Il Guardian: la casa dei gladiatori? Non sarà l’ultimo crollo
Il Guardian: la casa dei gladiatori? Non sarà l’ultimo crollo
Corriere di Mezzogiorno 14 nov 2010 Caserta
Parla Andrew Wallace-Hadrill, l’archeologo con oltre 20 anni di esperienza negli scavi
NAPOLI— La Casa dei gladiatori non sarà certamente l’ultimo tesoro di Pompei a crollare. Soprattutto se il mantenimento del sito rimarrà quello che è. Lo denuncia il professor Andrew Wallace-Hadrill, archeologo con oltre 20 anni di esperienza a Pompei, in un’intervista al Guardian. «Potrebbero anche essere spese decine di milioni e il sito potrebbe non rimanere protetto», afferma, sottolineando che le case romane non erano state costruite per durare in eterno. Le critiche alla soprintendenza di Napoli sono «facili e ingiuste», dice, precisando che «queste strutture sono talmente uniche che stiamo cercando di ottenere da loro di più di ciò per cui erano state costruite».
Ma resta che «una gran parte del sito sta crollando» e «gli edifici che sono stati portati alla luce devono essere conservati in modo appropriato», anzi «Pompei continuerà a decadere, a meno che non si metta in opera una manutenzione più accurata su base regolare», spiega invece Jo Berry, archeologa della Swansea University, autrice del saggio The Complete Pompeii, convinta anche lei che «le persone che lavorano al sito, molte da diversi anni, fanno il meglio che possono in una situazione difficile».
«La maggior parte dei musei italiani ed alcuni fra i più importanti siti culturali del paese sono chiusi per un atto di protesta contro una legge dell’esecutivo che prevede il taglio dei fondi», è quanto dice invece il sito della Bbc, la più importante struttura radiotelevisiva del Regno Unito e tra le maggiori mondiali, che ha scelto di aprire così la pagina culturale. L’emittente prosegue affermando che «centinaia di musei, gallerie d’arte e siti archeologici hanno aderito alla mobilitazione». La Bbc fornisce anche una spiegazione degli effetti economici della legge 122, specificando che «il partimonio culturale italiano supera quello di qualsiasi altra nazione». «Il crollo di una struttura a Pompei la scorsa settimana — dice la Bbc — ha messo in discussione le effettive capacità del territorio (italiano ndr) di amministrare le sue ricchezze».
E dalla capitale pure giungono critiche alla disastrosa gestione del sito archeologico. «La grande attenzione dimostrata dalla stampa e dai network internazionali dimostra quanto sia eclatante la disattenzione che il governo italiano, ormai da anni, riserva alla cultura nel nostro paese», dice l’assessore romano alle Politiche culturali e della Comunicazione Umberto Croppi. «Non era mai successo prima che in Italia tutto il mondo della cultura e tutte le amministrazioni locali, di qualsiasi colore politico, si attivassero in maniera così compatta ed energica per denunciare la catastrofe verso cui si sta avviando la gestione della cultura in Italia».
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