specialisti. Il convegno si terrà presso il Museo Archeologico Virtuale di E

Quando la madonna assomiglia alla regina di Saba

La Repubblica 23.3.09 Quando la madonna assomiglia alla regina di Saba L´esposizione "Nigra sum sed formosa" a Ca´ Foscari di Paolo Rumiz A Venezia l´arte di quel mondo cristiano isolato per secoli e ricco di tradizioni altrove scomparse Una varietà infinita di croci, che si impugnano come ostensori o spade Sono immagini antichissime che sposano Bisanzio e negritudine VENEZIA. Madonne sensuali come regine di Saba, vestite in fascinose tuniche fucsia e blu oltremare. Pupille dilatate di santi che sbucano dalla penombra, icone che non svelano Dio ma favole vecchie di secoli, formule magiche contro demoni e malattie. E ancora croci come talismani, alberi della vita che gemmano all´infinito, si arrampicano nello spazio in direzioni ortogonali fino a diventare misura del mondo. E poi mappamondi veneziani che, già prima della scoperta dell´America, disegnano l´Africa fino alle misteriose sorgenti del Nilo e ai monasteri della prima nazione cristiana della storia. E che dire del via

Con il piano-casa a rischio anche gli edifici storici

Con il piano-casa a rischio anche gli edifici storici SALVATORE SETTIS SABATO, 21 MARZO 2009 LA REPUBBLICA La polemica Il "decreto del cemento" prevede il silenzio-assenso delle sovrintendenze Palazzo Chigi ha diffuso, inviandola ufficialmente a Regioni ed enti locali, un´irresponsabile bozza di decreto legge su sedicenti "Misure urgenti per il rilancio dell´economia attraverso la ripresa delle attività imprenditoriali edili". Nulla ha dunque insegnato al nostro governo la "bolla edilizia" (housing bubble) che ha duramente colpito l´economia americana l´anno scorso. Secondo l´analisi di George Soros nel suo ultimo libro (The New Paradigm for Financial Markets: The Credit Crisis of 2008 and What It Means), le aspettative artificialmente create da un mercato immobiliare gonfiato ad arte hanno prodotto, fra 2001 e 2005, una crescita incontrollata degli investimenti immobiliari, e dunque dei relativi meccanismi di finanziamento (a cominciare dai mutui), sul pr

"Mi oppongo al piano-casa, è uno scempio". L'altolà di Carandini

La Repubblica 19.3.09 Intervento a sorpresa del presidente del consiglio dei beni culturali "Mi oppongo al piano-casa, è uno scempio". L'altolà di Carandini di Carlo Alberto Bucci Dal successore di Settis un "no" all´impoverimento del paesaggio "Un intervento che rischia di far nascere nuove rughe sul volto già usurato dell´Italia" Contrarietà davanti all´idea di "prestare" i Bronzi di Riace al G8 in Sardegna Accordo invece per Bertolaso Commissario dell´area romana «Il piano-casa è un allarme per il Paese». Andrea Carandini veste i panni dell´urbanista e boccia il progetto del governo Berlusconi. Seduto in pizzo alla poltrona alla quale ammette «di non essere affatto legato», tanto da «non vedere l´ora di tornare ai miei studi», il vecchio archeologo, neo presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, ieri ha fatto un discorso di insediamento che lo mette immediatamente in bilico sullo scranno che Salvatore Settis ha lasciato in pole

Luxor Trovata una camera funeraria decorata di 3.500 anni fa

Corriere della Sera 18.3.09 Luxor Trovata una camera funeraria decorata di 3.500 anni fa La «Cappella Sistina» dell'Antico Egitto MADRID — È la Cappella Sistina dell'antico Egitto. Così la stampa spagnola ha definito la nuova scoperta effettuata a Luxor (un tempo Tebe) dall'archeologo iberico Josè Manuel Galan. Il team di ricercatori ha messo in luce una camera funeraria con scritture geroglifiche risalenti a circa 3.500 fa anni e costruita in memoria di Djehuty, un nobile egiziano alto dignitario della regina Hatshepsut. I lavori di scavo sono durati otto anni nella località di Dra Abu el-Naga. Galan ha scoperto vari reperti di grande valore, ma la vera sorpresa è arrivata quest'anno, quando l'équipe ha individuato un pozzo che conduceva a una sala mortuaria affrescata con geroglifici scritti in corsivo. «Al di là dell'indubbio valore estetico, il fatto ancora più importante è che in quell'epoca, all'inizio del XVIII secolo avanti Cristo, non si decorav

se Marte e Venere entrano a Palazzo Chigi

se Marte e Venere entrano a Palazzo Chigi MARIO TORELLI LA REPUBBLICA - 18 MARZO 2009 - ROMA Qualche settimana fa, nel raccontare della decisione del Cavaliere di prendere delle sculture antiche dai depositi del Museo Nazionale Romano per decorare alcune sale di Palazzo Chigi, ritenute troppo spoglie per gli splendori del nouveau régime, ricordavo che con i miei studenti mi sono servito di questa vicenda per illustrare aspetti ideologici e storici di un precedente famoso di due millenni or sono, quello costituito dal continuo uso da parte di grandi generali e imperatori romani, che solevano ordinare il saccheggio di santuari e di piazze pubbliche del mondo greco per decorare ville e palazzi dell´Urbe. Sappiamo da una lettera famosa di Cicerone che le povere statue greche, requisite con metodi spicciativi sovente ricostruiti in dettaglio dagli archeologi, venivano ricollocate nelle nuove sedi con colossali effetti kitsch, propri di tanta parte della cultura dei conquistatori del mondo:

Le dame, i cavalieri e il piacere proibito

La Repubblica 15.3.09 Le dame, i cavalieri e il piacere proibito L’amore carnale nel Medioevo di Franco Cardini Nella storiografia divulgativa, quella scritta da "storici" amateurs, ricorre un buffo fenomeno che gli studiosi di professione ben conoscono: la frequente retrodatazione di usi e di tradizioni che appartengono al passato più o meno prossimo e che vengono presentati - e in genere entrano nell´immaginario collettivo - come ben più antichi di quanto non siano. Concorre, a configurare questo bizzarro effetto deformante, una sorta di superstizione progressista: s´immagina la storia come una sequenza di eventi, istituzioni e strutture in costante evoluzione positiva, in progresso; ed è quindi ovvio, se ne deduce, che l´oggi sia migliore dello ieri e che il domani sarà ancora migliore dell´oggi. In questi ultimi anni, per la verità, tale beata illusione è stata messa a dura prova, e forse nessuno l´adotterebbe per le cose contemporanee. Ma sopravvive per il passato: difat

«Quel genio della fisica che faceva l'oroscopo»

Corriere della Sera 12.3.09 Il biografo William Shea, professore all'università di Padova «Quel genio della fisica che faceva l'oroscopo» di Giovanni Caprara «Li diciotto anni migliori di tutta la mia età». Era soddisfatto Galileo Galilei del suo soggiorno a Padova. Arrivato da Pisa nel 1592, insegnava matematica all'Università da un pulpito di legno che ancora oggi si può osservare all'ingresso dell'aula magna al Palazzo del Bo. «Però i suoi studenti erano perlopiù di medicina — racconta William R. Shea, sulla cattedra galileiana di storia della scienza all'ateneo patavino —. E non tutto comunque gli piaceva. Allora c'erano due facoltà: la più importante, giurisprudenza, aveva 28 professori e accanto esisteva quella delle arti con 19 professori. Quando, all'inizio dell'anno accademico, entravano in fila in cattedrale secondo l'ordine d'importanza, Galileo era il penultimo, seguito dalla retorica. La matematica, allora, non contava molto e il

Galileo. Il cielo in una lente

Corriere della Sera 12.3.09 Quattrocento anni fa inventò il cannocchiale. Da domani al 30 agosto un viaggio nell'affascinante rapporto tra uomo e cosmo Galileo. Il cielo in una lente Dai papiri egizi all'Atlante Farnese: la matematica incontra l'arte di Wanda Lattes La mostra «Galileo. Immagini dell'universo dall'antichità al telescopio» è promossa dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dalla Fondazione Strozzi. Curatore, Paolo Galluzzi, direttore del museo di Storia della scienza di Firenze. Info: www.palazzostrozzi.org, 055/2645155. Catalogo: «Giunti», 444 pagine, 38 euro La musica All'interno della mostra sarà presentata la prima esecuzione del canone angelico a 36 voci del frontespizio della Musurgia Universalis di A. Kircher. Il canto celeste è il sonoro del filmato «L'armonia delle sfere»: partitura di M. Ignelzi, eseguito dal coro Vincenzo Galilei della Normale di Pisa (direttore F. Rizzi) L'altra mostra «Il futuro di Galileo» , in corso a

Una mostra riscatta il pittore che stregò i potenti europei

Una mostra riscatta il pittore che stregò i potenti europei MARA AMOREVOLI MARTEDÌ, 10 MARZO 2009 LA REPUBBLICA - Firenze Povero e pieno di talento. Tanto da diventare "pittore imperiale", celebrato come il "David di Firenze". Una carriera folgorante per Pietro Benvenuti (1769-1844), figlio di un ciabattino della periferia di Arezzo, avviato agli studi all´Accademia di Belle Arti grazie al sussidio della Fraternita dei laici, e talmente bravo da essere poi mandato a Roma, consacrato da fama illimitata, grazie anche al buon carattere e l´attenzione ai denari, che lo vide incline a servire ogni committente con profusione di opere, dai Lorena, a sovrani della famiglia di Napoleone, fino ai Granduchi e ai ricchi committenti nobili. Eppure dimenticato, perché ritenuto troppo accademico, votato all´estetica neoclassica e al gigantismo delle composizioni mitologiche, e ora riscoperto grazie alla mostra che si inaugura oggi a Palazzo Pitti, alla Galleria Palatina e Moderna,

Giotto. Il linguaggio e i gesti del moderno

La Repubblica 9.3.09 Giotto. Il linguaggio e i gesti del moderno di Antonio Pinelli Esposti a Roma molti suoi capolavori (ma alcuni di dubbia attribuzione) oltre a opere di Cimabue, Cavallini, Martini, dei Lorenzetti e di Arnolfo. Dalla rassegna emerge il profilo rivoluzionario di una cultura figurativa Disegna spazi abitabili dentro i quali fa muovere figure dalla corposa fisicità L´esperienza dell´antico gli fa superare le convenzioni bizantine In una "Canzone" polemizza con l´ideale francescano della povertà ROMA. Giotto, non-Giotto è il titolo di un saggio, pubblicato nel 1939 sul Burlington Magazine, con cui l´autorevole storico dell´arte Richard Offner si schierò tra coloro che negano la paternità giottesca del celeberrimo ciclo con le Storie di San Francesco, affrescato sulle pareti della basilica superiore di Assisi. Per la folgorante efficacia con cui sintetizza una disputa che ha fatto versare fiumi d´inchiostro - e chissà quanto ancora ne sarà versato, giacché tutt

La guerra di Monterchi per la Madonna del Parto

il Riformista 7.3.09 La guerra di Monterchi per la Madonna del Parto di Maria Zipoli Piero della Francesca. Curia e Comune, guelfi e ghibellini, da anni si contendono l'opera. Il nuovo sindaco di centrodestra media. E Bondi riceve una lettera da un vecchio amico comunista. La "Madonna del Parto" di Piero della Francesca, conservata a Monterchi. Monterchi. L'annosa guerra tra Curia e Comune di Monterchi per la proprietà e la collocazione del celebre affresco della Madonna del parto di Piero della Francesca dovrebbe concludersi lunedì prossimo. Con un armistizio. La giunta di centrodestra di Monterchi, guidata dal sindaco Massimo Boncompagni, Udc, presenterà infatti in consiglio comunale l'atto di transazione della contesa giudiziaria tra la diocesi di Arezzo e il piccolo comune della Val Tiberina. L'accordo prevede una sorta di compromesso: il dipinto verrà collocato in una chiesetta di un ex monastero - come vuole la Curia - perché possa tornare ad essere preg

Giotto. Il mito e l'anima

Corriere della Sera 6.3.09 L'esposizione La prima sul pittore a settantadue anni da quella allestita agli Uffizi Giotto. Il mito e l'anima Venti i capolavori del maestro in mezzo a sculture, codici e tavole trecentesche Roma celebra il rivoluzionario dell'arte che con Dante fondò l'identità nazionale di Lauretta Colonnelli Fu il protagonista della rivoluzione della pittura attorno all'anno 1300. Dopo di lui gli artisti hanno preso a guardare il mondo in modo moderno, imparando a narrare con le immagini, a introdurre nella pittura una dimensione affettiva, a rappresentare lo spazio in maniera tridimensionale, a riscoprire l'amore per la natura. L'originalità della mostra «Giotto e il Trecento», che si apre da oggi nel Complesso del Vittoriano a Roma, consiste proprio in questo: nel voler documentare con strumenti critici contemporanei e nella sua interezza il percorso figurativo del «più Sovrano Maestro stato in dipintura», delineando al tempo stesso le carat

Twombly : l'americano ispirato dall'Italia

Twombly : l'americano ispirato dall'Italia LUNEDÌ, 02 MARZO 2009 la repubblica Alla Gnam di Roma la retrospettiva che celebra uno degli artisti della generazione di Robert Rauschenberg tra i più contesi dai collezionisti Arrivato nella capitale, si radica subito, entrando nel fervido circuito delle gallerie Oggi dice: "Non sono un puro, non sono del tutto un astrattista", ricordando Rothko «Twombly non espone da tempo, e questo non fa che appesantire il suo fiasco. Su queste tele ci sono un paio di girandole di vernice rossa mista a un po´ di giallo e di bianco, piazzate in alto su una superficie in un tono di grigio medio. Ci sono alcune sgocciolature e macchie e un´occasionale linea di matita. Non c´è niente da vedere in questi dipinti». Così una recensione apparsa sulla rivista Arts Magazine dava conto, nel maggio del 1964, della personale allestita da Cy Twombly a New York, ove l´artista tornava dopo quattro anni di silenzio, esponendo il ciclo di dipinti intitola

Martigny, Rodin erotico

La Repubblica 2.3.09 Martigny, Rodin erotico Fondation Pierre Gianadda. Dal 6 marzo «A volte il corpo umano curvo all'indietro è come una molla, come un bell'arco sul quale Eros carica le sue frecce invisibili», afferma il maestro. Una mostra, curata da Dominique Viéville, direttore del Musée Rodin di Parigi, prende ora in esame l'interesse del maestro per il nudo femminile, attraverso una trentina di sculture e novanta disegni, dai primi fogli acquerellati degli anni Novanta fino alle grandi matite degli anni Dieci. L'esposizione che ruota idealmente attorno a un gruppo di opere celebri, come Il bacio , Giochi di ninfe , Il torso di Adele e Iris messaggera degli dei , invita a considerare gli slittamenti progressivi dell'ispirazione che dallo studio del nudo portano alla sensualità e in alcuni casi perfino all'oscenità. Dalla fine degli anni '80 Rodin esegue infatti in modo ossessivo disegni erotici, lavorando in presa diretta, per cogliere i movimenti, gli

Parigi, Le porte del cielo. Visioni del mondo nell'Egitto antico

La Repubblica 2.3.09 Parigi, Le porte del cielo. Visioni del mondo nell'Egitto antico Musée du Louvre. Dal 6 marzo Nella lingua degli antichi egiziani le «porte del cielo» erano i battenti del tabernacolo che abitava la statua di una divinità. Simbolizzando il punto di passaggio verso l'altro mondo, questo modo di dire si applicava anche ad altri elementi di quella lontana cultura. Una vasta rassegna, curata da Marc Etienne, propone oggi un viaggio d'eccezione attraverso questo universo, di cui le «porte del cielo» segnano l'accesso, essendo il cielo nello stesso tempo spazio sensibile visto dalla terra e dimensione riguardante il divino. Costituito da circa trecentocinquanta pezzi di grande interesse, come la straordinaria Stele della dama Tapéret risalente al terzo periodo intermedio, XXII dinastia, databile tra il X-IX secolo a.C., non a caso scelta come immagine della mostra, il percorso espositivo copre un periodo di tre millenni, a partire dall'Antico Impero e

Cammei, gioie da accarezzare Passione di Re e Regine, capolavori degli incisori romani

Cammei, gioie da accarezzare Passione di Re e Regine, capolavori degli incisori romani Corriere della Sera - ROMA - 2009-03-01 Piazza di Spagna - Una grande esposizione nella nuova galleria di Alessandra Di Castro Tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento c'erano a Roma almeno un centinaio di incisori di gemme. Avevano le botteghe nel quadrilatero che si estendeva tra piazza di Spagna, piazza del Popolo, il Ghetto e Piazza Navona. Lavoravano molto per la nobiltà locale e moltissimo per i più raffinati viaggiatori del Grand Tour, che nei cammei e nei più minuti mosaici realizzati dagli artisti romani trovavano il gusto dell'antico unito al valore artistico della modernità neoclassica. Giuseppe Tambroni, che nel 1814 scrisse un «Cenno intorno allo stato attuale delle Belle Arti in Roma», racconta che «è cresciuta una folla di artefici in questo genere, perché, trovando i prodotti di quest'arte spaccio presso gli altri popoli, si è moltiplicata l'occasione di