NAPOLI - Memorie del sottosuolo perduto
NAPOLI - Memorie del sottosuolo perduto
GIULIO PANE
LUNEDÌ, 28 LUGLIO 2008 LA REPUBBLICA Pagina I - Napoli
L´analisi
Le notizie recentemente pubblicate sui ritrovamenti archeologici, veramente sorprendenti al di là delle stesse ovvie aspettative, per una città così intensamente stratificata come la nostra, inducono a qualche ulteriore considerazione. E ciò anche in rapporto a quanto scrive opportunamente Sergio Stenti sulla necessità non rinunciabile di un´attività di progettazione trasparente e duttile. Poiché infatti l´attività prevalente, negli scavi della metropolitana, è stata finora quella della documentazione e del rilievo delle emergenze archeologiche, sembra quasi che la problematica architettonica, e di restauro, non sia stata affatto affrontata. In altre parole, mentre le esigenze meccaniche e funzionali della progettazione ferroviaria hanno fissato determinati tracciati e individuato i punti di utilizzo delle linee della metropolitana, la relativa progettazione architettonica sembra averne seguito i dettami in modo passivo, ignorando quasi del tutto sia le inevitabili, prevedibili emergenze sotterranee, nella loro non rimovibile identità e localizzazione, sia ogni possibile variazione che, in seguito ai ritrovamenti, fosse necessario approntare e perseguire, attraverso una progettazione in progress, che si facesse carico della realtà dei luoghi così come essi venivano via via riconoscendosi e identificandosi, attraverso quella che è stata definita «la più estesa prospezione archeologica mai compiuta nel sottosuolo napoletano» (ingegner Silva).
GIULIO PANE
LUNEDÌ, 28 LUGLIO 2008 LA REPUBBLICA Pagina I - Napoli
L´analisi
Le notizie recentemente pubblicate sui ritrovamenti archeologici, veramente sorprendenti al di là delle stesse ovvie aspettative, per una città così intensamente stratificata come la nostra, inducono a qualche ulteriore considerazione. E ciò anche in rapporto a quanto scrive opportunamente Sergio Stenti sulla necessità non rinunciabile di un´attività di progettazione trasparente e duttile. Poiché infatti l´attività prevalente, negli scavi della metropolitana, è stata finora quella della documentazione e del rilievo delle emergenze archeologiche, sembra quasi che la problematica architettonica, e di restauro, non sia stata affatto affrontata. In altre parole, mentre le esigenze meccaniche e funzionali della progettazione ferroviaria hanno fissato determinati tracciati e individuato i punti di utilizzo delle linee della metropolitana, la relativa progettazione architettonica sembra averne seguito i dettami in modo passivo, ignorando quasi del tutto sia le inevitabili, prevedibili emergenze sotterranee, nella loro non rimovibile identità e localizzazione, sia ogni possibile variazione che, in seguito ai ritrovamenti, fosse necessario approntare e perseguire, attraverso una progettazione in progress, che si facesse carico della realtà dei luoghi così come essi venivano via via riconoscendosi e identificandosi, attraverso quella che è stata definita «la più estesa prospezione archeologica mai compiuta nel sottosuolo napoletano» (ingegner Silva).
Commenti