Un parco archeologico per la Stonehenge di S. Fermo

Un parco archeologico per la Stonehenge di S. Fermo
Roberto Caimi
La Provincia Como - 26 luglio 2007

SAN FERMO DELLA BATTAGLIA - Un parco archeologico accanto al nuovo ospedale Sant’Anna per proteggere e valorizzare quella che, fatte le debite proporzioni, è la «Stonehenge» comasca. Tanto per scomodare un sia pur lontano illustre parente.
Nella piana dei Tre Camini la tecnologia del ventunesimo secolo, in questo caso applicata all’assistenza medica, va braccetto con riti e usanze della lontana preistoria sotto forma di un osservatorio astronomico di cinquemila anni fa.
Un ritrovamento, quest’ultimo, definito dagli stessi esperti che stanno da mesi stanno portando avanti gli scavi, unico nel suo genere per quanto riguarda il territorio italiano. Qualcosa di simile lo si può trovare nel Nord Europa, in particolare in Germania e in Irlanda.
«Sicuramente siamo di fronte ad un antico luogo sacro che verrà adeguatamente protetto e valorizzato per il pubblico» conferma Stefania Iorio, sovrintendente ai beni archeologici di Milano. «Se da una parte il ritrovamento non interferirà più di tanto sulla realizzazione del nuovo ospedale - aggiunge la dottoressa Iorio - dall’altra la struttura rimarrà al suo posto e già si sta predisponendo un piano per renderlo visitabile
e accessibile al pubblico nel prossimo futuro».
Di parti passo al cantiere per la realizzazione del Sant’Anna bis, quindi, sta già prendendo forma un piano per la valorizzazione dei ritrovamenti preistorici.
Di fatto la presenza dei due grandi cerchi concentrici megalitici, dal diametro di circa settanta metri, hanno già costretto ad un cambiamento di programma per quanto riguarda i lavori relativi alle immediate pertinenze di quello che sarà il futuro edificio ospedaliero. Proprio la settimana scorsa a Milano in un vertice convocato per fare il punto della situazione del cantiere si è deciso di non realizzare più la preventivata bretella stradale che sarebbe dovuta passare proprio sul sito archeologico.
«A questo punto credo proprio che anche la prevista deviazione del corso d’acqua che attraversa la piana - aggiunge Stefania Iorio - subirà delle modifiche proprio nella logica della protezione del sito archeologico.
La deviazione ci sarà, ma in una zona diversa».
Il doppio cerchio megalitico si trova ad ovest del luogo dove sorgerà l’edificio ospedaliero vero e proprio, ma rimane nell’area di pertinenza dell’ospedale stesso. «Tanto che - continua il soprintendente - prevediamo un accesso al sito archeologico dall’ospedale. Nel contempo prevediamo un accesso esterno, con posti auto nelle immediate adiacenze proprio per favore l’accesso del pubblico».
Pannelli illustrativi didattici e cartine daranno una visione di insieme anche dei ritrovamenti, è il caso di alcune tombe, ad esempio, che non potranno essere conservate anche perché una volta svuotate dei corredi funebri (già prelevati e avviati al restauro) si presentano come semplici buche nel terreno.

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