Qianlong. I trecento capolavori usciti dalla Città Proibita

Corriere della Sera Roma 20.11.07
Qianlong. I trecento capolavori usciti dalla Città Proibita
di Lauretta Colonnelli

Due anni fa in Cina gli hanno dedicato addirittura una serie televisiva intitolata «Artista di Palazzo» e interpretata dall'attore canadese Mark Rowswell. In Italia pochi sanno chi è Giuseppe Castiglione, l'uomo su cui i cinesi hanno imperniato la storia dello sceneggiato. Ora nella mostra che racconta la vita di corte e il fasto della Cina sotto il regno dell'imperatore Qianlong (1711-1799), si può vedere anche qualche opera di Castiglione, come il grandioso ritratto a cavallo dell'imperatore, realizzato con inchiostro e colore sopra un rotolo di seta, come da tradizione cinese, ma con l'uso della prospettiva e dell'anatomia umana, come insegnava la pittura europea.
Un sincretismo che costò a Castiglione una gran fatica, ma che alla fine gli valse onori riservati dalla corte a pochi eletti. Nato a Milano nel 1688, aveva studiato pittura con Carlo Cornara della famosa bottega degli stampatori, poi prese i voti e arrivò in Cina nel 1715 come missionario, assumendo il nome cinese di Lang Shining.
Apprezzato per il suo talento di pittore, divenne artista di corte e progettò i palazzi in stile occidentale all'interno dei giardini del vecchio palazzo estivo dell'imperatore Qianlong, che alla morte, nel 1766, compose personalmente l'epitaffio da far incidere sulla tomba.
Le opere di Castiglione arrivano dal museo del Palazzo Imperiale di Pechino, insieme con oltre trecento capolavori mai visti prima in Italia, che offrono una suggestiva panoramica sul regno della «Grandiosità cosmica», considerato l'apogeo politico e culturale dell'ultima dinastia regnante sul Paese di Mezzo (16441911). La stirpe dell'imperatore Qianlong dall'originaria Manciuria aveva conquistato la Cina nel 1644. Occupando Pechino e assumendo il nome dinastico di Qing «purezza», si era insediata nella celebre Città Proibita edificata dai Ming nel XV secolo. Con le campagne militari di Qianlong l'impero si estese a tal punto da superare perfino i confini territoriali dell'attuale Repubblica popolare. E anche la Città Proibita divenne la più ampia reggia della terra, con i suoi novemila tra saloni e stanze.
Un'epoca che si può rivivere in parte seguendo l'itinerario della mostra, dove si incontrano opere che rappresentano riti, cerimonie, ritratti ma anche scene di vita privata e che rimandano l'eco di una avvincente realtà storica e filosofico religiosa. Si possomo ammirare dipinti di dimensioni imponenti, lunghi fino a venti metri, come i «Tributari dell'impero Qing» o la «Parata delle otto missioni mancesi».
E accanto ai dipinti, che ieri hanno affascinato anche il ministro Rutelli e il presidente di Confindustria Montezemolo, sono esposti armi, armature e utensili appartenuti all'imperatore, oltre a ceramiche, abiti di corte, interi servizi in cloisonné, sigilli imperiali, una collezione di orologi da tavolo, giade e monili, oggetti e paramenti di culto: pezzi che in molti casi non hanno mai oltrepassato il confine cinese. Tra gli oggetti legati alla personalità di Qianlong ci sono il tavolo con arredi per la celebrazione del suo ottantesimo compleanno e il grande trono dorato.

Capolavori dalla Città Proibita. Qianlong e la sua Corte. Museo del Corso, via del Corso 320, tel.06.661345. Dal 20 novembre al 20 marzo

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