Annuncio in Inghilterra: creati gli embrioni chimera

Corriere della Sera 02.04.2008
Ricerca Gli scienziati di Newcastle hanno affermato di essere riusciti nell'operazione. La sopravvivenza è stata di soli tre giorni
Annuncio in Inghilterra: creati gli embrioni chimera
di Mario Pappagallo

Gli embrioni-chimera umani sono una realtà. Non è un pesce d'aprile. L'autorizzazione dalle autorità di ricerca e bioetiche britanniche era arrivata a gennaio di quest'anno. A tre centri: l'università di Newcastle, il centro di Edimburgo dove lavora il papà della pecora Dolly (il primo animale clonato) e al King's College di Londra. Ieri, i ricercatori di Newcastle hanno annunciato alla Bbc di essere riusciti nell'operazione.
Almeno in parte. Gli embrioni sono sopravvissuti tre giorni. Dovrebbero arrivare almeno a sei per avere cellule staminali utili per studiare l'evoluzione di malattie degenerative come il diabete, il Parkinson, l'Alzheimer. E per verificare poi come bloccarle o come farle regredire del tutto. Insomma, come «ordinare » alle cellule adulte di ringiovanire.
Tra un mese il Parlamento dovrà votare una legge per consacrare queste ricerche. Ed è battaglia. La chiesa cattolica, con l'arcivescovo Keith O'Brien, tuona contro queste «sperimentazioni Frankenstein », contro queste «manipolazioni innaturali». Al contrario, le associazioni dei malati ritengono «vitali» questi studi: «Servono per la comprensione delle malattie e per arrivare finalmente a curarle ». Cosa impossibile da fare usando uova umane, data la scarsità delle donazioni. «Questo sì che non sarebbe etico», sentenzia Stephen Minger, teorico degli embrioni chimera che lui chiama interspecie o Ad mixed.
Al microscopio gli agglomerati di cellule Ad mixed sono simili agli altri embrioni. Sono generati iniettando il Dna di cellule umane adulte della pelle in uova di mucca, «ripulite» del loro materiale genetico. In questi ibridi, assicurano gli scienziati, non c'è traccia di Dna bovino.
L'americano Minger, 52 anni, dirige uno dei laboratori del Wolfson Centre for Age-Related Disease, al King's College di Londra. E' stato battuto sul tempo da Newcastle. «Però — spiega — bisogna arrivare a 14 giorni di vita per avere cellule "matrice" utili a studiare le malattie». Per la clonazione di cellule a scopo terapeutico. «Andare oltre i 14 giorni non interessa proprio». Una sfida «eticamente corretta», ribadisce. Ma non sono «chimere» innaturali? «No, la cellula uovo di mucca è usata solo come involucro "fertilizzante" per la cellula umana completa. Una scarica elettrica dà l'input alla trasformazione: dall'adulta ecco due cellule di embrione che iniziano a raddoppiarsi ». John Burn che guida i ricercatori di Newcastle definisce questi studi «eticamente in regola». E ritiene questi primi successi un fondamentale passo avanti. «Su che cosa accade nell'embrione prima e nel feto poi non si sa nulla — concorda Minger —. Dai 6 giorni ai 6 mesi. Vogliamo sapere come si differenziano cellule in apparenza tutte uguali, tutte predisposte a tutto, ma che in una ma-lattia genetica a un certo punto fanno un'altra cosa».

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