Guide illustré du musée national de Naples :
approuvé par le ministère de l'instruction publique / Auteurs : G. De Petra,... A. Sogliano,... G. Patroni,... [et al.]
La Repubblica 26.2.08 Il segreto dei numeri, la matematica, gli uccelli e le rane di Freeman Dyson Come i volatili che scrutano dall´alto, alcuni studiosi prediligono i concetti. Come gli anfibi, altri osservano gli oggetti nei loro particolari Abbiamo bisogno sia degli uni che degli altri. Perché questa disciplina, ricca e affascinante, è insieme grande arte e grande scienza Alcuni matematici sono uccelli, altri sono rane. Gli uccelli volano alto nell´aria e scrutano le vaste distese della matematica spingendo lo sguardo fino all´orizzonte. Prediligono i concetti che unificano i nostri modi di pensare e partendo da punti diversi del paesaggio riuniscono una molteplicità di problemi. Invece le rane vivono nel fango e vedono solo i fiori che crescono nei pressi. Preferiscono osservare i singoli oggetti nei loro minuti particolari e risolvono i problemi uno alla volta. Personalmente, io sono una rana, ma molti dei miei migliori amici sono uccelli. La matematica ha bisogno sia degli uccel...
Corriere Fiorentino 1.7.08 Boccaccio, quel simpatico sporcaccione di Antonella Landi «A Giovanni piaceva più che altro affondare le mani. Seni, fianchi, natiche, cosce: gli andava bene tutto, bastava trovarci roba» (...) Boccaccio, di Firenze, non voleva sentir parlare. Egli era uno dei quei pochi, pochissimi fiorentini che non si vantavano del fatto di essere nativi della città gigliata. Napoli gli piaceva assaje e per nulla al mondo avrebbe voluto tornare a casa sua, in punta a quel cocuzzolo di Certaldo, e tantomeno in quella città di presuntuosi. Anche perché, a Napoli, sentit'a mme, aveva trovato...l'ammore. Maria dei Conti d'Aquino, figlia illegittima del re Roberto d'Angiò, in realtà già sposata, non fu insensibile al fascino del mancato trovatello toscano. Lui, da parte sua, l'adorava. «Maremma come tusse' bella tonda e soda!» le diceva lui strizzandole le braccia là dove esse si fanno più cicciotte, vicino all'attaccatura delle spalle. «Uè, tien...
il Riformista 1.2.09 Occasioni perdute Gli scavi commissariati rendono poco, nell'indifferenza generale La notte di Pompei. Le rovine valgono meno dei rifiuti di Adolfo Scotto di Luzio PATRIMONI. Un libro di Alain Jaubert edito da Gallimard restituisce la sensuale vitalità meridionale messa a dura prova dalla crisi di Napoli. Ma non basta: è ancora possibile sentire la cultura non solo come emozione ma come coscienza di una identità nazionale? Della prestigiosa area archeologica viene sfruttato solo il 5% del potenziale business. È sufficiente il mito anglosassone della «gestione delle risorse», o manca un tassello meno tecnico? Una notte d'estate, un uomo e due donne, a spasso per gli scavi di Pompei, si abbandonano ad ogni sorta di gioiosa lascivia che, come spiega la più giovane, Anna Maria, i romani riassumevano in cinque verbi: futuere, pedicare, fellare, lingere, irrumare. Naturalmente bevono champagne. È questa la Nuit à Pompei che, su uno sfondo glamour e chic internazi...
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