Torture, Bush ammette: ero d’accordo. Non ci trova nulla di «sbalorditivo»

l’Unità 13.4.08
Torture, Bush ammette: ero d’accordo. Non ci trova nulla di «sbalorditivo»
di Marina Mastroluca

Il presidente Bush ammette in un’intervista alla Abc di aver sempre saputo: le riunioni per decidere sull’uso di interrogatori «ruvidi» per far confessare i detenuti si sono tenute alla Casa Bianca. Lui non partecipava, ma le aveva autorizzate. Dei dettagli - quali pratiche, quante volte applicarle, implicazioni legali - se ne è occupato il suo stato maggiore: il vicepresidente Cheney, l’allora segretario di Stato Colin Powell, il ministro della giustizia Ashcroft e Condoleezza Rice, ancora consigliera alla sicurezza nazionale. Approvato anche il waterboarding, l’annegamento simulato. Bush: «Ma non è illegale».

Tortura sui detenuti, Bush: «L’ho autorizzata io, ma non è illegale»
Deciso in incontri alla Casa Bianca il ricorso a waterboarding e altre «tecniche d’interrogatorio». Il presidente alla Abc: «Avevamo pareri legali favorevoli»

Sulle foto di Abu Ghraib lui non c’era. C’era una ragazzina in divisa che teneva al guinzaglio uomini nudi e che per questo è stata condannata. C’erano altri come lei, qualcuno è finito a processo, qualcuno ha perso i gradi. Mele marce, si disse allora, mentre l’inchiesta inesorabilmente mostrava che c’era un filo conduttore nella catena di comando che portava molto più in alto dei militari di leva. Dopo lo scandalo, i metodi della Cia erano stati discussi e approvati anche nelle alte sfere dell’amministrazione Bush. E il presidente sapeva, ha sempre saputo: gli incontri per discutere nel dettaglio le tecniche di pressione negli interrogatori - incluso l’annegamento simulato, il waterboarding - si svolgevano nella Situation room della Casa Bianca. Bush sapeva e aveva dato la sua benedizione, è stato lui stesso a dirlo in un’intervista alla AbcNews.
«Cominciammo a studiare che cosa fare per proteggere il popolo americano - ha detto il presidente Usa -. Sapevo che il Consiglio di sicurezza si era incontrato e avevo approvato».
Gli incontri, secondo l’emittente tv, sono andati avanti per mesi. Il presidente non partecipò mai in prima persona, ma era informato di tutto. Bush non c’era, come non era ad Abu Ghraib, né a Guantanamo, né nelle carceri segrete della Cia. Ma approvava il modo di fare, gli abusi, le torture asetticamente classificate sotto la voce «tecniche avanzate di interrogatorio» e dettagliatamente esaminate alla Casa Bianca.
Alle riunioni erano presenti il vice-presidente Dick Cheney, il segretario di Stato Colin Powell, il capo del Pentagono Donald Rumsfeld, il ministro della giustizia John Ashcroft, il capo della Cia George Tenet e l’allora consigliera alla sicurezza nazionale, Condoleezza Rice: la spina dorsale dell’amministrazione Bush. Gli incontri servirono a mettere a punto una procedura degli interrogatori, dettagliando le pratiche ammesse, il numero di volte che potevano essere usate con un singolo detenuto, il ricorso a tattiche combinate - diversi sistemi di tortura - per piegare i più duri. Si parlò di schiaffi, privazione del sonno e waterboarding, ci furono anche simulazioni «coreografate» per far comprendere di che si trattasse. C’erano posizioni contrastanti, in particolare Colin Powell e Ashcroft non erano d’accordo, il segretario alla Giustizia sembrava a disagio persino a discutere dell’argomento alla Casa Bianca. «La storia non lo giudicherà con favore», aveva detto in uno degli incontri. Ma l’opposizione non è mai sfociata in un no aperto, alla fine il via libera alla tortura - mai nominata come tale - è stato approvato.
Vennero chiesti pareri legali, in particolare sul waterboarding, una pratica per la quale il Congresso Usa ha recentemente chiesto la messa al bando, scontrandosi con il veto della Casa Bianca. «Avevamo pareri legali che ci autorizzavano a usarlo - ha spiegato Bush alla Abc -. E no, non avevo alcun problema nel cercare di capire cosa sapeva Khalid Sheikh Mohammed. È importante che gli americani sappiano chi è. È la persona che ha ordinato le stragi dell’11 settembre».
Contattati dalla Abc i portavoce di Tenet e Rumsfeld non hanno voluto rispondere. Altrettanto ha fatto la Casa Bianca per conto di Cheney e di Condoleezza Rice, mentre Ashcroft non è stato raggiunto. Colin Powell ha replicato di «non avere abbastanza memoria per ricordare», precisando che «nulla di quello che è stato discusso in quegli incontri era illegale». Bush invece ha confermato. Ma, ha detto alla Abc, non gli sembrava che la notizia fosse poi così «sbalorditiva».

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