Settis boccia la Regione "Ambiente merce di scambio"
TOSCANA - Settis boccia la Regione "Ambiente merce di scambio"
MASSIMO VANNI
DOMENICA, 29 GIUGNO 2008 LA REPUBBLICA Pagina II - Firenze
Il direttore della Normale al convegno dei comitati
La situazione spinge i Comuni a cercare entrate con gli oneri di urbanizzazione
Asor Rosa "Ambientalismo trasversale, apartitico e interclassista"
«Se ho bisogno di farmi operare posso forse andare in un ambulatorio? Decentrare si può fare solo se ci sono competenze, se non ci sono è negativo». Il direttore della scuola Normale di Pisa Salvatore Settis boccia così la politica di tutela territoriale della Regione Toscana, cioè il «Pit» varato dall´assessore Riccardo Conti che delega proprio ai Comuni la titolarità delle scelte urbanistiche. E la rete dei comitati capitanata dallo storico Alberto Asor Rosa, riunita a convegno sfidando l´afa a Vie Nuove, riapre il fronte.
In altre regioni le cose vanno peggio che in Toscana. Ma anche qui si contano ben 109 scempi, fanno i conti i comitati. E dire, come fa la Regione, «che più ci si avvicina al cittadino e più si tutela il paesaggio, è solo retorica», insiste Settis. «Più si scende e più invece si ha a che fare con gli interessi politici, più l´ambiente diventa merce di scambio», aggiunge l´archeologo che da anni si batte nel nostro Paese per la tutela del paesaggio». L´esatto opposto di quanto teorizzato e tradotto in norme (cioè nel Piano territoriale di coordinamento) dalla Regione, che affida la responsabilità ai Comuni.
Una scelta che Settis giudica rischiosa, dal momento che le criticità finanziarie spingono i Comuni a cercare entrate con gli oneri di urbanizzazione derivanti da nuovi insediamenti. Sempre più rischiosa profetizza il direttore della Normale: «Adesso una spinta che diventa ancora più forte con l´abolizione dell´Ici, aspettiamoci una nuova stagione di cementificazione».
Ma i comitati sono di destra o di sinistra? «Noi tiriamo dritto, il nostro neo-ambientalismo è traversale, apartitico e interclassista. Escludo che questo movimento sbocchi in un partito», sostiene Asor Rosa citando resistenza e Costituzione. Forse il movimento cercherà di farsi spazio a suon di liste civiche? «Preferirei parlare di "liste di cittadinanza" ma molto dipenderà dalle risposta dei governi locali. Certo la risposta del presidente toscano Claudio Martini, che considera i comitati un´opposizione estremistica, spinge nel senso di una contrapposizione», conclude Asor Rosa.
Davanti alla platea dei comitati, tra cui anche delegazioni di quelli della Val di Susa, del Veneto e del Lazio, a sorpresa è arrivato al microfono Massimo Morisi, garante regionale per la comunicazione nel governo del territorio: «Tra i 109 casi ci sono anche molti abusi, non si devono confondere le cose», ha premesso. Eppoi: «Anche a me, come a voi, le villette non piacciono, ma c´è un sacco di gente che le compra. Non vorrei che peccaste di autoreferenzialità, la Toscana resta uno dei luoghi più appetibili del mondo», dice sollevando rumore in platea. Risponde Ornella De Zordo di «Unaltracittà» dal tavolo della presidenza del convegno: «Autorefenziali noi? Abbiamo più volte proposto il confronto ma la Regione non ha mai accettato».
MASSIMO VANNI
DOMENICA, 29 GIUGNO 2008 LA REPUBBLICA Pagina II - Firenze
Il direttore della Normale al convegno dei comitati
La situazione spinge i Comuni a cercare entrate con gli oneri di urbanizzazione
Asor Rosa "Ambientalismo trasversale, apartitico e interclassista"
«Se ho bisogno di farmi operare posso forse andare in un ambulatorio? Decentrare si può fare solo se ci sono competenze, se non ci sono è negativo». Il direttore della scuola Normale di Pisa Salvatore Settis boccia così la politica di tutela territoriale della Regione Toscana, cioè il «Pit» varato dall´assessore Riccardo Conti che delega proprio ai Comuni la titolarità delle scelte urbanistiche. E la rete dei comitati capitanata dallo storico Alberto Asor Rosa, riunita a convegno sfidando l´afa a Vie Nuove, riapre il fronte.
In altre regioni le cose vanno peggio che in Toscana. Ma anche qui si contano ben 109 scempi, fanno i conti i comitati. E dire, come fa la Regione, «che più ci si avvicina al cittadino e più si tutela il paesaggio, è solo retorica», insiste Settis. «Più si scende e più invece si ha a che fare con gli interessi politici, più l´ambiente diventa merce di scambio», aggiunge l´archeologo che da anni si batte nel nostro Paese per la tutela del paesaggio». L´esatto opposto di quanto teorizzato e tradotto in norme (cioè nel Piano territoriale di coordinamento) dalla Regione, che affida la responsabilità ai Comuni.
Una scelta che Settis giudica rischiosa, dal momento che le criticità finanziarie spingono i Comuni a cercare entrate con gli oneri di urbanizzazione derivanti da nuovi insediamenti. Sempre più rischiosa profetizza il direttore della Normale: «Adesso una spinta che diventa ancora più forte con l´abolizione dell´Ici, aspettiamoci una nuova stagione di cementificazione».
Ma i comitati sono di destra o di sinistra? «Noi tiriamo dritto, il nostro neo-ambientalismo è traversale, apartitico e interclassista. Escludo che questo movimento sbocchi in un partito», sostiene Asor Rosa citando resistenza e Costituzione. Forse il movimento cercherà di farsi spazio a suon di liste civiche? «Preferirei parlare di "liste di cittadinanza" ma molto dipenderà dalle risposta dei governi locali. Certo la risposta del presidente toscano Claudio Martini, che considera i comitati un´opposizione estremistica, spinge nel senso di una contrapposizione», conclude Asor Rosa.
Davanti alla platea dei comitati, tra cui anche delegazioni di quelli della Val di Susa, del Veneto e del Lazio, a sorpresa è arrivato al microfono Massimo Morisi, garante regionale per la comunicazione nel governo del territorio: «Tra i 109 casi ci sono anche molti abusi, non si devono confondere le cose», ha premesso. Eppoi: «Anche a me, come a voi, le villette non piacciono, ma c´è un sacco di gente che le compra. Non vorrei che peccaste di autoreferenzialità, la Toscana resta uno dei luoghi più appetibili del mondo», dice sollevando rumore in platea. Risponde Ornella De Zordo di «Unaltracittà» dal tavolo della presidenza del convegno: «Autorefenziali noi? Abbiamo più volte proposto il confronto ma la Regione non ha mai accettato».
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