Pompei sempre più in rovina: arriva il commissario

CAMPANIA - Pompei sempre più in rovina: arriva il commissario
di Stefano Miliani
04 LUGLIO 2008, L'Unità

NOMINE L'unico bar chiuso, problemi alle fogne, case restaurate ma alcune non visitabili perché mancano i custodi oppure perché pochi sorveglianti, rappresentati da sindacati minori (una sigla pesa solo qui), possono bloccare molto, incuria e degrado costanti e di lunga data, un anno fa una colonna crollata e fu un avvertimento, non il vento. Per questo il sito archeologico di Pompei viene commissariato. Per un anno almeno. Su proposta del ministro dei beni culturali Sandro Bondi accolta in pieno ieri dal consiglio dei ministri. Questo mentre, denuncia la Uil, grazie al decreto legge112 Brunetta-Tremonti il ministero vede dimezzare la dotazione finanziaria 2008 (a 279 milioni di euro) e nel triennio 2009-11 subirà «tagli vicini al miliardo».
Un disastro. Il provvedimento su Pompei incontra il plauso dell'assessore campano al turismo Velardi, Pd («Decisione coraggiosa, mi sono preso rimbrotti quando ho indicato la necessità di un cambio radicale nella gestione del sito»), e del sindaco Claudio D'Alessio, Margherita, il quale rimprovera alla soprintendenza un totale «rifiuto» alle sue proposte di collaborazione. Il commissario sarà nominato a giorni e dovrà risistemare la gestione amministrativa e l’ordine pubblico del sito. Un provvedimento senza precedenti per un luogo culturale, tanto più clamoroso perché riguarda il «museo a cielo aperto» statale più visitato del nostro paese con 2 milioni e mezzo di ingressi l'anno, benché nei primi sei mesi del 2008 siano scesi a 1 milione 243mila rispetto al milione 424mila del primo semestre 2007, causa la non proprio invitante pubblicità nel mondo del caso-rifiuti. Eppure la rete di abitazioni romane, di vie in pietra, di resti di templi e anfiteatro soffre anche per i tanti turisti: l’ingresso costa 11 euro, il giro di soldi intorno alla città distrutta dal Vesuvio nel 79 d.C., dove pullulano bancarelle e vendita abusiva di guide, fa gola anche alla criminalità organizzata.
«Ferme restando le competenze in materia di tutela del soprintendente Guzzo, avrà compiti in materia di ordine, sicurezza pubblica e controllo sull'attività amministrativa », recita una nota del ministero. Che così vuole «proteggere» Guzzo, archeologo tra i più competenti in circolazione, al quale Bondi rinnova piena fiducia.
Il soprintendente si rallegra della decisione, da sempre denuncia problemi, e però viene «commissariato». Va spiegato che Pompei ha una struttura particolare: è una soprintendenza autonoma con 20 milioni d’incasso l’anno e ha, o dovrebbe avere perché così aveva stabilito a suo tempo Veltroni quando era ministro, un city manager. Un amministratore per gli aspetti amministrativi qui più complicati che altrove (si parlò anche di ingressi non sempre regolari). Quello nominato da Veltroni, Gherpelli, funzionò bene e risolse diversi problemini. Poi arrivarono, voluti da Urbani, il generale dell’aeronautica Lombardi e Crimaco, e funzionò meno bene: i rapporti con il soprintendente non sono stati idilliaci (così come non lo sono stati con l’archeologo De Simone, scelto da Rutelli nel 2007, durato un soffio e contestato da Guzzo) e senza un’intesa ai vertici non si procede. «Mi auguro che il commissario non sarà un mero ragioniere, serve una gestione ordinaria, nelle casse giacciono 70milioni di euro inutilizzati», denuncia il presidente dell’Osservatorio campano sul patrimonio culturale Antonio Irlando.

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