Arte rupestre della Valcamonica
Arte rupestre della Valcamonica
di PIETRO M. TRIVELLI
Domenica 03 Giugno 2007 Il Messaggero, roma
SE un bisonte si sposa con un cavallo, nasceranno mostri mitologici? No, pargoli o pargolette, anche nella preistoria, quando i “contratti di matrimonio” erano già regolati da un codice. Le donne della tribù del bisonte dovevano accoppiarsi solo con maschi del clan del cavallo. Gli animali simboleggiavano il rispettivo gruppo totemico, appartenente al culto dello stesso totem.
«Le figure rupestri sui matrimoni sono le testimonianze più antiche», spiega il direttore del Centro Camuno di studi preistorici, Emmanuel Anati. Ha annunciato la scoperta, per lui epocale, al Valcamonica Symposium 2007; in terra lombarda, dove la prima popolazione citata dal comasco Plinio il Vecchio fu proprio quella dei Camuni. Dal 1979 l'Unesco considera l'arte rupestre della Valcamonica Patrimonio dell'Umanità.
Qual è la scoperta epocale? «E' la lettura dell'arte rupestre - risponde Anati - non solo da ammirare, ma come scrittura pittografica leggibile, grafia crittografica somigliante a quelle primitive di cinesi o mesopotami o egiziani, prima dei geroglifici». La scoperta non riguarda solo la Valcamonica. «Attraverso formule - aggiunge Anati - abbiamo decifrato 64 figure che raccontano un mito sullo spirito ancestrale della virilità. I contratti di matrimonio, figure paleolitiche di oltre 30.000 anni, si “leggono” nella Dordogna, a Ferrassie, in Francia. Il segno di punto (.) è un elemento del discorso: accanto a un piede significa “camminare”, o anche il verbo “fare”, per esempio in una scena erotica».
Oltre che le più antiche, le incisioni rupestri sui matrimoni documentano un codice. Gli antenati preistorici avevano già pensato al diritto di famiglia (dico o non dico)? «Ogni tribù codificava il gruppo totemico con il quale le donne potevano accoppiarsi - risponde ancora il direttore del Centro Camuno - e quelle del gruppo del bisonte, per esempio, dovevano “sposare” uomini della tribù del cavallo». Anche la Rosa Camuna è un simbolo tribale: somiglia a un quadrifoglio puntinato. E' una delle incisioni più diffuse in Valcamonica, tanto da essere scelta come stemma della Regione Lombardia.
La preistoria, dunque, diventa storia, se questa nasce dalla scrittura. Come stabilire l'attendibilità dei “documenti” rupestri? «Con una metodologia che analizza la struttura grammaticale, basata su tre elementi: pittogrammi, ideogrammi, psicogrammi. Abbiamo creato una nuova disciplina che tiene conto della linguistica, della psicologia, della psicanalisi e altri fattori». E' convincente? «Al Valcamonica Simposyum - conclude Emmanuel Anati - abbiamo sottoposto questo nuovo metodo di lettura a un centinaio di specialisti di trentaquattro paesi. La maggioranza lo condivide. I geroglifici, del resto, sono nati da un processo analogo, pur diversi perché avevano già un valore alfabetico».
Prossimo Symposium nel 2009: “Fare storia con la preistoria”, sempre sotto l'egida dell'Unesco, rappresentata da Nuria Sanz, archeologa e specialista di beni culturali, la quale sollecita accordi internazionali. «Uno sforzo necessario - dice - perché i siti d’arte rupestre rappresentano le radici comuni dell'umanità». Prodigio e gloria dell'universo, insegna Darwin, che studiava le scimmie anche senza quest'arte.
di PIETRO M. TRIVELLI
Domenica 03 Giugno 2007 Il Messaggero, roma
SE un bisonte si sposa con un cavallo, nasceranno mostri mitologici? No, pargoli o pargolette, anche nella preistoria, quando i “contratti di matrimonio” erano già regolati da un codice. Le donne della tribù del bisonte dovevano accoppiarsi solo con maschi del clan del cavallo. Gli animali simboleggiavano il rispettivo gruppo totemico, appartenente al culto dello stesso totem.
«Le figure rupestri sui matrimoni sono le testimonianze più antiche», spiega il direttore del Centro Camuno di studi preistorici, Emmanuel Anati. Ha annunciato la scoperta, per lui epocale, al Valcamonica Symposium 2007; in terra lombarda, dove la prima popolazione citata dal comasco Plinio il Vecchio fu proprio quella dei Camuni. Dal 1979 l'Unesco considera l'arte rupestre della Valcamonica Patrimonio dell'Umanità.
Qual è la scoperta epocale? «E' la lettura dell'arte rupestre - risponde Anati - non solo da ammirare, ma come scrittura pittografica leggibile, grafia crittografica somigliante a quelle primitive di cinesi o mesopotami o egiziani, prima dei geroglifici». La scoperta non riguarda solo la Valcamonica. «Attraverso formule - aggiunge Anati - abbiamo decifrato 64 figure che raccontano un mito sullo spirito ancestrale della virilità. I contratti di matrimonio, figure paleolitiche di oltre 30.000 anni, si “leggono” nella Dordogna, a Ferrassie, in Francia. Il segno di punto (.) è un elemento del discorso: accanto a un piede significa “camminare”, o anche il verbo “fare”, per esempio in una scena erotica».
Oltre che le più antiche, le incisioni rupestri sui matrimoni documentano un codice. Gli antenati preistorici avevano già pensato al diritto di famiglia (dico o non dico)? «Ogni tribù codificava il gruppo totemico con il quale le donne potevano accoppiarsi - risponde ancora il direttore del Centro Camuno - e quelle del gruppo del bisonte, per esempio, dovevano “sposare” uomini della tribù del cavallo». Anche la Rosa Camuna è un simbolo tribale: somiglia a un quadrifoglio puntinato. E' una delle incisioni più diffuse in Valcamonica, tanto da essere scelta come stemma della Regione Lombardia.
La preistoria, dunque, diventa storia, se questa nasce dalla scrittura. Come stabilire l'attendibilità dei “documenti” rupestri? «Con una metodologia che analizza la struttura grammaticale, basata su tre elementi: pittogrammi, ideogrammi, psicogrammi. Abbiamo creato una nuova disciplina che tiene conto della linguistica, della psicologia, della psicanalisi e altri fattori». E' convincente? «Al Valcamonica Simposyum - conclude Emmanuel Anati - abbiamo sottoposto questo nuovo metodo di lettura a un centinaio di specialisti di trentaquattro paesi. La maggioranza lo condivide. I geroglifici, del resto, sono nati da un processo analogo, pur diversi perché avevano già un valore alfabetico».
Prossimo Symposium nel 2009: “Fare storia con la preistoria”, sempre sotto l'egida dell'Unesco, rappresentata da Nuria Sanz, archeologa e specialista di beni culturali, la quale sollecita accordi internazionali. «Uno sforzo necessario - dice - perché i siti d’arte rupestre rappresentano le radici comuni dell'umanità». Prodigio e gloria dell'universo, insegna Darwin, che studiava le scimmie anche senza quest'arte.
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