Ratto delle Sabine il primo è preistorico

La Repubblica 4.6.08
Anche gli uomini primitivi rapivano le donne dei nemici Lo rivelano gli studi su una fossa comune in Germania
Ratto delle Sabine il primo è preistorico
di Elena Dusi

Il mistero svelato: "Non c´erano ossa femminili perché avevano ucciso solo i maschi"

Cherchez la femme, per risolvere il primo giallo della storia. Sul luogo del delitto, 34 cadaveri con 7mila anni di storia sulle spalle e nessuna traccia femminile nei paraggi. «C´è un´unica spiegazione. Rapire le donne e portarle via era il vero obiettivo della guerra fra tribù» rivela Alex Bentley. L´antropologo dell´università inglese di Durham per risolvere il complicato caso del neolitico non ha fatto altro che pescare fra i resoconti della mitologia romana. Così al ratto delle Sabine, secondo la sua ricostruzione, si affianca un cruento precedente: quello della battaglia per le donne avvenuta a Talheim, in Germania, quasi 5mila anni prima della nascita di Cristo.
Fra i 34 scheletri accatastati nella fossa comune tedesca, in realtà, alcuni resti femminili ci sono. Ma secondo i ricercatori di Durham, che hanno ricostruito le loro caratteristiche biologiche nei dettagli, si trattava di bimbe o anziane (c´è anche una nonna). Gli uomini hanno quasi tutti i crani sfondati dal lato sinistro: sono stati probabilmente bendati e immobilizzati e poi uccisi con un colpo di ascia sulla testa. Le donne invece, risorsa preziosa nei tempi incerti del neolitico, sono state tutte rapite. Finite nel bottino dei guerrieri vincitori.
Erano vent´anni che gli antropologi si arrovellavano sul giallo di Talheim. La fossa comune fu scoperta negli anni ‘80 e fin da subito, con quei crani fratturati e i frammenti di freccia conficcati nelle ossa, servì a dimostrare che guerre e crudeltà erano prassi comune anche nell´età della pietra. E che la violenza era un carattere indelebile della natura umana. Bentley e i suoi collaboratori, ricostruendo le parentele tra gli sfortunati abitanti della fossa comune, hanno ora allargato la trama della storia, aggiungendo al capitolo del sangue anche quello del sesso.
Per ricostruire l´identità dei protagonisti del giallo - i dettagli sono pubblicati sulla rivista Antiquity - i ricercatori hanno puntato i loro strumenti sullo smalto dei denti. A partire dalle sostanze da cui è composto, è infatti possibile risalire a dieta e regione geografica di provenienza di ciascun individuo. Il primo passo è stato dividere gli scheletri in due. Da una parte c´era la tribù locale, che è stata assalita a colpi di ascia. I rivali erano probabilmente rimasti senza più donne e hanno deciso di scendere nella valle di Talheim dalla montagna in cui vivevano con intenzioni poco cavalleresche.
A lasciarci la pelle, nella mischia, sono stati 18 adulti e 16 bambini, tutti sepolti dai sopravvissuti senza troppe formalità in una buca lunga 3 metri. Fra gli uomini che hanno perso vita e moglie c´erano anche due fratelli, un padre morto con i suoi due bambini (fra cui una bimba di 11 anni), con una donna di 50 anni che probabilmente era la loro nonna. La tribù vittoriosa ha perso anche 4 guerriere di sesso femminile nello scontro, ma alla fine ne ha sicuramente guadagnato di più. «Nel neolitico si litigava per la terra e per il cibo, questo è certo. Ma ora abbiamo dimostrato che anche le donne erano motivo per scatenare una guerra» spiega Bentley. «Rispetto agli uomini, le guerriere erano evidentemente tenute in speciale considerazione. Per questo nonostante la sconfitta sono state lasciate tutte in vita». Con le Sabine o Elena di Troia, le donne delle caverne hanno condiviso un destino comune, e non c´è da sorprendersi. A loro è mancato solo un cantore disposto a tramandare la loro storia.

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