Un cimitero preistorico sotto l'ospedale
Un cimitero preistorico sotto l'ospedale
Mirko Molteni
La Padania 27/7/2007
SAN FERMO - Quasi uno scherzo del destino. Così il presidente della Provincia di Como, il leghista Leonardo Carioni, commenta la sensazionale scoperta archeologica a San Fermo della Battaglia, presso il cantiere del nuovo ospedale Sant'Anna. Era stato proprio l'esponente del Carroccio a premere perché in quella zona, e non altrove, trovasse sede la nuova struttura ospedaliera. E ora, grazie ai lavori di sbancamento della terra superficiale, sta emergendo un antico complesso funerario la cui posizione, per giunta, non interferisce con la costruzione del nosocomio.
Como si ritrova quindi cori un prezioso sito archeologico, databile ad almeno tremila anni fa, senza dover rinunciare al nuovo Sant'Anna. Meglio di così, insomma, non poteva andare. La stampa locale già parla di una nuova Stonehenge, ma Carioni invita alla calma: «Mi sembra per il momento affrettato definire il complesso una nuova Stonehenge. Sicuramente è un'area di culto in cui sono state ritrovate molte tombe. Ma saranno gli esperti a pronunciarsi nel merito. Posso solo aggiungere che di sicuro siamo di fronte alla grande storia. Non dimentichiamoci che tutta l'area di Como è stata per millenni un punto nodale negli spostamenti delle antiche popolazioni. Da qui ci si affacciava sul lago e, costeggiandone le sponde, si raggiungeva la Valtellina. Dunque una regione di transito importante fin dalla preistoria».
Secondo i primi rilevamenti degli archeologi,, le tombe e le strutture messe in luce risalirebbero all'Età del Bronzo, che nelle nostre terre è databile grosso modo tra il 2500 e il 1000 avanti Cristo. In particolare spiccano due cerchi concentrici, con un diametro massimo di 70 metri, realizzati con la posa di migliaia di pietre a formare un vasto selciato. Nei sepolcri giacevano anche guerrieri con le loro spade. Tutto il complesso, stando agli esperti, testimonia profondi legami culturali dell'area lombarda con le culture megalitiche dell'Europa del Nord. E pensare che questo tesoro giaceva sotto appena mezzo metro di terriccio...
Ricorda infatti il presidente della Provincia: «II sito era lì, pronto per essere scoperto, ad appena 50 centimetri di profondità, in un terreno rimasto vergine per secoli. A parte lo spostamento di una strada, nessuna conseguenza si avrà sulla realizzazione dell'ospedale. E pensare che sono stato proprio io a individuare in quel luogo la sede ideale del Sant'Anna, contro il parere della Regione e del Comune. Non credo nel soprannaturale - continua Carioni - ma di sicuro è incredibile che grazie al progetto del nuovo ospedale il destino ci abbia rivelato questa scoperta archeologica».
Il presidente della Provincia sottolinea un altro aspetto: «Non è stata una scoperta dovuta a qualche speculazione immobiliare, ma legata a un'opera basilare come un ospedale, che dal dolore porta alla gioia tanti cittadini. Sembra davvero che ci sia qualcosa di preordinato in una casualità del genere».
Ora la scoperta è ancora troppo "fresca" perché ci si sbilanci sulla sua reale portata. Di certo, una volta completati gli scavi, la prospettiva di un'apertura alle visite del pubblico si farà concreta. Carioni, da parte sua, conclude: «Il sito verrà sicuramente valorizzato. Questa necropoli è una testimonianza molto preziosa sulle nostre più antiche radici storiche e culturali e merita di essere visitata e ammirata».
Mirko Molteni
La Padania 27/7/2007
SAN FERMO - Quasi uno scherzo del destino. Così il presidente della Provincia di Como, il leghista Leonardo Carioni, commenta la sensazionale scoperta archeologica a San Fermo della Battaglia, presso il cantiere del nuovo ospedale Sant'Anna. Era stato proprio l'esponente del Carroccio a premere perché in quella zona, e non altrove, trovasse sede la nuova struttura ospedaliera. E ora, grazie ai lavori di sbancamento della terra superficiale, sta emergendo un antico complesso funerario la cui posizione, per giunta, non interferisce con la costruzione del nosocomio.
Como si ritrova quindi cori un prezioso sito archeologico, databile ad almeno tremila anni fa, senza dover rinunciare al nuovo Sant'Anna. Meglio di così, insomma, non poteva andare. La stampa locale già parla di una nuova Stonehenge, ma Carioni invita alla calma: «Mi sembra per il momento affrettato definire il complesso una nuova Stonehenge. Sicuramente è un'area di culto in cui sono state ritrovate molte tombe. Ma saranno gli esperti a pronunciarsi nel merito. Posso solo aggiungere che di sicuro siamo di fronte alla grande storia. Non dimentichiamoci che tutta l'area di Como è stata per millenni un punto nodale negli spostamenti delle antiche popolazioni. Da qui ci si affacciava sul lago e, costeggiandone le sponde, si raggiungeva la Valtellina. Dunque una regione di transito importante fin dalla preistoria».
Secondo i primi rilevamenti degli archeologi,, le tombe e le strutture messe in luce risalirebbero all'Età del Bronzo, che nelle nostre terre è databile grosso modo tra il 2500 e il 1000 avanti Cristo. In particolare spiccano due cerchi concentrici, con un diametro massimo di 70 metri, realizzati con la posa di migliaia di pietre a formare un vasto selciato. Nei sepolcri giacevano anche guerrieri con le loro spade. Tutto il complesso, stando agli esperti, testimonia profondi legami culturali dell'area lombarda con le culture megalitiche dell'Europa del Nord. E pensare che questo tesoro giaceva sotto appena mezzo metro di terriccio...
Ricorda infatti il presidente della Provincia: «II sito era lì, pronto per essere scoperto, ad appena 50 centimetri di profondità, in un terreno rimasto vergine per secoli. A parte lo spostamento di una strada, nessuna conseguenza si avrà sulla realizzazione dell'ospedale. E pensare che sono stato proprio io a individuare in quel luogo la sede ideale del Sant'Anna, contro il parere della Regione e del Comune. Non credo nel soprannaturale - continua Carioni - ma di sicuro è incredibile che grazie al progetto del nuovo ospedale il destino ci abbia rivelato questa scoperta archeologica».
Il presidente della Provincia sottolinea un altro aspetto: «Non è stata una scoperta dovuta a qualche speculazione immobiliare, ma legata a un'opera basilare come un ospedale, che dal dolore porta alla gioia tanti cittadini. Sembra davvero che ci sia qualcosa di preordinato in una casualità del genere».
Ora la scoperta è ancora troppo "fresca" perché ci si sbilanci sulla sua reale portata. Di certo, una volta completati gli scavi, la prospettiva di un'apertura alle visite del pubblico si farà concreta. Carioni, da parte sua, conclude: «Il sito verrà sicuramente valorizzato. Questa necropoli è una testimonianza molto preziosa sulle nostre più antiche radici storiche e culturali e merita di essere visitata e ammirata».
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