Grand Tour nella "Roma picta". Dai mosaici a Raffaello, a Scipione: la città vista dagli artisti

Grand Tour nella "Roma picta". Dai mosaici a Raffaello, a Scipione: la città vista dagli artisti
LUDOVICO PRATESI
30 GENNAIO 2008, LA REPUBBLICA, ROMA



Dalla veduta del quarto secolo in Santa Pudenziana alla prima San Pietro nell´Incendio di Borgo fino agli scorci di Roesler Franz



"Soltanto a Roma ho sentito cos´è realmente un uomo" scrive Goethe nel 1786. Roma, una meta imprescindibile nell´età dell´illuminismo e del Grand Tour. Un mito creato prima di tutto dagli artisti che l´hanno raffigurata attraverso mosaici, dipinti, disegni e incisioni. Il nostro itinerario alla scoperta della Roma picta - in vista dell´uscita domani in edicola del libro di Repubblica I colori di Roma - comincia dalla chiesa di Santa Pudenziana: al centro del mosaico absidale (IV secolo d. C.) compare il profilo di una città di templi e palazzi, certamente ispirato all´aspetto che doveva avere allora la capitale dell´impero cristiano.
Da quell´immagine arcaica e solenne, passiamo ai palazzi Vaticani, dove Raffaello, chiamato da papa Giulio II all´alba del ´500, offre scorci di notevole bellezza della Roma rinascimentale. A cominciare da una rara immagine dipinta della facciata medievale della basilica di San Pietro nell´affresco dell´Incendio di Borgo, accompagnata da una suggestiva veduta sullo sfondo dell´Incontro tra Leone III e Attila, nella sala di Eliodoro. Negli stessi anni, un amico e collega di Raffaello, Baldassarre Peruzzi, è impegnato a decorare la villa di Agostino Chigi in Trastevere (oggi villa Farnesina) dove nel 1514 realizza la sala delle Prospettive, con un colonnato affrescato a trompe l´oeil: tra le colonne si intravedono diversi scorci di Roma, con tanto di minuziosi dettagli dipinti a fil di pennello.
Un´altra veduta urbana fa da arioso sfondo al Bagno di Betsabea (1552-54) affrescato da Francesco Salviati in palazzo Sacchetti (via Giulia 66; visitabile solo su richiesta). Più comuni le scene urbane del Seicento, come quella realizzata dal Domenichino nell´affresco con Santa Cecilia che dona le sue ricchezze ai poveri (1614) in San Luigi dei Francesi. A celebrare i fasti della Roma barocca sulla tela non è un italiano, ma un olandese, Gaspar Van Wittel: tra le vedute custodite in alcune importanti pinacoteche romane, Castel Sant´Angelo alla Galleria Corsini.
Protagoniste assolute del vedutismo romano del Settecento sono invece le incisioni di Piranesi custodite alla Calcografia nazionale, mentre chi ama le atmosfere un po´ malinconiche delle piazze romane di metà Ottocento può ammirare le tele di Ippolito Caffi esposte a palazzo Braschi o gli acquerelli della Roma sparita di Ettore Roesler Franz al museo in Trastevere. I cantori di Roma del primo Novecento sono i pittori della Scuola Romana, conservati nelle collezioni (attualmente chiuse al pubblico) della Galleria comunale in via Francesco Crispi: il Cardinal Decano di Scipione e le Demolizioni di Mario Mafai testimoniano il volto della capitale, sempre in bilico tra passato e presente, tradizione e modernità.

Commenti

paola ha detto…
Buongiorno,
siamo due sudenti della Facoltà di Architettura di Torino. Stiamo facendo una tesi su Francesco Salviati che ha dipinto il ciclo di affreschi sulla storia di David all'interno di Palazzo Sacchetti in via Giulia.
Non sappiamo chi contattare per poter visitare le stanze ed effettuare alcune foto indispensabili al fine della nostra analisi. Sapete dirci chi potremmo contattare per una simile richiesta? Il Palazzo è visitabile?

Paola Baudino
Paolo Bertero

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