Lombardia, una tomba di cemento per il verde

Lombardia, una tomba di cemento per il verde
Coldiretti Milano e Lodi
Il Manifesto (Milano) 24/04/2008

Una colata di cemento si sta mangiando i campi della Lombardia.
A lanciare l`allarme sono le associazioni delle imprese agricole, Coldiretti di Milano e Lodi, Confagricoltura e Cia che hanno presentato i dati sul trend di scomparsa delle aree verdi attorno al capoluogo e nelle altre province della regione.
Fra la provincia di Milano e l`area metropolitana si arriva, secondo dati del Politecnico, a oltre il 42 per cento del consumo di suolo con quasi 840 chilometri quadrati fra terreni già urbanizzati e altri ancora da edificare. La situazione peggiore si registra nella zona a nord di Milano (con una fetta già consumata e a rischio dell`83 per cento), all`interno del capoluogo (70 per cento), nel Rhodense e nel Legnanese che si attestano sul 58 per cento e la Brianza sul 54 per cento. "A forza di asfalto e cemento rischiamo di trovarci senza più terreni sufficienti da coltivare, con un conseguente danno per l`ambiente.
Noi non siamo contro tutto a priori, ma serve una politica di concertazione sull`uso del territorio che veda coinvolto in prima persona chi di questo territorio si occupa, fra cui noi", dicono gli agricoltori, che in questa battaglia sono affiancati da Legambiente, Wwf, Fai e associazioni dei consumatori.
Attorno al capoluogo lombardo c`è la situazione peggiore con la Tem (Tangenziale est esterna) che per 40 chilometri attraverserà il Parco agricolo Sud Milano, con la Brebemi che si collegherà alla Tem all`altezza di Melzo, con raddoppio della Paullese fra Milano e Crema, con il collegamento della Tem alla Cerca nell`area di Melegnano. Senza dimenticare poi tutto il sistema degli accessi alla Fiera e all`aeroporto di Malpensa, i collegamenti fra la Padana superiore e la Tangenziale Ovest con 14 svincoli fra Abbiategrasso e Magenta e il collegamento a nord con la Boffalora-Malpensa.
"Se andiamo avanti così più che infrastrutture in mezzo alla campagna lombarda, ci ritroveremo una spianata di capannoni e strade punteggiata ogni tanto da qualche terreno agricolo.
Un paradosso, vista l`importanza che le coltivazioni hanno sempre avuto e che stanno assumendo ancora di più oggi anche a livello internazionale -afferma Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti di Milano e Lodi - Il suolo non è una risorsa infinita. Non si può certo pensare di coltivare grano e mais sulla corsia di sorpasso della tangenziale o della Brebemi, o di trasformare l`ingresso di una cascina in un casello della Brebemi. Serve una mobilitazione che salvaguardi le aree agricole come zone ad alto valore ambientale evitando che finiscano cannibalizzate da strade che molte volte invece di diminuire il traffico, al contrario lo aumentano, con inquinamento e smog".
L`avanzata del cemento sta colpendo anche il sud della Lombardia, fra le province di Mantova, Lodi e Pavia, dove si stanno espandendo capannoni, strade e poli logistici. Secondo dati raccolti da Legambiente, fra il 1999 e il 2004, a Mantova
ogni anno sono spariti oltre 6 milioni di metri quadrati di terreni verdi, a Lodi oltre 2 milioni, a Pavia quasi 5 milioni e mezzo. Con indici di consumo procapite per abitante fra i più alti della Lombardia: 16 a Mantova, 11 a Lodi e anche a Pavia. Secondo gli agricoltori serve un atteggiamento responsabile degli enti locali per quanto riguarda le pianificazioni urbanistiche e i via libera a insediamenti che potrebbero stravolgere le ultime aree verdi rimaste. Una posizione condivisa anche da ambientalisti e consumatori con i quali Coldiretti, Confagricoltura e Cia stanno dando vita a un patto per la difesa del territorio.
(Coldiretti Milano e Lodi)

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