Il Medioevo scomparso Una mostra a Trieste
TRIESTE Il Medioevo scomparso Una mostra a Trieste
24 AGOSTO 2008, la Repubblica
Nel Castello di San Giusto e nel centro storico
«Il volto medievale di Trieste è un volto emarginato e nascosto». Così scrive Paolo Cammarosano in apertura del catalogo della mostra «Medioevo a Trieste. Istituzioni, arte, società nel Trecento». L´esposizione è allestita nel restaurato Castello di San Giusto (sino al 25 gennaio 2009), ma coinvolge l´intero centro storico. Un itinerario medievale da seguire attraverso una quarantina di tappe, che segnala sia le evidenze monumentali rappresentative sia le assenze significative quali quelle degli edifici eliminati dal tumultuoso sviluppo settecentesco della città come la porta di Riborgo.
Uno sviluppo che è arrivato quasi a cancellare la fase medievale dall´immagine urbana. I curatori, Adriano Dugulin e Bianca Cuderi oltre a Cammarosano, hanno inteso recuperare quel passato. Lungo il percorso espositivo si coglie la centralità del Trecento nel medioevo triestino: è il secolo che vide l´affermarsi di alcune famiglie locali che seppero dare una fisionomia alla città modificandone l´identità e confrontarsi con l´autorità vescovile. Sono anche i decenni che videro Trieste inserita in un giuoco politico più ampio che aveva quali protagonisti il Patriarcato di Aquileia, la Repubblica di Venezia, i conti di Gorizia, i signori del castello di Duino e i duchi d´Austria che riuscirono infine a prevalere e il cui dominio si affermò tra il 1369 e il 1382.
La fase medievale della città è illustrata da opere d´arte, oreficerie, armi, epigrafi, monete, suppellettili di uso comune - alcune rinvenute in scavi recenti - codici, lettere diplomatiche, registri delle pubbliche amministrazioni, documenti privati. Sono proprio questi ultimi a restituire l´immagine più viva della vita quotidiana del tempo: è sufficiente richiamare la lettera scritta in volgare e in corsivo mercantile dall´udinese Antonio Sbroio al fratello minore Francesco, ospite a Trieste, per esortarlo a frequentare la scuola; o l´inventario della bottega di Matteo Rizo redatto il 15 febbraio del 1348 con la sua varietà di merci: formaggi, tessuti, pelli, contenitori per l´olio, bilance, panche.
24 AGOSTO 2008, la Repubblica
Nel Castello di San Giusto e nel centro storico
«Il volto medievale di Trieste è un volto emarginato e nascosto». Così scrive Paolo Cammarosano in apertura del catalogo della mostra «Medioevo a Trieste. Istituzioni, arte, società nel Trecento». L´esposizione è allestita nel restaurato Castello di San Giusto (sino al 25 gennaio 2009), ma coinvolge l´intero centro storico. Un itinerario medievale da seguire attraverso una quarantina di tappe, che segnala sia le evidenze monumentali rappresentative sia le assenze significative quali quelle degli edifici eliminati dal tumultuoso sviluppo settecentesco della città come la porta di Riborgo.
Uno sviluppo che è arrivato quasi a cancellare la fase medievale dall´immagine urbana. I curatori, Adriano Dugulin e Bianca Cuderi oltre a Cammarosano, hanno inteso recuperare quel passato. Lungo il percorso espositivo si coglie la centralità del Trecento nel medioevo triestino: è il secolo che vide l´affermarsi di alcune famiglie locali che seppero dare una fisionomia alla città modificandone l´identità e confrontarsi con l´autorità vescovile. Sono anche i decenni che videro Trieste inserita in un giuoco politico più ampio che aveva quali protagonisti il Patriarcato di Aquileia, la Repubblica di Venezia, i conti di Gorizia, i signori del castello di Duino e i duchi d´Austria che riuscirono infine a prevalere e il cui dominio si affermò tra il 1369 e il 1382.
La fase medievale della città è illustrata da opere d´arte, oreficerie, armi, epigrafi, monete, suppellettili di uso comune - alcune rinvenute in scavi recenti - codici, lettere diplomatiche, registri delle pubbliche amministrazioni, documenti privati. Sono proprio questi ultimi a restituire l´immagine più viva della vita quotidiana del tempo: è sufficiente richiamare la lettera scritta in volgare e in corsivo mercantile dall´udinese Antonio Sbroio al fratello minore Francesco, ospite a Trieste, per esortarlo a frequentare la scuola; o l´inventario della bottega di Matteo Rizo redatto il 15 febbraio del 1348 con la sua varietà di merci: formaggi, tessuti, pelli, contenitori per l´olio, bilance, panche.
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