Parco di Veio, discariche ad ogni angolo
Parco di Veio, discariche ad ogni angolo
ELENA PANARELLA
Il Messaggero 20/10/2008
Un nuovo insulto nel Parco di Veio. Dopo le discariche a cielo aperto, gli abusi edilizi, gli scavi archeologici lasciati incustoditi, quest`area immensa di quindicimila ettari, e ricoperta
in gran parte da rifiuti di ogni genere. Materassi, frigoriferi, carcasse di auto, motorini, bombole del gas, divani. Ma anche mobili, reti, resti di cucine e pali della luce accatastati accanto alle tombe etrusche e alle bellezze naturali del Parco regionale di Veio. Montagne di rifiuti abbandonati persino all`ingresso della
strada che porta alla chiesa più significativa del parco, il Santuario della Madonna del Sorbo, tra Campagnano e Formello.
«E` veramente un peccato vedere questo luogo trasformarsi sempre più in una gigantesca discarica. Qualcuno salvi il parco», raccontano Marco e Sandra F., a passeggio all`interno del parco. «Non è bastato tutto lo scempio fatto negli anni - si sfogano entrambi - ora mentre cammini invece di imbatterti nelle splendide
necropoli, trovi solo rottami. E` una vergogna; nessuno interviene». C`è anche chi segue dei percorsi fai-da-te, in
bicicletta. «Questo patrimonio lo stiamo distruggendo - si
sfoga, Carlo Servi, che ogni domenica, percorre chilometri con la sua bici - Il valore storico, archeologico e paesaggistico deve fare purtroppo i conti con lo stato cronico di abbandono e con i continui scempi ambientali. Ma lo stato di abbandono di questo luogo sta anche nella completa mancanza di cartelli, di punti di riferimento».
L`attuale stato di abbandono e di degrado all`interno del Parco «impone una seria riflessione su come l`Ente di gestione intende perseguire i suoi scopi fondamentali di tutela e valorizzazione
dei territorio», ribadisce Luigi Camilloni, Presidente dell`Osservatorio Sociale.
«Il fenomeno dell`abbandono indiscriminato dei rifiuti sia speciali che ingombranti prosegue Camilloni - non risparmia neanche l`area archeologica di Veio (area urbana e necropoli monumentali circostanti) dove addirittura interi sentieri sono lastricati di calcinacci e a pochi passi dalla necropoli di Monte Michele si possono vedere carcasse di motorini, sedili e rottami di autoveicoli. Per non parlare dei frigoriferi, delle bombole del gas e di altro vario genere di rifiuti abbandonati all`interno dei sistemi di cunicoli di drenaggio e captazione che risalgono alla metà del VI secolo a.C. e che costituiscono ancora una peculiare e suggestiva caratterizzazione del paesaggio agrario antico della zona». E una vergogna a cielo aperto «che tonnellate e tonnellate di rifiuti di vario genere siano abbandonati ovunque all`interno del Parco ed anche in un`area di grande interesse nazionale come quella archeologica dell`antica città di Veio - continua il presidente dell`Osservatorio sociale - che la vede in gran parte ancora da scavare e studiare ma soprattutto da rendere fruibile in tutte le sue parti, perché in tutto il territorio sono state individuate una fitta maglia d`insediamenti antichi». Il Parco di Veio era sorto al fine di salvaguardare gli habitat naturali e la biodiversità delle aree a Nord di Roma, oltre che per tutelare e valorizzare i beni archeologici e le zone di valore storico artistico. I cittadini non vogliono ragsegiarsi, e sperano in un cambiamento. «Ogni tanto fanno piccoli interventi ma a poco servono,
visti i risultati. Non possiamo abbandonare il parco nelle mani
di chi vuole distruggerlo e far finta di niente», racconta un gruppo di anziani. Lo scorso maggio è stata scoperta dai guardiaparco nella zona di Pisciacavallo, in prossimità del torrente Fosso della Torraccia, all`altezza del ventunesimo chilometro della via Flaminia, una grossa discarica.
I guardiaparco avevano visto due camion in procinto di scaricare altro materiale. La scoperta della enorme discarica è avvenuta in seguito ad un controllo su un`area di circa 4 ettari che aveva già subito in passato sei sequestri cautelativi per opere abusive, All`origine dell`intervento c`era stato un esposto. Qualcuno aveva notato lavori abusivi, la modifica del livellamento del terreno. Nell`area sequestrata c`era anche una piazzola per il ricovero di autocarri, oltre ad una montagna di rifiuti costituita soprattutto da materiale proveniente da demolizioni: asfalto, cemento, calcinacci, traversine ferroviarie, ferro. Tutto materiale che avrebbe dovuto essere stoccato in una discarica per rifiuti speciali.
ELENA PANARELLA
Il Messaggero 20/10/2008
Un nuovo insulto nel Parco di Veio. Dopo le discariche a cielo aperto, gli abusi edilizi, gli scavi archeologici lasciati incustoditi, quest`area immensa di quindicimila ettari, e ricoperta
in gran parte da rifiuti di ogni genere. Materassi, frigoriferi, carcasse di auto, motorini, bombole del gas, divani. Ma anche mobili, reti, resti di cucine e pali della luce accatastati accanto alle tombe etrusche e alle bellezze naturali del Parco regionale di Veio. Montagne di rifiuti abbandonati persino all`ingresso della
strada che porta alla chiesa più significativa del parco, il Santuario della Madonna del Sorbo, tra Campagnano e Formello.
«E` veramente un peccato vedere questo luogo trasformarsi sempre più in una gigantesca discarica. Qualcuno salvi il parco», raccontano Marco e Sandra F., a passeggio all`interno del parco. «Non è bastato tutto lo scempio fatto negli anni - si sfogano entrambi - ora mentre cammini invece di imbatterti nelle splendide
necropoli, trovi solo rottami. E` una vergogna; nessuno interviene». C`è anche chi segue dei percorsi fai-da-te, in
bicicletta. «Questo patrimonio lo stiamo distruggendo - si
sfoga, Carlo Servi, che ogni domenica, percorre chilometri con la sua bici - Il valore storico, archeologico e paesaggistico deve fare purtroppo i conti con lo stato cronico di abbandono e con i continui scempi ambientali. Ma lo stato di abbandono di questo luogo sta anche nella completa mancanza di cartelli, di punti di riferimento».
L`attuale stato di abbandono e di degrado all`interno del Parco «impone una seria riflessione su come l`Ente di gestione intende perseguire i suoi scopi fondamentali di tutela e valorizzazione
dei territorio», ribadisce Luigi Camilloni, Presidente dell`Osservatorio Sociale.
«Il fenomeno dell`abbandono indiscriminato dei rifiuti sia speciali che ingombranti prosegue Camilloni - non risparmia neanche l`area archeologica di Veio (area urbana e necropoli monumentali circostanti) dove addirittura interi sentieri sono lastricati di calcinacci e a pochi passi dalla necropoli di Monte Michele si possono vedere carcasse di motorini, sedili e rottami di autoveicoli. Per non parlare dei frigoriferi, delle bombole del gas e di altro vario genere di rifiuti abbandonati all`interno dei sistemi di cunicoli di drenaggio e captazione che risalgono alla metà del VI secolo a.C. e che costituiscono ancora una peculiare e suggestiva caratterizzazione del paesaggio agrario antico della zona». E una vergogna a cielo aperto «che tonnellate e tonnellate di rifiuti di vario genere siano abbandonati ovunque all`interno del Parco ed anche in un`area di grande interesse nazionale come quella archeologica dell`antica città di Veio - continua il presidente dell`Osservatorio sociale - che la vede in gran parte ancora da scavare e studiare ma soprattutto da rendere fruibile in tutte le sue parti, perché in tutto il territorio sono state individuate una fitta maglia d`insediamenti antichi». Il Parco di Veio era sorto al fine di salvaguardare gli habitat naturali e la biodiversità delle aree a Nord di Roma, oltre che per tutelare e valorizzare i beni archeologici e le zone di valore storico artistico. I cittadini non vogliono ragsegiarsi, e sperano in un cambiamento. «Ogni tanto fanno piccoli interventi ma a poco servono,
visti i risultati. Non possiamo abbandonare il parco nelle mani
di chi vuole distruggerlo e far finta di niente», racconta un gruppo di anziani. Lo scorso maggio è stata scoperta dai guardiaparco nella zona di Pisciacavallo, in prossimità del torrente Fosso della Torraccia, all`altezza del ventunesimo chilometro della via Flaminia, una grossa discarica.
I guardiaparco avevano visto due camion in procinto di scaricare altro materiale. La scoperta della enorme discarica è avvenuta in seguito ad un controllo su un`area di circa 4 ettari che aveva già subito in passato sei sequestri cautelativi per opere abusive, All`origine dell`intervento c`era stato un esposto. Qualcuno aveva notato lavori abusivi, la modifica del livellamento del terreno. Nell`area sequestrata c`era anche una piazzola per il ricovero di autocarri, oltre ad una montagna di rifiuti costituita soprattutto da materiale proveniente da demolizioni: asfalto, cemento, calcinacci, traversine ferroviarie, ferro. Tutto materiale che avrebbe dovuto essere stoccato in una discarica per rifiuti speciali.
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