Paestum, rispuntano le mura di Poseidonia

CAMPANIA - Paestum, rispuntano le mura di Poseidonia
PAOLA DESIDERIO
04/06/2008 IL MATTINO

Paestum. Rivivono le mura dell’antica Poseidonia. Dal 2003 la cinta eretta a protezione della città dai Greci è oggetto di un attento lavoro di restauro e conservazione che ha consentito di riportare al loro splendore ben 1350 metri di mura. Dalla torre 28 alla torre angolare di nord-est, passando per Porta Sirena, i blocchi in travertino sono stati catalogati e riposizionati, a volte spostati per ulteriori lavori e poi riposizionati nuovamente. «Il lavoro si è svolto in due fasi – spiega la direttrice del parco archeologico e del Museo di Paestum, Marina Cipriani – La prima fase è stata resa possibile da fondi nazionali, nel 2003 e 2004, e ha riguardato il tratto che va da Torre 28 a Porta Sirena. La seconda fase è stata resa possibile dal Por Campania 2000-2006 e ha riguardato la zona delle mura che va da Porta Sirena alla torre angolare. Inizialmente è stato effettuato un rilievo della posizione dei blocchi. Sono stati catalogati e inseriti in un database in modo da poter rintracciare la loro posizione prima della pulizia e dello spostamento nei settori vicini. I lavori hanno riguardato sia l’esterno che l’interno». Così è capitato che lavorando intorno alle mura per renderle percorribili sia all’interno che all’esterno e scoprire i loro segreti, sono venute fuori altre testimonianze delle civiltà che vi hanno vissuto. «Quando le mura smisero di avere funzione difensiva intorno vi furono collocate delle tombe che risalgono all’epoca romana imperiale. Ne sono state recuperate circa cento. Tombe semplici, con copertura di tegole e all’interno il corredo costituito da una brocchetta, una lucerna, un chiodo e una moneta». In prossimità della Torre 28 è venuta fuori anche una scala di cui non si conosceva l’esistenza, nei pressi di Porta Sirena c’era, invece, un piccolo tempietto, risalente alla metà del quinto secolo a.C. I lavori stanno avvenendo in collaborazione con il dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Salerno, gli aspetti architettonici sono a cura di Ottavio Voza e Paolo Vitti. Sotto il coordinamento della direttrice Cipriani e della professoressa Angela Pontrandolfo, del dipartimento dei Beni culturali, nei lavori sono impegnati a tempo pieno gli archeologi Serena De Caro e Pietro Toro. Indispensabile si è rivelato l’uso del database per la catalogazione dei blocchi realizzato da Alfonso Santoriello. Intanto all’interno del museo è in fase di allestimento una sala che ospiterà i reperti di epoca preistorica e protostorica, centinaia di tombe dipinte di epoca lucana disposte su supporti mobili saranno presto visitabili. Nonostante un’inevitabile lieve calo di presenze, il 28 maggio Paestum contava ben 208.491 visitatori dall’inizio dell’anno. Efficace si sta rivelando la promozione all’estero. Dopo Amburgo, infatti, Paestum questo mese approda a Barlino per una mostra al museo Martin-Gropius-Bau dove saranno esposte 43 lastre tombali e sette tombe complete provenienti dal museo di Paestum e 55 dipinti che rappresentano i templi di Paestum, realizzati tra il 1750 e il 1850.

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