Corriere della Sera, 18/07/2007 Giovanni Belardelli Esotica quanto erotica, l' Abissinia degli italiani COLONIALISMO Un volume analizza i diari dei nostri connazionali in Africa orientale Il fascino delle indigene era più forte dello spirito imperiale Che nel 1935-36 la guerra d' Etiopia rappresentasse il momento di massimo consenso degli italiani al regime fascista, quello nel quale la retorica mussoliniana seppe anche intercettare sentimenti profondi della popolazione, è un fatto da tempo riconosciuto. Ma il libro di una giovane studiosa, Giulietta Stefani (Colonia per maschi. Italiani in Africa orientale: una storia di genere, Ombre corte, pp. 202, 18), esamina ora la questione da un altro punto di vista: studia cioè, soprattutto attraverso i diari e le memorie conservati nell' Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, l' insieme di sogni, paure, aspirazioni e delusioni che furono proprie degli italiani che allora si recarono in Africa, come civili o come...
Corriere Fiorentino 1.7.08 Boccaccio, quel simpatico sporcaccione di Antonella Landi «A Giovanni piaceva più che altro affondare le mani. Seni, fianchi, natiche, cosce: gli andava bene tutto, bastava trovarci roba» (...) Boccaccio, di Firenze, non voleva sentir parlare. Egli era uno dei quei pochi, pochissimi fiorentini che non si vantavano del fatto di essere nativi della città gigliata. Napoli gli piaceva assaje e per nulla al mondo avrebbe voluto tornare a casa sua, in punta a quel cocuzzolo di Certaldo, e tantomeno in quella città di presuntuosi. Anche perché, a Napoli, sentit'a mme, aveva trovato...l'ammore. Maria dei Conti d'Aquino, figlia illegittima del re Roberto d'Angiò, in realtà già sposata, non fu insensibile al fascino del mancato trovatello toscano. Lui, da parte sua, l'adorava. «Maremma come tusse' bella tonda e soda!» le diceva lui strizzandole le braccia là dove esse si fanno più cicciotte, vicino all'attaccatura delle spalle. «Uè, tien...
La Repubblica 26.2.08 Il segreto dei numeri, la matematica, gli uccelli e le rane di Freeman Dyson Come i volatili che scrutano dall´alto, alcuni studiosi prediligono i concetti. Come gli anfibi, altri osservano gli oggetti nei loro particolari Abbiamo bisogno sia degli uni che degli altri. Perché questa disciplina, ricca e affascinante, è insieme grande arte e grande scienza Alcuni matematici sono uccelli, altri sono rane. Gli uccelli volano alto nell´aria e scrutano le vaste distese della matematica spingendo lo sguardo fino all´orizzonte. Prediligono i concetti che unificano i nostri modi di pensare e partendo da punti diversi del paesaggio riuniscono una molteplicità di problemi. Invece le rane vivono nel fango e vedono solo i fiori che crescono nei pressi. Preferiscono osservare i singoli oggetti nei loro minuti particolari e risolvono i problemi uno alla volta. Personalmente, io sono una rana, ma molti dei miei migliori amici sono uccelli. La matematica ha bisogno sia degli uccel...
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