VIESTE.Quel tesoro nella tomba del Municipio

VIESTE. Quel tesoro nella tomba del Municipio
Gianni Sollitto
23/10/2006, La Gazzetta del Mezzogiorno(Capitanata)

Tre le sepolture di varie epoche che stanno restituendo oggetti preziosi unici in Capitanata

Un marinaio, una donna e un guerriero e tre secoli di storia raccontati da tanti cimeli

VIESTE. Una miniera? Sì, ma archeologica. La tomba dell'età ellenistica, venuta alla luce per caso nel cortile interno del municipio di Vieste, si sta rivelando un vero e proprio tesoro, uno scrigno contenente oggetti in bronzo e ferro, oltre a ceramiche dipinte, uniche nel loro genere in terra dauna. «Si tratta - sostiene Giovanna Pacilio, archeologa della soprintendenza di Taranto che dirige gli scavi - di una scoperta davvero eccezionale. Qui dentro vi sono almeno tre secoli di storia, si passa dal II al IV-V secolo avanti Cristo. Ma l'importanza del ritrovamento non sta solo in questo. L'unicità della tomba consiste anzitutto nella sua conformazione, a semicamera con copertura a falda e di dimensioni così grandi». La scoperta, come detto, è avvenuta del tutto per caso. Autore del ritrovamento il giovane Alessandro Delvecchio, operaio della ditta di costruzione «Florio» di San Severo, cui il Comune aveva affidato l'incarico di provvedere alla realizzazione di una vasca antincendio nell'ambito del cortile interno del municipio. Durante lo scavo con l'utilizzo di un piccolo mezzo meccanico, a circa tre metri e mezzo di profondità, il giovane operaio ha avvertito la presenza di quello che riteneva un masso ma che altro non era che la copertura della tomba. Dapprima l'ispettore onorario locale, Giuseppe Ruggieri, e subito dopo l'archeologa, Giovanna Pacilio, inviata dal soprintendente, Giuseppe Andreassi, si sono resi conto di trovarsi di fronte ad una scoperta importante. «In questo caso si può parlare di almeno tre tombe custodite all'interno della struttura - sostiene la Pacilio - e questo in considerazione del fatto che abbiamo finora rinvenuto, oltre ai resti di non meno di venti inumati, oggetti di vario tipo che portano a ritenere di essere di fronte a diverse sepolture. Se, infatti, nei primi strati abbiamo raccolto oggetti legati al mare, in quelli successivi abbiamo rinvenuto oggetti in bronzo prevalentemente femminili, come spille, parti di collane, aghi d'osso, uno specchio, un mestolo finemente lavorato, e tanti unguentari di varie grandezze. Ora, nella parte terminale, che valutiamo la più interessante e ricca, stiamo portando alla luce vasi dipinti con cura, piatti, askos, anelli, monete. Tutti oggetti appartenenti al primo inumato e per il quale la tomba, con ogni probabilità, fu realizzata. Crediamo di tratti di un guerriero».

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