Si scopron le tombe: una mania Prima i Medici, ora filosofi e artisti. La necrofilia è diventata moda

PISA - Si scopron le tombe: una mania Prima i Medici, ora filosofi e artisti. La necrofilia è diventata moda
di Milly Mostardini
MARTEDÌ, 27 MAGGIO 2008 IL TIRRENO

Tra i grandi non sfugge nessuno: ora si cerca il sepolcro di Beatrice

FIRENZE. Va di moda una specie di necrofilia storico-medica. Non più solo medici che si sono messi a riesumare i Medici della storica Signoria toscana, perchº da lì si è cominciato. In età moderna a fare sul serio aveva cominciato il medico Gaetano Pieraccini, che fu poi il primo sindaco di Firenze dopo la Liberazione. Nel 1924 aveva pubblicato un ponderoso studio su “La stirpe dei Medici di Cafaggiolo”. Si trattava di una accurata analisi della storia sanitaria della famiglia, sulla base di documenti iconografici e storico letterari. Finita la guerra, nel 1945 si presenta una occasione unica.
Le sepolture dei medici sono “accessibili”, dato che monumentali sculture che ne coprivano le più importanti, erano state rimosse per protezione da bombardamenti. Il gruppo di ricercatori, non solo medici, scoprono le tombe delle Cappelle medicee, sepolcreto della famiglia annesso alla basilica. C’è l’intento di costituire una cranioteca a scopo di studio (Lombroso ancora in mezzo). I resti, già traslati dai Medici per esigenze familiari e poi dai Lorena, a seguito di furti e manomissioni da rimediare, sono di nuovo in movimento, dalle tombe a musei e istituti scientifici. Passano gli anni e qualcosa si è perso in viaggio, ossa o arredi. La cranioteca non fu fatta e ci volle una decina d’anni prima che i sepolcri venissero riaperti e i resti restituiti ai loro loculi. Nel 2004 partiva il “Progetto Medici”, con medici, archeologi, storici, paleopatologi, delle Università di Pisa, Gino Fornaciari, e di Firenze, Donatella Lippi e Natale Villari. Là sotto la cupola delle Cappelle e i piedi di migliaia di turisti, c’è una gran confusione, e anche l’Arno nel 1966 aveva fatto il suo danno: loculi non identificati, resti senza nome, epigrafi incomprensibili, misteri mortuari a non finire.
Tra un gran viavai di giornalisti e cameramen italiani e stranieri, e dovizia di foto non piacevoli, si è messo mano a molto lavoro. Si è allestito all’istante qualche mostra, non di ossa, di quel che rimane dopo 5 secoli delle vesti di Eleonora di Toledo e del bambinetto Garcìa. Costo dell’operazione: 60mila euro del Ministero dell’università e ricerca, 20mila dollari di Discovery Channel. Cala il silenzio sui risultati (è finito?), del “Progetto”.
Oggi si parla di un altro progetto: si vorrebbero riaprire i “tombini”, che sono sotto l’altare di marmo della Sagrestìa vecchia, opera di Donatello, dove sono mischiati maschi e femmine, che si pensa di separare, dove i discendenti famosi veneravano le sepolture sotterranee di Giovanni di Bicci e sua moglie Piccarda Boeri. E’ in corsa anche un altro team, sembra, questo pisano, che ha preso in mano quel che resta del filosofo e del poeta più famosi alla corte di Lorenzo dè Medici: Pico della Mirandola e Agnolo Poliziano, morti entrambi nel 1494, sepolti nella basilica di San Marco. Si potrebbe scoprire dai resti, se Pico è morto di veleno o per altre cause. Del Poliziano si è ricostruito al computer il volto, partendo dal teschio, grazie alle stesse tecnologie usate dal Ris di Reggio Emilia per le indagini criminali: ce l’hanno fatto vedere in tv, a colori.
Non è tutto: qualche esperto propone la ricerca della tomba di Leonardo, presso il castello di Amboise, dove il genio morì nel 1519, ospite del re di Francia. L’ultima notizia dal fronte funerario-storico: dov’è la tomba di Beatrice figlia di Folco Portinari, moglie di Simone de Bardi, per Dante la donna angelicata? E’ sepolta dal 1290, a detta di Dante, insieme a Simone nel chiostro sud di Santa Croce? Interessa qualcuno?

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