Un grande anello preistorico nel cantiere del S. Anna

Un grande anello preistorico nel cantiere del S. Anna
Roberto Caimi-Dario Lucca
La Provincia Como 03-07-2007

SAN FERMO DELLA BATTAGLIA Risalirebbe all’Età del Bronzo o addirittura al periodo precedente - Resta un mistero il perché sia stato costruito

Gli scavi archeologici hanno portato alla luce mura a secco che formano due cerchi concentrici con un diametro di 70 metri

SAN FERMO DELLA BATTAGLIA
«È sicuramente un ritrovamento molto particolare e, al tempo stesso, molto importante e inconsueto.
Nel suo genere, come vastità e struttura, non trova confronti in tutta l’Italia del Nord». È questa la fotografia che la dottoressa Stefania Iorio, responsabile della Soprintendenza dei beni archeologici di Milano, fornisce su quanto ritrovato all’interno del cantiere del nuovo ospedale Sant’Anna.
Cosa siano quei due grandi cerchi concentrici, settanta metri circa di diametro, quando e perché siano stati realizzati per il momento nemmeno l’archeologo sa, o forse preferisce attendere nuove conferme, spiegare.
Da una parte il cantiere della nuova struttura ospedaliera, dall’altra il lavoro certosino degli archeologi.
Da una parte le ruspe, dall’altra pala, piccone e attrezzi ancor più piccoli e precisi.
Si scava nella piana solcata dal Val Grande, un torrente di modeste dimensioni, e racchiusa tra le colline di San Fermo e Montano Lucino.
Come un piccolo scrigno ha conservato gelosamente sotto pochi centimetri di terra un tesoro preistorico ancora tutto da valutare che potrebbe risalire a 5mila anni fa.
Pietre su pietre, posizionate con pazienza e metodo che da gennaio sono via via diventate una sorta di muro sempre più grande che è andato via via formando un doppio anello dal quale si dirama una sorta di raggiera.
Metro dopo metro il «circulum» ha preso forma, alimentano stupore e curiosità tra gli stessi studiosi anche ancora non sanno dare risposte certe.
«Si tratta sicuramente di una struttura protostorica realizzata lungo il tracciato del fiume - spiega ancora da dottoressa Iorio - abbiamo liberato quasi tutta quella parte su cui insisterà il futuro edificio ospedaliero. I nostri scavi hanno così riportato alla luce una struttura decisamente inconsueta per la zona e per le dimensioni davvero enormi: settanta metri di diametro».
A gennaio si parlava di costruzioni dell’Età del ferro, questa datazione oggi può essere confermata?
«Nella stessa area sono state trovate alcune tombe collocabili in quel periodo, ma il grande manufatti è ancora più antico: dell’età del bronzo (tra il 3500 e il 1200 Avanti Cristo circa), forse ancora prima. Diciamo che non abbiamo ancora trovato elementi che ci permettano di collocare esattamente nel tempo la costruzione».
Resta avvolta nel mistero, un giallo ancora tutto da chiarire, a cosa serviva e perché è stato costruito il doppio anello. Su questo argomento la dottoressa Iorio prende tempo, non preferisce sbilanciarsi.
Anche se dalle sue parole traspare ottimismo: la soluzione sarebbe molto vicina, forse attende solo delle conferme.
«Sono domande che per il momento non hanno ancora una risposta - spiega - di certo il nostro lavoro non è finito.
Faremo altri scavi, più in profondità e dei piani operativi: a breve le idee saranno sicuramente più chiare. Per adesso mi sento di escludere che si tratti di una necropoli, le tombesono più recenti rispetto alla grande struttura».
Il mistero resta anche quando la domanda improvvisa un parallelo con una sorta di nuova Stonehenge.
La dottoressa Iorio non si scandalizza più di tanto per il paragone anche se precisa «che là c’erano elementi diversi».
«È sicuramente un ritrovamento molto importante e inconsueto senza paragoni in tutto il Nord Italia»

DOPO CHE IL SINDACO NON AVEVA CONVOCATO IL CONSIGLIO PER CHIARIRE LA VICENDA
La minoranza: un esposto ai carabinieri di Monza per tutelare il sito
SAN FERMO DELLA BATTAGLIA Il sindaco non aveva convocato la riunione straordinaria del consiglio comunale chiesta dalla minoranza sul caso dei reperti archeologici rinvenuti nel cantiere del nuovo ospedale. Per questo motivo i due consiglieri comunali del gruppo di “Nuova San Fermo con l’arcobaleno” hanno presentato un esposto ai carabinieri di Monza, nucleo operativo a tutela del patrimonio culturale della Regione Lombardia. L’obiettivo dichiarato è quello di una maggior vigilanza sul sito archeologico, non tanto quello di mettere i bastoni tra le ruote del cantiere.
«Da sempre abbiamo ritenuto la piana dei “Tre Camini” inadeguata per ospitare il nuovo ospedale così come espresso da Wwf e “Italia Nostra” che con documenti alla mano avevano dimostrato la conformazione idrogeologica e morfologica dell’intera area di cantiere non adeguata per un insediamento di tipo sanitario sia per motivi di natura tecnico-economica, ma anche e soprattutto perché area estremamente umida ed interessata dalla presenza di consistenti nebbie nelle mezze stagioni - scrivono i consiglieri Marte Ferrari e Giampiero Arnaboldi inviandone copia anche al direttore generale Roberto Antinozzi, al prefetto di Como Sante Frantellizzi, al presidente regionale Roberto Formigoni e al sindaco di San Fermo Pierluigi Mascetti - Oltre ai numerosi rinvenimenti archeologici nel 1968 in occasione della realizzazione dell’autostrada Grandate-Chiasso ecco che dallo scorso gennaio sono emersi nuovi reperti archeologici risalenti al periodo protostorico che hanno portato ad un immediato interessamento della Sovrintendenza ai Beni Archeologici che si è però limitata per alcuni giorni ad un primo e superficiale esame in loco dei reperti a seguito del quale l’area è stata in qualche modo delimitata.
Dopo ciò sulla delicata questione è caduto un silenzio che non possiamo accettare».
«Da qui - continua l’esposto - la decisione di presentare la denuncia ai carabinieri del reparto di Monza affinché sia imminente un autorevole intervento degli uomini dell’arma al fine di salvaguardare un patrimonio dello Stato quale appunto sono i reperti archeologici individuati o da individuare nel cantiere. Ai sensi di legge chiediamo verifiche dettagliate e indagini approfondite con l’obiettivo di salvare il salvabile, musealizzando in loco i reperti non amovibili e integrando così cultura e servizio pubblico, nell’intereresse generale».
«Non ho motivi di credere - ha commentato il sindaco Mascetti - che sia la Regione Lombardia che la società che sta costruendo il nuovo nosocomio comasco si siano mosse con tutti gli avvertimenti del caso. Per quel che mi è dato sapere tutto è in regola e sono convinto che anche le eventuali e successive verifiche dei carabinieri di Monza certificheranno che al cantiere del nuovo ospedale Sant’Anna si stanno eseguendo i lavori ad arte e nel pieno rispetto delle normativi vigenti».

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