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Visualizzazione dei post da gennaio, 2008

"La psicoanalisi addormenta le coscienze. Sprofondati nell'inconscio, ci dimentichiamo del mondo"

Corriere della sera, martedi, 18 maggio 1993 James Hillman, epigono i Jung, accusa: " la psicoanalisi addormenta le coscienze. sprofondati nell' inconscio, ci dimentichiamo del mondo " ma e tutta colpa dello strizzacervelli Chiaberge Riccardo PSICHE e SOCIETÀ James Hillman, epigono di Jung, accusa: "La psicoanalisi addormenta le coscienze. Sprofondati nell'inconscio, ci dimentichiamo del mondo" Ma è tutta colpa dello strizzacervelli "Con la sua ossessione di adattare l'uomo al sistema, la terapia è diventata la fabbrica dei mediocri. Coccolati sul lettino di Freud gli occidentali abdicano al ruolo di cittadini, elaborano lutti e non vanno a votare" Non bastavano l'effetto serra, il buco nell'ozono, Chernobyl, le maree nere e la distruzione dell'Amazzonia. Un'altra forma di inquinamento, più subdola ma non meno insidiosa, serpeggia nel mondo sviluppato: la psicoanalisi. La disciplina ideata da Sigmund Freud quasi un secolo fa per

Grand Tour nella "Roma picta". Dai mosaici a Raffaello, a Scipione: la città vista dagli artisti

Grand Tour nella "Roma picta". Dai mosaici a Raffaello, a Scipione: la città vista dagli artisti LUDOVICO PRATESI 30 GENNAIO 2008, LA REPUBBLICA, ROMA Dalla veduta del quarto secolo in Santa Pudenziana alla prima San Pietro nell´Incendio di Borgo fino agli scorci di Roesler Franz "Soltanto a Roma ho sentito cos´è realmente un uomo" scrive Goethe nel 1786. Roma, una meta imprescindibile nell´età dell´illuminismo e del Grand Tour. Un mito creato prima di tutto dagli artisti che l´hanno raffigurata attraverso mosaici, dipinti, disegni e incisioni. Il nostro itinerario alla scoperta della Roma picta - in vista dell´uscita domani in edicola del libro di Repubblica I colori di Roma - comincia dalla chiesa di Santa Pudenziana: al centro del mosaico absidale (IV secolo d. C.) compare il profilo di una città di templi e palazzi, certamente ispirato all´aspetto che doveva avere allora la capitale dell´impero cristiano. Da quell´immagine arcaica e solenne, passiamo ai palazzi

Perché possiamo dirci zapateriani

Perché possiamo dirci zapateriani L'Unità del 30 gennaio 2008, pag. 11 di Umberto De Giovannangeli Tempi elettorali. In Italia come in Spagna. Tempi di verifica sulle rispettive esperienze. Di governo, e non solo. Tempi di convergenze e di nuove affi­nità, come quella che lega l'idea di Partito demo­cratico tratteggiata da Walter Veltroni e il «socialismo gentile» propugnato da Josè Luis Zapatero. Zapatero fa discutere. Per le posizioni assunte in ma­teria di diritti civili nel campo della sessualità, per il rapporto rispettoso ma laicamente forte stabili­to con la Chiesa cattolica del suo Paese. Un leader che nasce all'interno dell'apparato di partito ma che non ne resta imprigionato. Un socialista che guarda oltre i confini tradizionali del socialismo europeo, ponendo al centro della sua azione di go­verno la questione dei diritti, delle libertà della persona. Conquistando su questo terreno anche i suoi avversali. Lo dimostra la presa di posizione del leader dello sch

L’India britannica sconfitta da un uomo

La Repubblica 29.1.08 L’India britannica sconfitta da un uomo di John Lloyd Disobbedienza.Gandhi fu uno stratega raffinato che trovò la maniera di combattere l´impero Si dice che quando nel 1930 il Mahatma Gandhi visitò l´India, già da leader del movimento nazionalista indiano contro la Gran Bretagna, gli fu chiesto che cosa ne pensasse della civiltà occidentale ed egli rispose: «Sarebbe una buona idea». Si tratta di una battuta di spirito che rifletteva l´amarezza sarcastica di chi, avendo già trascorso due anni di prigione, aveva assaggiato il lato sgradevole dell´imperialismo britannico. Era tuttavia impropria nel suo sottintendere che la Gran Bretagna non aveva portato alcuna influenza civilizzatrice e nessuna istituzione in India - ivi incluse la democrazia parlamentare e la legalità. Ma per un verso la frase di Gandhi era sicuramente legittima: faceva chiaramente intendere ai britannici e al mondo occidentale che i loro principi liberali e democratici non erano stati esportati ne

I modi del gandhismo di dire no alla guerra

La Repubblica 29.1.08 I modi del gandhismo di dire no alla guerra di Guido Rampoldi Winston Churchill disse: «È nauseante vedere un avvocato sedizioso salire a gran passi e mezzo nudo la scalinata del palazzo per conferire alla pari con il rappresentate del Re» Il clamoroso trionfo del Mahatma rovesciò l´immagine sommaria che voleva il pacifismo pauroso, fiacco e perdente, Occorreva un coraggio sovrumano per sfidare i fucili di un impero Una tradizione pacifista che in Italia soprattutto si è intrecciata con il cristianesimo Quando la nonviolenza gandhiana mandò al tappeto l´impero britannico, a quel tempo già terminale ma ancora poderoso, il pacifismo non godeva di buona fama. E tutto sommato con ragione. Pesava il ricordo di Monaco. Al grido di "Pace, pace!" nel settembre del 1938 folle entusiastiche avevano accolto il britannico Chamberlain e il francese Daladier, che a Monaco avevano sì evitato la guerra, ma al prezzo di consegnare a Hitler la Cecoslovacchia. A Parigi Dal

Sessant'anni fa moriva per mano di un fanatico il Mahatma

La Repubblica 29.1.08 La lezione che l’Occidente ignora Sessant'anni fa moriva per mano di un fanatico il Mahatma di Federico Rampini Aveva 78 anni e pesava 49 chili quando un fondamentalista gli sparò tre colpi Che cosa resta dell´artefice della nonviolenza in un mondo che ama pochissimo la pace «Il venerdì 30 gennaio 1948 - racconta Rajmohan Gandhi - cominciò come tutti gli altri giorni per mio nonno. Si svegliò alle tre e mezzo del mattino, recitò la sua preghiera preferita: Perdonami, o Dio misericordioso, per tutti i miei peccati. Non chiedo il paradiso né la mia liberazione ma la fine del dolore per tutti coloro che soffrono...». A 78 anni, stremato dai ripetuti digiuni di protesta, Gandhi era ormai ridotto a uno scheletro: pesava 49 chili. «Quel pomeriggio alle cinque uscì per andare al terreno di preghiera. Camminava appoggiandosi alle nipotine Abha e Manu, in mezzo a due ali di folla. Un giovanotto, Nathuram Godse, arrivò di corsa, diede uno spintone a Manu, si piazzò di f

Chi sono i padroni del paesaggio

Chi sono i padroni del paesaggio La Repubblica del 28 gennaio 2008, pag. 1 di Giovanni Valentini A chi appartiene il pae­saggio? Chi è illegittimo "proprietario" del terri­torio, cioè di quel patrimonio costituito nel tempo dalla na­tura e dalla storia? Le popola­zioni che lo abitano oppure l'intera nazione? Di fronte allo scempio del Belpaese, consu­mato dalla distruzione dell'ambiente, dalla cementificazione selvaggia, da­gli abusi edilizi, dall'inquina­mento dell'aria e dell'acqua, la tutela del paesaggio assume un valore culturale determinante perla difesa della nostra identità collettiva. E nel pieno dell'emer­genza rifiuti che sta deturpando agli occhi del mondo l'immagine di Napoli, della Campania e purtroppo di tutta l'Italia, di­venta una priorità nazionale per salvaguardare - oltre alla salute pubblica anche gli interessi sociali ed economici dei cittadini, delle generazioni presenti e di quelle future. La riforma del Codice dei Beni

I DEMOCRISTIANI E I "ROSSI" ASSEDIANO CASTEL S. PIETRO

Articolo apparso sul giornale "L’Arena" (2.12.1998) che descrive il clima di tensione sorto in alcuni ambienti di Verona alla notizia che il Castel S. Pietro verrebbe ceduto per la costruzione del Santuario della Madonna di Lourdes. I DEMOCRISTIANI E I "ROSSI" ASSEDIANO CASTEL S. PIETRO Per Castel San Pietro, scoppia, nel novembre del 1948, una piccola guerra di religione. A combatterla, ci sono da una parte i democristiani e dall’altra un’inedita coalizione che va dai comunisti ai liberali. Succede quando in Consiglio comunale si discute, tanto per cambiare, del futuro di quello che oggi si usa chiamare uno dei "contenitori" cittadini, il cui avvenire è tutt’ora incerto. In verità, la disputa del 1948 non riguarda solo l’edificio che sovrasta il colle ma anche e soprattutto le zone adiacenti. La questione nasce in seguito a una richiesta presentata al Comune dai Padri Stimatini. Essi chiedono il "casermone", proponendo una sorta di permuta: poic

Un mito da riscrivere «Re Artù era un eroe dell’antica Grecia»

Un mito da riscrivere «Re Artù era un eroe dell’antica Grecia» A cura di David Keys Tratto da "La Stampa" del 23 luglio 2004 LONDRA - E’ una delle leggende più fortunate del Medioevo, è la storia di Re Artù. In realtà, sarebbe molto più remota di quanto si è sempre pensato: è nata nella Grecia antica, oppure in Turchia o in Mesopotamia. Lo sostiene Graham Anderson, professore di studi classici all’Università del Kent, e autore del saggio «King Arthur in Antiquity», con una numerosa serie di prove: il suo studio lega direttamente la mitologia classica con le leggende arturiane del Medioevo, legando così per la prima volta in un tutto unico i grandi racconti epici che caratterizzano la grande tradizione dell’Europa. Anderson ha scoperto due proto-Artù: il primo risale alla Grecia dell’Età del Bronzo, mentre il secondo compare nella Lidia dell’VIII secolo prima di Cristo. «La mia ricerca - spiega - vuole dimostrare che Artù è molto più antico, di almeno un millennio». Il primo è

Quei trulli con vista sul cemento

Quei trulli con vista sul cemento LELLO PARISE 27 GENNAIO 2008, LA REPUBBLICA - BARI Trulli con vista. Sì, sul cemento, quello che ad Alberobello materializza moderne costruzioni a ridosso dei due rioni-monumenti nazionali: Aia piccola e Monti. Il colpo d´occhio, in via Morea, è tutt´altro che bello: un´abitazione alta due piani, affaccia a ridosso di un gruppo di tende pietrificate nonché glorificate in tutto il mondo. Tant´è che sempre i trulli, l´Unesco li dichiara patrimonio dell´umanità. Ma proteggerlo, questo patrimonio, non è facile. Prendete la residenza al numero 20 di via Morea: i lavori in corso non sono illegali, però uno dei paesaggi più conosciuti da un capo all´altro del pianeta è irrimediabilmente sfregiato. In nome della legge. O, meglio, di un piano regolatore generale ormai datato. Andrebbe rivisto e soprattutto, corretto: per evitare che veri e propri gironi infernali continuino a circondare le "cattedrali di pietre a secco", un migliaio tra Monti e Aia pi

Gli allievi di Brera con Fo celebrano il funerale dell´arte

Gli allievi di Brera con Fo celebrano il funerale dell´arte FRANCO VANNI 27 GENNAIO 2008, LA REPUBBLICA - MILANO Pochi fondi e titolo non riconosciuto. Dalla Chiesa: "Accademie presto equiparate" In corteo con una bara: "Studiare è difficile" Laboratori del marmo senza aspiratori delle polveri, professori precari per il 75% Una bara accompagnata dalle note della marcia funebre di Chopin. A portarla in corteo, i 200 studenti dell´Accademia di Brera e del Conservatorio che ieri mattina hanno inscenato il "funerale dell´arte". Una manifestazione di protesta contro la scarsità di finanziamenti alle accademie, la mancanza di attrezzature per studiare e per chiedere che il titolo di studio rilasciato sia riconosciuto come laurea a tutti gli effetti. Il corteo, a cui ha preso parte anche Dario Fo, è partito da piazza Cinque Giornate e si è sciolto in piazza Duomo. Ragazze vestite a lutto precedevano una bara portata a spalle dai compagni, mentre una banda accompa

Cagnacci, la via romagnola a Caravaggio

l’Unità 27.1.08 Cagnacci, la via romagnola a Caravaggio di Renato Barilli SEICENTO A differenza del più aulico Furini in mostra a Firenze, l’artista di Romagna in mostra a Forlì segue la lezione del grande Merisi con un’inflessione tutta particolare, carnale e «quotidiana» Ho già segnalato la fortunata circostanza che consente di visitare in contemporanea mostre dedicate al fiorentino Francesco Furini e al romagnolo Guido Cagnacci, l’uno proprio a Firenze, Palazzo Pitti, l’altro nel complesso monumentale del S. Domenico a Forlì. A unirli, quel dato curioso dei seni femminili nudi al vento di cui furono strenui ed efficaci cultori, riscuotendo ai loro tempi ammirazione e riprovazione in parti uguali. Ma visti da vicino, i due inevitabilmente si differenziano, come permette di constatare la mostra che al Cagnacci (1601-1663) ora viene dedicata appunto a Forlì (a cura di Daniele Benati e a Antonio Paolucci, fino al 22 giugno, cat. Silvana). A fare la differenza, contribuiscono intanto i b

Duemila pacifisti israeliani «nutrono» Gaza

l’Unità 27.1.08 Duemila pacifisti israeliani «nutrono» Gaza Carovana d’aiuti nella Giornata globale d’azione. Centinaia d’iniziative in tutto il mondo DUEMILA PACIFISTI israeliani hanno scortato una carovana d’aiuti a Gaza. È solo una delle centinaia di iniziative promosse ieri per la giornata globale di azione del World Social Forum 2008. Più di mille gruppi mobilitati in tutto il mondo per un mix di marce, dibattiti, sit-in, manifestazioni di solidarietà, secondo la formula scelta quest’anno per dare voce alla «grande alleanza di gruppi, città, movimenti» che animano gli «altro-mondialisti». Non ci sono stati grandi momenti comuni, ma un universo di manifestazioni disseminate su tutto il pianeta, «ciascuno con i propri linguaggi» e «sui propri temi più scottanti», che sono molti e diversi. In Medio Oriente, i pacifisti israeliani hanno rotto l’isolamento di Gaza, accompagnando un convoglio di aiuti umanitari. Nonostante nella notte l'esercito avesse interrotto l'accesso al pu

Petizione del Giorno Pagano Europeo della Memoria

Federazione Pagana: Petizione del Giorno Pagano Europeo della Memoria : "Petizione del Giorno Pagano Europeo della Memoria" Questa volta abbiamo voluto aggiornare in anticipo la pagina dei risultati della petizione del Giorno Pagano Europeo della Memoria per il grande numero di firme che abbiamo raccolto questo mese: 43! Grazie a tutti coloro che, in Italia o all'estero, hanno voluto diffondere il link della petizione . Anche la pagina dei commenti alla petizione è stata aggiornata.

Bauman, la nostra paura è riciclata e non smaltita

il Riformista 26.1.08 Stati d'animo uscito da Laterza l'ultimo saggio del sociologo Bauman, la nostra paura è riciclata e non smaltita Un'epoca d'angoscia da eventi naturali e culturali, dal terrorismo alle catastrofi. Viene assorbita, indotta e non trova sfogo. La speranza va comunque tenuta viva di Livia Profeti «La paura più temibile è la paura diffusa, sparsa, indistinta, libera, disarticolata, fluttuante, priva di un indirizzo e di una causa chiari; la paura che ci perseguita senza una ragione, la minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si mostra mai chiaramente». Con queste parole, che quasi descrivono uno stato d'animo delirante, il sociologo Zygmunt Bauman introduce il suo Paura Liquida appena tradotto in Italia da Laterza (15 euro, pp. 220), ultimo capitolo della sua ricerca sulla società postmoderna dopo Vita liquida e Amore liquido . Bauman cita Lucien Febvre per evidenziare come nel Cinquecento la paura invadesse tutti gli aspetti

L’effetto serra ci costa 60 miliardi

L’effetto serra ci costa 60 miliardi La Stampa.it del 24 gennaio 2008 di Marco Zatterin Tre euro a testa ogni settimana sino al 2020 per combattere l’effetto serra, cosa che in totale fa 60 miliardi. Oppure 3mila euro l’anno, e il rischio di avvelenare il pianeta, se non si farà nulla. La Commissione Ue vara l’atteso pacchetto energia e invita gli europei, e i loro governi, a pronunciarsi su cosa sia meglio fare contro il riscaldamento globale e la dipendenza energetica. «C’è chi dirà che costa troppo - commenta il presidente dell’eurogoverno, José Barroso - ma è facile vedere che il prezzo dell’inazione è dieci volte superiore a quello richiesto per mettere in piedi la strategia che proponiamo». È la grande sfida dell’Europa che vuole diventare leader mondiale nella lotta ai gas nocivi. L’obiettivo si chiama "20-20-20", ovvero ridurre del 20% rispetto al 1990 le emissioni di biossido di carbonio e produrre almeno il 20% di energia da fonti rinnovabili, compreso un obiettivo

«Decisione giusta Mica è un peccato volere dei figli sani»

«Decisione giusta Mica è un peccato volere dei figli sani» Corriere della Sera del 24 gennaio 2008, pag. 21 di Mario Pappagallo «La magistratura sembra interpretare meglio i valori della Costituzione rispetto al Parlamento». Positivo il commento di Umberto Veronesi. L'ex ministro ha sempre denunciato gli errori della legge 40. A cominciare dal divieto della diagnosi preimpianto... «Chi si oppone lo fa in nome dei diritti dell'embrione. Da difendere, malato o no. Io non condivido questa posizione, non per ragioni ideologiche ma scientifiche. Chiediamoci cosa è un uovo fecondato. È qualcosa che può dare origine a un individuo, ma non sempre lo fa davvero. Deve impiantarsi, non essere rigettato, trovare le condizioni ormonali favorevoli, una placenta funzionante e superare le mille variabili che possono intralciare il corso biologico. Ricordiamo che la specie umana è fra le meno fertili e che il 70% delle uova fecondate non attecchisce. Ebbene la diagnosi preimpianto si effettua

Fecondazione, politici divisi dopo lo stop

Fecondazione, politici divisi dopo lo stop Il Sole 24 Ore del 24 gennaio 2008, pag. 34 di N.T. Fa discutere la bocciatura del Tar Lazio alle linee guida sulla fecondazione assistita. Il tribunale amministrativo ha ac­colto il ricorso di un gruppo di associazioni, fra le quali Madre Provetta, Amica Cicogna e Warm, annullando per eccesso di potere le linee guida. La par­te contestata riguarda il divie­to di diagnosi preimpianto agli embrioni contenuto nelle linee guida. Il Tar Lazio ha anche chiesto alla Consulta di pro­nunciarsi sulla costituzionalità della legge 40. Gianni Baldini, legale dell'as­sociazione Madre Provetta, sot­tolinea che «la parte delle linee guida che prevede una indagine osservazionale sull'embrione ri­sulterebbe illegittima perché contraria alla legge 40». Come spiega il dispositivo della sen­tenza, inoltre, viene sollevata «la questione di legittimità co­stituzionale dell'articolo 14 com­mi 2 e 3 della legge 40», nella par­te in cui prevede per il medi

Aborto: left propone, un anno senza Ferrara è possibile

Agi 24.1.08 Aborto: left propone, un anno senza Ferrara è possibile (AGI) - Roma, 24 gen. - Stufi e stanchi di chi chiede e richiede una moratoria sull'aborto? Ora c'e' chi propone: "un anno senza Ferrara e' possibile" e si puo' aderire via mail. A lanciare la suggestiva proposta e' il settimanale 'Left' che dedica la seconda copertina del numero di domani in edicola al direttore de 'Il Foglio' di cui si ricordano, "le continue giravolte politiche che lo hanno portato oggi - come si legge in una anticipazione - lui reo confesso di essere stato complice in tre aborti, a farsi paladino di una moratoria sulla legge 194". Chi e' d'accordo con 'Left' e la sua "campagna di autodifesa dall'offensiva integralista, misogina, antiabortista, militarista dell'insostenibile ateo devoto", puo' dirlo mandando una mail al settimanale, 'segreteria@avvenimentionline.it'. "Ferrara si e' fatt

«Fateci uscire». Le palestinesi assaltano la frontiera di Gaza

«Fateci uscire». Le palestinesi assaltano la frontiera di Gaza di Michele Giorgio Il Manifesto del 23/01/2008 Israele allenta l'assedio. In migliaia manifestano al confine egiziano. Al valico di Rafah in molte restano ferite, alcune in modo grave, dal fuoco incrociato delle guardie di frontiera egiziane e dei miliziani di Hamas. E l'Anp di Abu Mazen spera di riacquistare il controllo del valico Gaza rimane sull'orlo del baratro nonostante il «regalo» del governo israeliano che ieri ha rifornito la Striscia dei primi 700mila di due milioni di litri di gasolio destinati alla centrale elettrica (basteranno solo per 5-6 giorni) che serve il capoluogo Gaza city. La popolazione è esasperata ma anche decisa a fare quanto è in suo potere per rompere un assedio israeliano che gode di appoggi indiretti, come quello egiziano. Il Cairo si è piegato alla chiusura totale imposta da Israele del valico di Rafah, che pure dal novembre 2005 è sotto il pieno controllo palestinese. Il fatto ch