"Stato d´emergenza per gli Scavi di Pompei"

CAMPANIA - "Stato d´emergenza per gli Scavi di Pompei"
PATRIZIA CAPUA
SABATO, 05 LUGLIO 2008 LA REPUBBLICA

Un commissario del governo contro il degrado, fra i nomi il prefetto Mori

Il ministro Bondi: "Un atto d´amore" Polemica fra soprintendenza e comune

DAL NOSTRO INVIATO
POMPEI - Un commissario straordinario per Pompei, basta con l´incuria e il degrado. Il governo annuncia lo stato di emergenza per la Città degli scavi, il sito archeologico più visitato al mondo. Per una situazione che «definire intollerabile è poco». Un provvedimento, spiega il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, che è «un atto d´amore nei confronti della cultura». Arriverà un commissario straordinario, precisa il ministero, che dovrà occuparsi dei conti, ma anche dell´ordine pubblico e della sicurezza.
Chi sarà non è ancora deciso, anche se nel dicastero di via del Collegio Romano circola il nome del prefetto Mario Mori. «Decideremo in settimana», taglia corto Bondi, e sarà una decisione, spiega, presa di concerto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il sottosegretario all´emergenza rifiuti Guido Bertolaso. Nessun commissariamento per il soprintendente archeologico Pietro Guzzo, assicura, che rimane responsabile della tutela e le cui competenze non vengono toccate. «Mi ha assicurato che collaborerà con il commissario». Da Pompei, Guzzo conferma: «Mi sento rafforzato e grato». Ma dietro le quinte sono in molti a leggere in questa decisione del governo un giudizio non proprio positivo dell´operato del soprintendente. Dai sindacati al sindaco di Pompei, Claudio D´Alessio, del Pd, che sottolinea «la pervicace volontà della soprintendenza nel rifiuto di qualsiasi collaborazione utile nella complessa azione della valorizzazione del patrimonio culturale presente nel territorio cittadino». Nella cerchia dei collaboratori più vicini a Guzzo, invece, la decisione suscita preoccupazione e sdegno: «È un´ingiustizia, qui lavoriamo per sopperire alle mancanze del ministero, che non integra il personale che va in pensione e della Regione Campania, che promette soldi per le aperture straordinarie e non mantiene». E azzardano: «C´è un disegno che va verso la privatizzazione. Pompei fa gola, ci sono grossi interessi, specie da quando la sovrintendenza è stata unificata a quella di Napoli. Guzzo sta facendo uno sforzo enorme per ripristinare anche la legalità».
Con il commissariamento, i riflettori si accendono ancora sull´incuria, l´inefficienza, il degrado nell´area della città romana, un´estensione di 66 ettari di cui 44 già riportati alla luce e 22 ancora da scavare. L´emergenza sono i servizi igienici insufficienti e mal tenuti, come scrivono i turisti nel libro blu dei reclami all´ufficio informazioni. Protestano perché le audio guide non funzionano, non ci sono le mappe per visitare il sito, mancano i custodi, non c´è il posto di guardia medica, e troppi cani randagi che invadono il percorso dei visitatori. «Quello che fa più arrabbiare i turisti», dice Mattia Buondonno, che ha guidato i Clinton a spasso tra le rovine, «è trovare i cancelli chiusi delle più belle case di Pompei». L´ultima casa aperta, dopo il restauro, è quella dei Ceii, una conquista di maggio. Chi arriva in questi giorni, in maggioranza turisti spagnoli e russi, trova chiusa per restauro la Casa dei Vettii, nel Foro, l´edificio di Eumachia, dove c´era il mercato della lana. Lavori di iniezioni di cemento sul tetto pericolante, nel Macellum, che conserva le teche con i calchi dei fuggiaschi in cerca di salvezza dall´eruzione. Chiusa, ma visitabile con prenotazione on line la Casa degli Amorini Dorati. Restano sempre aperte al pubblico le case del Fauno, della Caccia antica, della Fontana piccola, le Terme, gli edifici del grandioso Foro, il piccolo e il grande teatro, Villa dei misteri.

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