Cammei, gioie da accarezzare Passione di Re e Regine, capolavori degli incisori romani
Cammei, gioie da accarezzare Passione di Re e Regine, capolavori degli incisori romani
Corriere della Sera - ROMA - 2009-03-01
Piazza di Spagna - Una grande esposizione nella nuova galleria di Alessandra Di Castro
Tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento c'erano a Roma almeno un centinaio di incisori di gemme. Avevano le botteghe nel quadrilatero che si estendeva tra piazza di Spagna, piazza del Popolo, il Ghetto e Piazza Navona. Lavoravano molto per la nobiltà locale e moltissimo per i più raffinati viaggiatori del Grand Tour, che nei cammei e nei più minuti mosaici realizzati dagli artisti romani trovavano il gusto dell'antico unito al valore artistico della modernità neoclassica.
Giuseppe Tambroni, che nel 1814 scrisse un «Cenno intorno allo stato attuale delle Belle Arti in Roma», racconta che «è cresciuta una folla di artefici in questo genere, perché, trovando i prodotti di quest'arte spaccio presso gli altri popoli, si è moltiplicata l'occasione di fare. Questi artisti si distinguono in due classi. Gli uni lavorano le pietre dure, gli altri le tenere. Gli uni e gli altri poi si occupano dell'incisione del cammeo».
La fama internazionale dei cammei prodotti a Roma in quegli anni è ancora oggi viva e celebrata dai grandi musei del mondo, come il Metropolitan di New York e l'Ermitage di San Pietroburgo. Ora Alessandra Di Castro, discendente di una delle storiche famiglie di antiquari della città, celebra con una mostra di gemme e cammei di età neoclassica il lavoro degli antichi artigiani. «Non c'è niente di più sensuale ed emozionante che accarezzare l'intaglio di un cammeo: è fare tua la meraviglia della natura foggiata ad arte dalla creatività dell'uomo », osserva Di Castro. Sono oltre cento i pezzi che espone fino al 28 marzo nella sua galleria di piazza di Spagna 4 e che la sua famiglia ha raccolto nell'arco di quattro generazioni.
Ci sono gioielli di Giovanni Pickler, che fu nominato incisore di gemme dell'imperatore Giuseppe II, e del fratello Luigi. Di Giuseppe Girometti e di Giuseppe Cerbara che furono anche apprezzati medaglisti e incisori della Zecca Pontificia.
Di Nicola Morelli e di Giovanni Beltrami, fino alle incisioni di Benedetto Pistrucci, forse il più grande di tutti, che, affiancato dalle sue abili figlie, fu attivo dapprima a Roma e poi si trasferì a Londra, chiamato alla corte d'Inghilterra per disegnare la nuova sterlina e le medaglie commemorative per l'incoronazione di re Giorgio IV nel 1824 e della regina Vittoria nel 1838. I visitatori che volessero approfondire la conoscenza di questo prezioso mondo in miniatura, troveranno in galleria una biblioteca di rari volumi d'arte.
L'elmo di Marte, nella foto a destra, che Amore prova ad indossare: cammeo in sardonica di Giorgio Antonio Girardet, metà '800. Sotto, Orfeo ed Euridice, intaglio in agata, realizzato da Luigi Pichler verso la fine del 1700
Lauretta Colonnelli
Corriere della Sera - ROMA - 2009-03-01
Piazza di Spagna - Una grande esposizione nella nuova galleria di Alessandra Di Castro
Tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento c'erano a Roma almeno un centinaio di incisori di gemme. Avevano le botteghe nel quadrilatero che si estendeva tra piazza di Spagna, piazza del Popolo, il Ghetto e Piazza Navona. Lavoravano molto per la nobiltà locale e moltissimo per i più raffinati viaggiatori del Grand Tour, che nei cammei e nei più minuti mosaici realizzati dagli artisti romani trovavano il gusto dell'antico unito al valore artistico della modernità neoclassica.
Giuseppe Tambroni, che nel 1814 scrisse un «Cenno intorno allo stato attuale delle Belle Arti in Roma», racconta che «è cresciuta una folla di artefici in questo genere, perché, trovando i prodotti di quest'arte spaccio presso gli altri popoli, si è moltiplicata l'occasione di fare. Questi artisti si distinguono in due classi. Gli uni lavorano le pietre dure, gli altri le tenere. Gli uni e gli altri poi si occupano dell'incisione del cammeo».
La fama internazionale dei cammei prodotti a Roma in quegli anni è ancora oggi viva e celebrata dai grandi musei del mondo, come il Metropolitan di New York e l'Ermitage di San Pietroburgo. Ora Alessandra Di Castro, discendente di una delle storiche famiglie di antiquari della città, celebra con una mostra di gemme e cammei di età neoclassica il lavoro degli antichi artigiani. «Non c'è niente di più sensuale ed emozionante che accarezzare l'intaglio di un cammeo: è fare tua la meraviglia della natura foggiata ad arte dalla creatività dell'uomo », osserva Di Castro. Sono oltre cento i pezzi che espone fino al 28 marzo nella sua galleria di piazza di Spagna 4 e che la sua famiglia ha raccolto nell'arco di quattro generazioni.
Ci sono gioielli di Giovanni Pickler, che fu nominato incisore di gemme dell'imperatore Giuseppe II, e del fratello Luigi. Di Giuseppe Girometti e di Giuseppe Cerbara che furono anche apprezzati medaglisti e incisori della Zecca Pontificia.
Di Nicola Morelli e di Giovanni Beltrami, fino alle incisioni di Benedetto Pistrucci, forse il più grande di tutti, che, affiancato dalle sue abili figlie, fu attivo dapprima a Roma e poi si trasferì a Londra, chiamato alla corte d'Inghilterra per disegnare la nuova sterlina e le medaglie commemorative per l'incoronazione di re Giorgio IV nel 1824 e della regina Vittoria nel 1838. I visitatori che volessero approfondire la conoscenza di questo prezioso mondo in miniatura, troveranno in galleria una biblioteca di rari volumi d'arte.
L'elmo di Marte, nella foto a destra, che Amore prova ad indossare: cammeo in sardonica di Giorgio Antonio Girardet, metà '800. Sotto, Orfeo ed Euridice, intaglio in agata, realizzato da Luigi Pichler verso la fine del 1700
Lauretta Colonnelli
Commenti