II sito archeologico minacciato. II governo e Pompei «E' stato di emergenza» Arriva il commissario

POMPEI - II sito archeologico minacciato. II governo e Pompei «E' stato di emergenza» Arriva il commissario
Alessandra Arachi
CORRIERE DELLA SERA 05-07-2008

II governo ha dichiarato lo stato di emergenza per il sito archeologico di Pompei: troppa incuria, assedio dei rifiuti, una folla di ambulanti e guide abusive. Ora si attende la nomina di un «commissario straordinario» che, ha detto il ministro Bondi, sarà un «uomo di istituzione».

Stato d'emergenza a Pompei Un commissario per gli Scavi
Passa il decreto. Bondi: «Poteri a una personalità autorevole» In lizza il prefetto Mori Le forze dell'ordine a tutela dell'area
Palazzo Chigi interviene per salvare Pompei. Il ministro per i Beni culturali: «II degrado è intollerabile»

ROMA—II provvedimento di Palazzo Chigi ieri è stato un decreto, espresso: dichiarazione dello stato di emergenza per gli scavi di Pompei. Non era mai successo. Che un governo italiano trattasse un sito archeologico come fosse uno tsunami.
«Ma non si poteva più tollerare oltre la situazione di degrado di un bene incommensurabile come quello di Pompei», garantisce Sandro Bondi, ministro per i Beni Culturali. Che ha persino faticato a credere a quanto scritto e documentato proprio sulle pagine del Corriere, qualche giorno fa.
«Sono grato alla denuncia del Corriere sullo stato deprimente in cui versano le rovine», dice Bondi, spiegando che ieri mattina il provvedimento dello stato di emergenza per gli scavi archeologici di Pompei non ha avuto soltanto l'unanimità del Consiglio dei ministri: «È stata un'approvazione entusiastica».
Incuria, degrado, furti, sfregi, danneggiamenti: bisogna girarli gli scavi di Pompei per crederci e capire. Un patrimonio dell'Umanità (e dell'Unesco) che il mondò ci invidia, sta andando alla deriva come una zatterina in preda al maremoto. Ed ecco lo stato di emergenza: durerà per un anno. Ecco l'arrivo di un commissario straordinario. Sarà nominato mercoledì prossimo dal ministro Bondi, insieme con i sottose-gretari alla presidenza Gian-ni Letta e Guido Bertolaso, con un decreto che ne preciserà anche le competenze.
Il nome che è più circolato in questi giorni è quello del prefetto Mario Mori, ex capo dei Ros e del Sisde. «Vogliamo una personalità autorevole che abbia poteri di emergenza concreti, reali», dice il ministro Bondi. E spiega: «H commissario dovrà occuparsi della gestione e dell'amministrazione. Ma anche, e soprattutto, delle questioni legate all'ordine pubblico e alla sicurezza. Verranno impiegate le forze dell'ordine per tutelare l'intera area. Ci sono anche le mani della criminalità organizzata sopra gli scavi di Pompei».
Quarantaquattro ettari di scavi e altri ventidue ettari di beni archeologici mai portati alla luce che oggi sono in balìa dei tombaroli. Ma non solo: sopra quei 22 etta-
ri mai scavati di Pompei, negli anni, si sono accumulate discariche abusive e, in più, sono state costruite le serre di contadini che con acqua e concimi potrebbero aver definitivamente deteriorato il patrimonio rimasto ancora sotto terra.
«Questo commissariamento è stato concordato con la Regione Campania, con Antonio Bassolino, con il quale c'è assoluta condivisione», garantisce il ministro dei Beni Culturali. E aggiunge: «Ho anche telefonato al soprintendente Giovanni Guzzo, al quale va la mia stima personale e che rimarrà a Pompei a ricoprire il suo ruolo, quello di archeologo».
Convenevoli a parte, il ministro Bondi è molto molto deciso: «Voglio lavorare su Pompei come il presidente Berlusconi sta lavorando su Napoli».
Non mancano certo le cose da fare. E anche, o soprattutto, le cose da capire. Come quei 70 milioni di euro nel bilancio degli scavi: come mai non sono stati mai spesi? Ce ne erano altri 30 di milioni di euro: nel 2006 l'al-lora ministro ai Beni Culturali Buttiglione decise di riprenderli indietro, chissà se infastidito dagli sperperi.
Ma adesso si cambia registro. L'attuale titolare dei Beni Culturali non ha dubbi: «Questo grande interesse del governo su Pompei deve servire a dirottare sulle rovine tutte le risorse possibili. Quelle private, innanzitutto, anche straniere. Per questo andrò io, di persona: il prossimo 18 luglio sarò alle rovine di Pompei insieme con il nuovo commissario straordinario».
Anche Claudio Velardi, assessore regionale al Turismo, aveva pensato di aprire gli scavi di Pompei ai privati. E dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno aveva annunciato di aver già preso contatti con colossal come Google e Microsoft per sponsorizzazioni e partnership.
Non c'è molto tempo da perdere: tra le rovine di una delle Sette meraviglie del mondo se ne è già perso fin troppo. Basti pensare ai trent'anni che non sono stati sufficienti per ultimare i restauri dell'Antiquarium, il museo. O ai ventuno trascorsi senza che venissero conclusi gli ultimi scavi fatti a Pompei, quelli della Casa dei Casti Amanti.
Tutto questo è bastato a Roman Polanski per fuggire a gambe levate dalle rovine. Con un paradosso davvero triste: il suo film su Pompei, il regista lo sta girando in Spagna.

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