Capolavori etruschi dall'Ermitage
Il Sole 24 Ore Domenica 7.9.08
Capolavori etruschi dall'Ermitage
di Cinzia Dal Maso
Finalmente l'hanno riportato a casa. È chiamato «il giovane» e sta disteso su un letto, raffinato guardiano delle proprie ceneri. È insomma un'urna cineraria etrusca che, unica al mondo, è fatta di bronzo e non di pietra. E da oggi è in mstra a Cortona assieme ad altri 30 capolavori etruschi dall'Ermitage di San Pietroburgo. Altri bronzi elegantissimi come la placca che raffigura il dio del sole alato e pregevoli specchi. E poi vasi splendidi che, pur fatti in Etruria, riproducono non solo forme e stili greci ma anche temi dell'immaginario greco.
Tutti capolavori eccelsi in perfetto stato di conservazione perché «gli emissari dello zar acquistavano solo cose splendide e perfette», come ricorda Paolo Giulierini, conservatore al Museo dell'Accademia etrusca e della città di Cortona.
Buona parte dell'attuale collezione etrusca dell'Ermitage fu infatti acquistata nel 1861 dal marchese Giampietro Campana, famoso collezionista e cercatore di antichità che si ridusse in bolletta (ricorrendo anche a pratiche illegali) e fu costretto a vendere. L'agente russo Stepan Gedeonov riuscì ad aggiudicarsi la prima scelta vincendo una vera e propria guerra diplomatica con il Louvre e il British Museum. Fu scandalo. Fioccarono le proteste. Inutili. Giovinetto e compari approdarono in riva alla Neva. E tornano solo ora a respirar aria d'Etruria nella città che dell'Etruria è madre, Perché dicevano gli antichi che Cortona fu fondata dai leggendari Pelasgi che approdarono a Spina alla foce del Po e poi scesero verso il centro della Penisola, forse per giungere alla foce del Tevere. Fermandosi a metà strada, a Cortona per l'appunto, l'ombelico d'Italia secondo gli antichi. E da lì molti narrano che nacquero le città etrusche. E non solo quelle.
Secondo Virgilio vi nacque quel Dardano che tornò poi a oriente e fondò Troia. Il capostipite, dunque. della casata troiana a cui apparteneva Enea progenitore dei Romani. Ecco che il cerchio si chiude. Anche Enea, secondo Virgilio, ha fatto il suo «ritorno a casa». E per Licofrone si è persino incontrato con Ulisse, una volta tornato a casa. Perché altre leggende narrano che Ulisse abbandonò a un certo punto Itaca per recarsi proprio a Cortona dove terminò i suoi giorni, e lì fu sepolto e onorato. C'è insomma un fiorire di antiche storie che fanno confluire a Cortona i grandi eroi del mito e mostrano la città come il centro della Penisola e quasi del mondo intero. «Forse fu abilità dei Cortonesi di allora - commenta Giulierini -. Hanno saputo vendere bene la propria immagine, far breccia nell'immaginario antico, entrare di prepotenza nei miti ».
Miti troppo belli perché i Cortonesi li scordassero, Tornarono a galla nel Quattrocento quando la città fu assorbita nell'orbita fiorentina e reagì rivendicando le proprie antiche e nobili origini. E poi ancora nel clima illuministico settecentesco in cui nacque la prestigiosa Accademia Etrusca. Accademia che fu fruttifero cenacolo di letterati e liberi pensatori, e col tempo anche pregevole collezione cii opere antiche e libri rari. L'attuale museo cortonese ha associato a tale collezicne la presentazione della storia della città così com'è emersa dalle ricerche archeologiche più recenti. E le sei nuove sale che aprono oggi mostrano per la prima volta le scoperte ultime e sensazionali: le tombe e rispettivi corredi dei due tumuli venuti alla luce nel 2005 nella zona del Sodo. a due passi grande tumulo «Melone II» che ha da poco rivelato una tomba ancora inviolata e quell'altare così spettacolare e forse non casualmente vicino nello stile a modelli microasiatici. E ancora le scoperte nei magazzini del Museo archeologico di Firenze da dove sono appena emersi i corredi recuperati già ai primi del Novecento dal Melone I e poi creduti dispersi con l'alluvione del 1966.
Ci sono anche ceramiche attiche a figure nere, tra le prime in assoluto apparse sul mercato mondiale del VI secolo a.C. Prova che allora a Cortona, come a Chiusi, arrivava ogni novità, il meglio. Così come oggi arriva il meglio delle collezioni etrusche: la mostra dei tesori dell'Ermitage promette di essere la prima di una serie dedicata agli Etruschi nei grandi musei del mondo. Oggi come un tempo, Cortona è al centro.
Capolavori etruschi dall'Ermitage
di Cinzia Dal Maso
Finalmente l'hanno riportato a casa. È chiamato «il giovane» e sta disteso su un letto, raffinato guardiano delle proprie ceneri. È insomma un'urna cineraria etrusca che, unica al mondo, è fatta di bronzo e non di pietra. E da oggi è in mstra a Cortona assieme ad altri 30 capolavori etruschi dall'Ermitage di San Pietroburgo. Altri bronzi elegantissimi come la placca che raffigura il dio del sole alato e pregevoli specchi. E poi vasi splendidi che, pur fatti in Etruria, riproducono non solo forme e stili greci ma anche temi dell'immaginario greco.
Tutti capolavori eccelsi in perfetto stato di conservazione perché «gli emissari dello zar acquistavano solo cose splendide e perfette», come ricorda Paolo Giulierini, conservatore al Museo dell'Accademia etrusca e della città di Cortona.
Buona parte dell'attuale collezione etrusca dell'Ermitage fu infatti acquistata nel 1861 dal marchese Giampietro Campana, famoso collezionista e cercatore di antichità che si ridusse in bolletta (ricorrendo anche a pratiche illegali) e fu costretto a vendere. L'agente russo Stepan Gedeonov riuscì ad aggiudicarsi la prima scelta vincendo una vera e propria guerra diplomatica con il Louvre e il British Museum. Fu scandalo. Fioccarono le proteste. Inutili. Giovinetto e compari approdarono in riva alla Neva. E tornano solo ora a respirar aria d'Etruria nella città che dell'Etruria è madre, Perché dicevano gli antichi che Cortona fu fondata dai leggendari Pelasgi che approdarono a Spina alla foce del Po e poi scesero verso il centro della Penisola, forse per giungere alla foce del Tevere. Fermandosi a metà strada, a Cortona per l'appunto, l'ombelico d'Italia secondo gli antichi. E da lì molti narrano che nacquero le città etrusche. E non solo quelle.
Secondo Virgilio vi nacque quel Dardano che tornò poi a oriente e fondò Troia. Il capostipite, dunque. della casata troiana a cui apparteneva Enea progenitore dei Romani. Ecco che il cerchio si chiude. Anche Enea, secondo Virgilio, ha fatto il suo «ritorno a casa». E per Licofrone si è persino incontrato con Ulisse, una volta tornato a casa. Perché altre leggende narrano che Ulisse abbandonò a un certo punto Itaca per recarsi proprio a Cortona dove terminò i suoi giorni, e lì fu sepolto e onorato. C'è insomma un fiorire di antiche storie che fanno confluire a Cortona i grandi eroi del mito e mostrano la città come il centro della Penisola e quasi del mondo intero. «Forse fu abilità dei Cortonesi di allora - commenta Giulierini -. Hanno saputo vendere bene la propria immagine, far breccia nell'immaginario antico, entrare di prepotenza nei miti ».
Miti troppo belli perché i Cortonesi li scordassero, Tornarono a galla nel Quattrocento quando la città fu assorbita nell'orbita fiorentina e reagì rivendicando le proprie antiche e nobili origini. E poi ancora nel clima illuministico settecentesco in cui nacque la prestigiosa Accademia Etrusca. Accademia che fu fruttifero cenacolo di letterati e liberi pensatori, e col tempo anche pregevole collezione cii opere antiche e libri rari. L'attuale museo cortonese ha associato a tale collezicne la presentazione della storia della città così com'è emersa dalle ricerche archeologiche più recenti. E le sei nuove sale che aprono oggi mostrano per la prima volta le scoperte ultime e sensazionali: le tombe e rispettivi corredi dei due tumuli venuti alla luce nel 2005 nella zona del Sodo. a due passi grande tumulo «Melone II» che ha da poco rivelato una tomba ancora inviolata e quell'altare così spettacolare e forse non casualmente vicino nello stile a modelli microasiatici. E ancora le scoperte nei magazzini del Museo archeologico di Firenze da dove sono appena emersi i corredi recuperati già ai primi del Novecento dal Melone I e poi creduti dispersi con l'alluvione del 1966.
Ci sono anche ceramiche attiche a figure nere, tra le prime in assoluto apparse sul mercato mondiale del VI secolo a.C. Prova che allora a Cortona, come a Chiusi, arrivava ogni novità, il meglio. Così come oggi arriva il meglio delle collezioni etrusche: la mostra dei tesori dell'Ermitage promette di essere la prima di una serie dedicata agli Etruschi nei grandi musei del mondo. Oggi come un tempo, Cortona è al centro.
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