POMPEI: Il governo ha deliberato lo stato di emergenza per il sito.
CAMPANIA - POMPEI: Il governo ha deliberato lo stato di emergenza per il sito.
CARLO AVVISATI
05/07/2008 IL MATTINO
Bondi: è uno spettacolo insostenibile
«Vedere una delle aree archeologiche più importanti al mondo, sito dell'Unesco e patrimonio dell'umanità, che versa in condizioni che definire orribili, è dire poco …» Si ferma un attimo, Sandro Bondi, ministro per i Beni Culturali italiani da quasi due mesi, mentre chiarisce al Mattino i perché del provvedimento, da lui suggerito, con il quale il Consiglio dei Ministri ieri ha stabilito di dichiarare «per un anno lo stato d'emergenza dell'area archeologica di Pompei», disponendo poi l'invio nella città degli scavi di un commissario straordinario con compiti ben precisi in materia di ordine, sicurezza pubblica e di controllo sull'attività amministrativa del sito. Commissario che sarà scelto martedì o mercoledì prossimi tra un prefetto e un generale. Quindi, riprende: «La nostra è una misura resa necessaria dal perdurante stato di incuria in cui versa ormai da lungo tempo il sito. Nel corso di questi ultimi mesi ci sono state denunce, articoli e inchieste che hanno fatto emergere lo stato di degrado in cui si trovava e si trova l'area archeologica di Pompei, che appare assolutamente non tutelabile». Il fatto è che la città si sta letteralmente sfarinando: le pitture perdono lucentezza, si scollano dalle pareti e cadono sui pavimenti; i mosaici, per lo stress termico derivato dagli sbalzi di temperatura, spesso si gonfiano e si spaccano; le stesse murature accusano problemi di fragilità statica. Insomma per Pompei è continuo allarme. Occorrerebbe, dicono i tecnici pompeiani, una manutenzione a tappeto perché qualsiasi muro che crolla, qualsiasi reperto che si rompe è una traccia che si perde. Se a questo si aggiunge, come segnalato nel dossier inviato al ministro, che l'ingresso e l'uscita dei turisti è incontrollabile, che di notte ci sono continui tentativi di furto, che manca una mappatura esatta dell'area, che occorrerebbe una maggior vigilanza per motivi di sicurezza degli scavi: la salvaguardia dei reperti è affidata a poco meno di trecento custodi tra tutti i siti, allora ben si comprende la tragedia che vive di continuo la città. Per non dire di quei custodi che incassano «in proprio biglietti» per far vedere alcune aree ai turisti. Altro problema è il blocco dei finanziamenti pubblici perché non appare chiaro come gestire i fondi che la Regione potrebbe rendere disponibile. «È vero - conferma Salvatore Nastasi, capo gabinetto del ministro e commissario del Teatro San Carlo, che ha sostenuto il provvedimento di commissariamento assieme all'ufficio legislativo della Protezione civile e al Prefetto Pansa - Pompei vede ogni giorno proteste di turisti; la biglietteria spesso resta chiusa. Questa è la mossa dello Stato per riprendere il controllo sul più importante sito archeologico del mondo». «Quando ho indicato la necessità di un cambio di rotta nella gestione di uno dei siti archeologici più importanti del mondo - sottolinea Claudio Velardi, assessore al Turismo della Giunta Bassolino - mi hanno attaccato, c'è chi ha ironizzato, qualcuno mi ha preso per matto: bacchettoni di ogni genere sono scesi in campo per difendere una situazione insostenibile, fatta di sciatterie, corporativismi, piccole e grandi illegalità. Oggi il governo ha preso una decisione importante e coraggiosa». Nella mancanza di dialogo tra Soprintendenza e Amministrazione cittadina. il sindaco Claudio D'Alessio intravede una delle cause del degrado di Pompei. Mentre per i sindacati «la situazione di incuria e di abbandono era palese a tutti, ma tutti hanno sempre fatto finta di non vedere», sottolineano Cisl e Uil-Beni culturali. «Sono un servitore dello Stato - precisa il Soprintendente Pietro Giovanni Guzzo - certo che vado avanti. Aspettiamo solo di leggere nei dettagli il provvedimento del ministro, del quale assicuriamo la piena osservanza». Anche perché l'azione del ministro non pare andare contro di lui. Anzi. «Ribadisco - sottolinea infatti Bondi - che il provvedimento non riguarda la Soprintendenza i cui compiti sono rimasti assolutamente nelle mani del professor Guzzo, una persona a cui rinnoviamo tutta la stima, l'ammirazione e la fiducia. Ma riguarda tutta la sfera dei servizi amministrativi, quella dell'ordine pubblico e della sicurezza».
CARLO AVVISATI
05/07/2008 IL MATTINO
Bondi: è uno spettacolo insostenibile
«Vedere una delle aree archeologiche più importanti al mondo, sito dell'Unesco e patrimonio dell'umanità, che versa in condizioni che definire orribili, è dire poco …» Si ferma un attimo, Sandro Bondi, ministro per i Beni Culturali italiani da quasi due mesi, mentre chiarisce al Mattino i perché del provvedimento, da lui suggerito, con il quale il Consiglio dei Ministri ieri ha stabilito di dichiarare «per un anno lo stato d'emergenza dell'area archeologica di Pompei», disponendo poi l'invio nella città degli scavi di un commissario straordinario con compiti ben precisi in materia di ordine, sicurezza pubblica e di controllo sull'attività amministrativa del sito. Commissario che sarà scelto martedì o mercoledì prossimi tra un prefetto e un generale. Quindi, riprende: «La nostra è una misura resa necessaria dal perdurante stato di incuria in cui versa ormai da lungo tempo il sito. Nel corso di questi ultimi mesi ci sono state denunce, articoli e inchieste che hanno fatto emergere lo stato di degrado in cui si trovava e si trova l'area archeologica di Pompei, che appare assolutamente non tutelabile». Il fatto è che la città si sta letteralmente sfarinando: le pitture perdono lucentezza, si scollano dalle pareti e cadono sui pavimenti; i mosaici, per lo stress termico derivato dagli sbalzi di temperatura, spesso si gonfiano e si spaccano; le stesse murature accusano problemi di fragilità statica. Insomma per Pompei è continuo allarme. Occorrerebbe, dicono i tecnici pompeiani, una manutenzione a tappeto perché qualsiasi muro che crolla, qualsiasi reperto che si rompe è una traccia che si perde. Se a questo si aggiunge, come segnalato nel dossier inviato al ministro, che l'ingresso e l'uscita dei turisti è incontrollabile, che di notte ci sono continui tentativi di furto, che manca una mappatura esatta dell'area, che occorrerebbe una maggior vigilanza per motivi di sicurezza degli scavi: la salvaguardia dei reperti è affidata a poco meno di trecento custodi tra tutti i siti, allora ben si comprende la tragedia che vive di continuo la città. Per non dire di quei custodi che incassano «in proprio biglietti» per far vedere alcune aree ai turisti. Altro problema è il blocco dei finanziamenti pubblici perché non appare chiaro come gestire i fondi che la Regione potrebbe rendere disponibile. «È vero - conferma Salvatore Nastasi, capo gabinetto del ministro e commissario del Teatro San Carlo, che ha sostenuto il provvedimento di commissariamento assieme all'ufficio legislativo della Protezione civile e al Prefetto Pansa - Pompei vede ogni giorno proteste di turisti; la biglietteria spesso resta chiusa. Questa è la mossa dello Stato per riprendere il controllo sul più importante sito archeologico del mondo». «Quando ho indicato la necessità di un cambio di rotta nella gestione di uno dei siti archeologici più importanti del mondo - sottolinea Claudio Velardi, assessore al Turismo della Giunta Bassolino - mi hanno attaccato, c'è chi ha ironizzato, qualcuno mi ha preso per matto: bacchettoni di ogni genere sono scesi in campo per difendere una situazione insostenibile, fatta di sciatterie, corporativismi, piccole e grandi illegalità. Oggi il governo ha preso una decisione importante e coraggiosa». Nella mancanza di dialogo tra Soprintendenza e Amministrazione cittadina. il sindaco Claudio D'Alessio intravede una delle cause del degrado di Pompei. Mentre per i sindacati «la situazione di incuria e di abbandono era palese a tutti, ma tutti hanno sempre fatto finta di non vedere», sottolineano Cisl e Uil-Beni culturali. «Sono un servitore dello Stato - precisa il Soprintendente Pietro Giovanni Guzzo - certo che vado avanti. Aspettiamo solo di leggere nei dettagli il provvedimento del ministro, del quale assicuriamo la piena osservanza». Anche perché l'azione del ministro non pare andare contro di lui. Anzi. «Ribadisco - sottolinea infatti Bondi - che il provvedimento non riguarda la Soprintendenza i cui compiti sono rimasti assolutamente nelle mani del professor Guzzo, una persona a cui rinnoviamo tutta la stima, l'ammirazione e la fiducia. Ma riguarda tutta la sfera dei servizi amministrativi, quella dell'ordine pubblico e della sicurezza».
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