Dialoghi a colori sull’energia, Da Prometeo a Giordano Bruno, fra materia e pensiero

Corriere della Sera 27.3.008
Dialoghi a colori sull’energia
Da Prometeo a Giordano Bruno, fra materia e pensiero
di Ariela Piattelli

Mentre l’Italia si confronta con l’Europa in materia di energie rinnovabili, a Palazzo Valentini due artisti “dialogano”, attraverso le loro opere, proprio sul tema dell’energia e sul rapporto tra arte e scienza. Roberta Pugno e Ján Hoffstädter, lei pittrice italiana, lui scultore slovacco (ex direttore dell’Accademia d’Arte di Bratislava), espongono per la mostra intitolata “Materia Energia Pensiero”. Un percorso che si snoda in tre sale diverse, ognuna di queste dedicata ad un tema. La prima è la “Sala della Materia”, allestita puntando sul gioco di luci e ombre.
Le opere esposte sono un elogio alla concretezza; e mentre Hoffstädter, con la scultura “Il cerchio piegato”, inizia il suo discorso sulla geometria e su come questa aderisca alla realtà, la Pugno ricerca la materia nei personaggi del mito e del passato: due omaggi a Giordano Bruno, “perché - spiega la pittrice – lui è stato il primo ad avere il coraggio di sostenere che la materia ha creato il cosmo”. L’artista, dunque, mette in mostra gli ingrandimenti delle xilografie del filosofo. Poi un ritratto in bassorilievo di Prometeo “anche lui esempio di coraggio - spiega la Pugno - . Ha scoperto il fuoco per regalarlo agli uomini”.
Così si passa alla “Sala dell’Energia”, dove i quadri e le sculture evocano l’energia a lavoro che trasforma le cose, ma anche quella umana che genera la vitalità.
Hoffstädter propone una scultura monumentale, fatta da due elementi, una colonna bianca e un tubo luminoso: è “X e Y”, che rappresenta la donna e l’uomo, due corpi irriducibilmente diversi che si attraggono, immortalati nella loro continua ricerca di comunicazione. E siccome soddisfatti i bisogni materiali bisogna pensare a quelli dell’animo, in questa sala trova spazio anche il “Cupido” della Pugno, un ritratto che evoca l’energia dei sentimenti.
Tra gli altri spunta anche il quadro della pittrice, intitolato “I Mulini”, un omaggio alle rinnovabili e alle energie del pianeta. Dal peso della materia si giunge, dunque, alla leggerezza del pensiero, e mentre la pittrice indaga con un trittico di quadri su come il pensiero si estende nel tempo, dal giorno alla notte (“perché di notte si continua a pensare” sottolinea la Pugno), Hoffstädter le risponde con la metafora della leggerezza richiamando Pegaso, il cavallo alato: una scultura fatta di bronzo e piume rappresenta due ali che si spiegano, raccontando così il desiderio di evasione.

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