Beni cultuali, bufera sui tagli Carandini lascia: ora è troppo

Beni cultuali, bufera sui tagli Carandini lascia: ora è troppo
Il Messaggero, martedì 15 marzo 2011

Contro i tagli al Fondo unico dello Spettacolo (Fus) e la possibile paralisi del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, la battaglia continua. Giustamente feroce. Il Mibac subisce la prima defezione illustre: Andrea Carandini, presidente del Consiglio superiore dei Beni culturali, nonché archeologo di fama internazionale, ha dato le dimissioni irrevocabili. «Ho constatato — dice — l'impossibilità del Ministero di svolgere la sua opera di tutela e sviluppo del patrimonio culturale, stante la progressiva e massiccia diminuzione degli stanziamenti di bilancio». «Condividendo le considerazioni del presidente Carandini — è la replica diffusa dal Mibac — si attende che il ministro Bondi compia un atto politico responsabile che garantisca il positivo interessamento del Parlamento e del governo riguardo la drammatica situazione i cui versano i Beni culturali». Carandini era stato nominato dallo stesso Bondi il 25 febbraio 2009, al posto del dimissionario Salvatore Settis. Ampio il ventaglio delle reazioni politiche. Il vicepresidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, dichiara: «Berlusconi dovrebbe vergognarsi e chiedere scusa alla cultura italiana per le dimissioni di Carandini, grande archeologo e persona perbene che si è ribellato all'assassinio della cultura italiana. Di fronte all'agonia del cinema, della musica e del teatro, di fronte al taglio delle risorse per la conservazione e per la tutela del patrimonio artistico, di fronte alla crisi del sistema museale, dopo le proteste di Riccardo Muti, Bruno Cagli, Daniel Barenboim e Sergio Escobar, adesso per la seconda volta nel giro di due anni il Consiglio superiore dei Beni culturali vede il suo presidente dimettersi per protesta nei confronti delle scelte del governo». Anche Rocco Butti-glione, dell'Udc, sottolinea il peso delle dimissioni di Carandini: «La sua decisione dice che la crisi del Mibac è un dato drammatico e reale, da affrontare al di fuori degli schieramenti di parte e con spirito di servizio per il bene del Paese». Aggiunge Rutelli: «Qualcun altro, cioè Bondi, avrebbe dovuto dimettersi per evitare che si dimettesse Carandini». Non mancano reazioni anche nelle file del Pdl: «Le dimissioni di Carandini fanno riflettere, si tratta di un grande tecnico nominato da Bondi, dunque super partes» dice Bruno Murgia, componente della Commissione Cultura della Camera. Lo stesso Murgia aveva già definito un «erroredi prospettiva» il congelamento dei 27 milioni ai danni del Fus. Il sottosegretario Francesco Giro ha invece fiducia nella revocabilità delle dimissioni di Carandini: «Mi farò portavoce affinché il governo ponga fra le priorità uno stanziamento iniziale di 200 milioni per preservare l'intero sistema dei beni e delle attività culturali».

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