Spagna, la cena del primo europeo
La Repubblica 28.3.08
Spagna, la cena del primo europeo
Ad Atapuerca i resti fossili d'un pasto, più di un milione di anni fa
di Elena Dusi
Su "Nature" l´annuncio della scoperta dei paleontologi spagnoli
ROMA - Un milione e duecentomila anni fa, in una grotta profonda venti metri a nord della Spagna, un gruppo di uomini mangiava uccelli e piccoli roditori seduto intorno al fuoco. C´era chi abbozzava un coltello battendo due pietre l´una contro l´altra e chi usava quelle armi primitive per spaccare le ossa lunghe della cacciagione e succhiarne il midollo. La statura di questi uomini non era molto diversa dall´attuale: un metro e settanta circa. E il cervello aveva una capienza ridotta di un terzo rispetto a oggi, anche se è noto che fra dimensioni e intelligenza non necessariamente il legame è diretto.
La mandibola che José Maria Bermudez de Castro e Eudald Carbonell tengono delicatamente fra le dita e osservano - in quella stessa grotta, ma un milione e duecentomila anni più tardi - appartiene al primo uomo vissuto in Europa. O almeno del più antico fra quelli che ci è dato incontrare. Mentre osservano i pochi centimetri del mento, una manciata di denti sparsi fra gli strati di calcare, i resti animali di cui i nostri antenati si erano cibati e i rudimentali coltelli che avevano costruito, i due ricercatori spagnoli rivedono davanti ai loro occhi la scena della "prima cena europea".
Al nostro antenato ritrovato nel sito di Atapuerca, nei pressi di Burgos, Nature ha dedicato ieri la sua copertina. E i paleontologi spagnoli, che da giugno del 2007 (data del ritrovamento) a oggi (fine delle analisi dei reperti e pubblicazione sulla rivista scientifica) avevano cercato di mantenere il segreto con i colleghi-rivali (italiani in primis), possono finalmente esultare. «Di fronte a noi abbiamo il più antico fossile umano d´Europa» dice Bermudez.
Atapuerca, più che un sito archeologico, è una miniera d´oro per antropologi. Su questa collina a mille metri di altezza, tiepida, ventilata e ricca di piccoli animali da cacciare, i nostri antenati dovevano trovarsi proprio bene. A duecento metri dalla grotta di "Sima del Elefante" (quella della "prima cena") nel 1994 era stato ritrovato il secondo uomo più antico d´Europa, che aveva "appena" 800mila anni d´età. E un chilometro più in là nel corso degli anni sono emersi 6mila resti fossili di Homo heidelbergensis, di poco più giovane. «La Sierra de Atapuerca è un complesso di siti straordinari, tanto che è inserito nella lista del patrimonio dell´umanità dell´Unesco» spiega Giorgio Manzi, paleoantropologo dell´università La Sapienza a Roma. «Per conservarsi così a lungo, i resti umani devono prima fossilizzarsi, e poi un giorno diventare accessibili per i ricercatori. Davanti a questo colpo grosso degli spagnoli, noi italiani rispondiamo con l´uomo di Ceprano». Ritrovato nel 1994 nel Lazio, questo ominide di 800mila anni non raggiunge l´età degli spagnoli. «Ma è un cranio, non un frammento di mandibola. E quindi ci dà più informazioni sulle caratteristiche dell´umanità di quel periodo e sulla loro possibile evoluzione» spiega Manzi.
Le notizie sul primo europeo spagnolo, al di là delle ossa dei roditori e di un mustelide simile alla lontra consumati per cena, sono infatti ancora frammentarie. A titolo provvisorio, l´antenato di Sima del Elefante, è stato assegnato alla specie Homo antecessor, detto anche "uomo pioniere". Le dimensioni modeste della mandibola farebbero pensare a una donna di 20-30 anni. Ma unendo con un tratto continuo tutti i punti dove sono stati ritrovati ominidi di epoche simili, si riesce forse a ricostruire il percorso dei primi uomini dall´Africa (la culla dell´umanità, dove la nostra storia iniziò circa 4 milioni di anni fa) fino a quest´angolo estremo dell´Europa che gli antenati di Homo sapiens raggiunsero dopo essersi diffusi lungo il medio oriente, l´Italia, la Francia e infine la penisola iberica. In mezzo ci sono i resti dell´uomo di Dmanisi, in Georgia nel Caucaso. Hanno 1,7 milioni di anni e segnano il punto di passaggio del percorso dall´Africa fino all´ultima tappa della Sierra de Atapuerca.
Spagna, la cena del primo europeo
Ad Atapuerca i resti fossili d'un pasto, più di un milione di anni fa
di Elena Dusi
Su "Nature" l´annuncio della scoperta dei paleontologi spagnoli
ROMA - Un milione e duecentomila anni fa, in una grotta profonda venti metri a nord della Spagna, un gruppo di uomini mangiava uccelli e piccoli roditori seduto intorno al fuoco. C´era chi abbozzava un coltello battendo due pietre l´una contro l´altra e chi usava quelle armi primitive per spaccare le ossa lunghe della cacciagione e succhiarne il midollo. La statura di questi uomini non era molto diversa dall´attuale: un metro e settanta circa. E il cervello aveva una capienza ridotta di un terzo rispetto a oggi, anche se è noto che fra dimensioni e intelligenza non necessariamente il legame è diretto.
La mandibola che José Maria Bermudez de Castro e Eudald Carbonell tengono delicatamente fra le dita e osservano - in quella stessa grotta, ma un milione e duecentomila anni più tardi - appartiene al primo uomo vissuto in Europa. O almeno del più antico fra quelli che ci è dato incontrare. Mentre osservano i pochi centimetri del mento, una manciata di denti sparsi fra gli strati di calcare, i resti animali di cui i nostri antenati si erano cibati e i rudimentali coltelli che avevano costruito, i due ricercatori spagnoli rivedono davanti ai loro occhi la scena della "prima cena europea".
Al nostro antenato ritrovato nel sito di Atapuerca, nei pressi di Burgos, Nature ha dedicato ieri la sua copertina. E i paleontologi spagnoli, che da giugno del 2007 (data del ritrovamento) a oggi (fine delle analisi dei reperti e pubblicazione sulla rivista scientifica) avevano cercato di mantenere il segreto con i colleghi-rivali (italiani in primis), possono finalmente esultare. «Di fronte a noi abbiamo il più antico fossile umano d´Europa» dice Bermudez.
Atapuerca, più che un sito archeologico, è una miniera d´oro per antropologi. Su questa collina a mille metri di altezza, tiepida, ventilata e ricca di piccoli animali da cacciare, i nostri antenati dovevano trovarsi proprio bene. A duecento metri dalla grotta di "Sima del Elefante" (quella della "prima cena") nel 1994 era stato ritrovato il secondo uomo più antico d´Europa, che aveva "appena" 800mila anni d´età. E un chilometro più in là nel corso degli anni sono emersi 6mila resti fossili di Homo heidelbergensis, di poco più giovane. «La Sierra de Atapuerca è un complesso di siti straordinari, tanto che è inserito nella lista del patrimonio dell´umanità dell´Unesco» spiega Giorgio Manzi, paleoantropologo dell´università La Sapienza a Roma. «Per conservarsi così a lungo, i resti umani devono prima fossilizzarsi, e poi un giorno diventare accessibili per i ricercatori. Davanti a questo colpo grosso degli spagnoli, noi italiani rispondiamo con l´uomo di Ceprano». Ritrovato nel 1994 nel Lazio, questo ominide di 800mila anni non raggiunge l´età degli spagnoli. «Ma è un cranio, non un frammento di mandibola. E quindi ci dà più informazioni sulle caratteristiche dell´umanità di quel periodo e sulla loro possibile evoluzione» spiega Manzi.
Le notizie sul primo europeo spagnolo, al di là delle ossa dei roditori e di un mustelide simile alla lontra consumati per cena, sono infatti ancora frammentarie. A titolo provvisorio, l´antenato di Sima del Elefante, è stato assegnato alla specie Homo antecessor, detto anche "uomo pioniere". Le dimensioni modeste della mandibola farebbero pensare a una donna di 20-30 anni. Ma unendo con un tratto continuo tutti i punti dove sono stati ritrovati ominidi di epoche simili, si riesce forse a ricostruire il percorso dei primi uomini dall´Africa (la culla dell´umanità, dove la nostra storia iniziò circa 4 milioni di anni fa) fino a quest´angolo estremo dell´Europa che gli antenati di Homo sapiens raggiunsero dopo essersi diffusi lungo il medio oriente, l´Italia, la Francia e infine la penisola iberica. In mezzo ci sono i resti dell´uomo di Dmanisi, in Georgia nel Caucaso. Hanno 1,7 milioni di anni e segnano il punto di passaggio del percorso dall´Africa fino all´ultima tappa della Sierra de Atapuerca.
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