Mondeval, i primi uomini delle Alpi
Mondeval, i primi uomini delle Alpi
Ferruccio Sansa
"Il Fatto Quotidiano", 12 nov. 2012
Ferruccio Sansa
"Il Fatto Quotidiano", 12 nov. 2012
Un museo che ha un'anima. Che racconta la storia di due uomini. Il legame con la montagna unisce l'uomo di Mondeval, vissuto più di cinquemila anni fa, e Vittorino Cazzetta che ha dedicato la propria vita, fino davvero a morirne, alle sue montagne.
Siamo a Selva di Cadore. Migliaia di turisti passano ogni anno in questo paese che la natura ha messo di fronte ai monti più belli delle Dolomiti: a est il Pelmo, il “Caregòn (il trono) del Padreterno”, un nome che già disegna la sua forma. A sud il Civetta, con la sua parete vertiginosa. A ovest la Marmolada. Ma chissà chi, anche tra quelli che frequentano la valle, ha visitato il museo Civico intitolato a Cazzetta: un esempio raro di come anche nei piccoli paesi si possa conservare, tramandare e far conoscere la propria storia. Un gioiello che dobbiamo, appunto, a Cazzetta. “Vittorino era un forestale - racconta Ivano Dall'Acqua, il sindaco - un uomo con una passione assoluta per le sue montagne. Le amava al punto da vivere con loro, giorno e notte. Spesso dormiva tra le vette, ci passava intere settimane, spariva e poi lo vedevamo tornare. Voleva stare a contatto con i boschi, le pareti. Conosceva ogni pietra. Una notte - racconta Dall'Acqua - nelle sue esplorazioni si trovò a dormire a Mondeval”. Bisogna andarci per capire: un pianoro che si apre in cima alle montagne, in mezzo un masso, un lago sottile che riflette il cielo. Vittorino fu sorpreso lassù dal temporale, si riparò sotto la pietra solitaria. Nel buio tra i lampi scoprì accanto a sé qualcosa di strano: sassi che parevano lavorati dalla mano dell'uomo. Vittorino capì subito di aver fatto una scoperta straordinaria. Ne parlò con la gente del suo paese, furono chiamati gli studiosi dell'Università di Ferrara. Cominciarono gli scavi: ed ecco affiorare i resti dell'uomo preistorico. Il più antico ritrovato sulle Alpi. Anche quell'uomo senza nome viveva in mezzo alle vette dove d'estate portava i suoi animali. E lassù era stato sorpreso dalla morte. I suoi compagni lo avevano seppellito con le armi, gli oggetti della vita perché lo accompagnassero nel viaggio misterioso dopo la fine.
Oggi è tutto conservato, in modo straordinariamente curato, nel museo ( www.museoselvadicadore.it ): i resti dell'uomo di Mondeval, i suoi oggetti. Insieme con le altre scoperte che Cazzetta da allora raccolse in anni di esplorazioni, battendo palmo a palmo la sua valle: fossili, utensili, poi i calchi delle impronte dei dinosauri disseminate nella valle, perché il museo è il primo passo di un'esplorazione che deve continuare tra i monti. E poi le sezioni dedicate alla storia e alla cultura della valle.
Tutto questo racconta il museo, un esempio da imitare, a cominciare dall'edificio che lo ospita: la storia, ma anche l'amore dell'uomo per i monti con cui condivide la vita. E la morte. Vittorino è morto lassù. “Un giorno non lo abbiamo visto tornare. Era caduto in un dirupo durante le sue camminate solitarie”, racconta Dall'Acqua. Ma il museo è rimasto e ci parla di lui.
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