In Macedonia il sepolcro di Alessandro
LA SCOPERTA ARCHEOLOGICA In Macedonia il sepolcro di Alessandro
Emanuele Perugini
25/04/2008 IL MATTINO
È di Alessandro Magno e non del padre Filippo II il corredo funerario scoperto negli anni ’70 in una tomba in Macedonia. Ne sono convinti due archeologi, uno americano e l’altra greca, che hanno studiato in maniera approfondita il tumulo reale macedone portato alla luce nel 1977 da Manolis Andronikos nei pressi del villaggio di Verghinia. In particolare i due ricercatori ritengono che il corredo funerario scoperto in una delle tre tombe fosse in realtà appartenuto allo stesso Alessandro Magno e non a suo padre, assassinato da una congiura nel 336 avanti Cristo. come fino a oggi ritenuto. Tra i reperti tornati alla luce, un elmo di ferro, uno scettro lungo circa due metri, una corona d’argento, una meravigliosa corona d’oro, uno scudo da cerimonia, e tanti altri oggetti segni della dignità reale. Il cimitero reale macedone è costituito da un tumulo in cui sono state trovate tre tombe, una diversa dall’altra. Nella prima sono ospitati i resti di un uomo maturo, di una donna e di un neonato. Nella seconda sono stati trovati i resti di una giovane donna e di un uomo maturo. Infine nella terza sepoltura, caratterizzata da due ampie sale a volta, i resti di un adolescente. In una lunga intervista rilasciata al «National Geographic», Eugene N. Borza, professore della Pennsylvania State University, e Olga Palagia, dell’Università di Atene, spiegano come sono arrivati alla loro clamorosa scoperta. «Più lavoriamo - racconta Borza - e più emergono indizi a supporto della nostra interpretazione». Gli indizi più evidenti sono le tecniche di costruzione (la volta a botte, la cui prima apparizione in Grecia risale al 320 avanti Cristo) e la pittura che riporta motivi già orientalizzanti: lasciano quindi supporre di essere stati realizzati dopo la spedizione di Alessandro Magno in Asia. Un altro indizio è poi rappresentato dal lungo scettro, uguale a quello che viene raffigurato su molte monete coniate all’epoca di Alessandro Magno. Infine, nella tomba sono stati scoperti dei piccoli vascelli d’argento il cui carico è indicato con un’età di misura introdotta da Alessandro. «Questo - sottolinea Borza - vuol dire che la seconda tomba non è di Filippo II ma di un suo discendente. Probabilmente appartiene a Filippo III Arrideo, fratellastro di Alessandro che prese i simboli del potere reale per accreditare agli occhi dei sudditi la sua ascesa al trono dopo la morte di Alessandro Magno. Filippo II sarebbe invece quello sepolto nella prima tomba, mentre nella terza tomba ci sono le spoglie del figlio di Alessandro Magno e di Rossane, Alessandro IV, ucciso quando era ancora un ragazzo».
Emanuele Perugini
25/04/2008 IL MATTINO
È di Alessandro Magno e non del padre Filippo II il corredo funerario scoperto negli anni ’70 in una tomba in Macedonia. Ne sono convinti due archeologi, uno americano e l’altra greca, che hanno studiato in maniera approfondita il tumulo reale macedone portato alla luce nel 1977 da Manolis Andronikos nei pressi del villaggio di Verghinia. In particolare i due ricercatori ritengono che il corredo funerario scoperto in una delle tre tombe fosse in realtà appartenuto allo stesso Alessandro Magno e non a suo padre, assassinato da una congiura nel 336 avanti Cristo. come fino a oggi ritenuto. Tra i reperti tornati alla luce, un elmo di ferro, uno scettro lungo circa due metri, una corona d’argento, una meravigliosa corona d’oro, uno scudo da cerimonia, e tanti altri oggetti segni della dignità reale. Il cimitero reale macedone è costituito da un tumulo in cui sono state trovate tre tombe, una diversa dall’altra. Nella prima sono ospitati i resti di un uomo maturo, di una donna e di un neonato. Nella seconda sono stati trovati i resti di una giovane donna e di un uomo maturo. Infine nella terza sepoltura, caratterizzata da due ampie sale a volta, i resti di un adolescente. In una lunga intervista rilasciata al «National Geographic», Eugene N. Borza, professore della Pennsylvania State University, e Olga Palagia, dell’Università di Atene, spiegano come sono arrivati alla loro clamorosa scoperta. «Più lavoriamo - racconta Borza - e più emergono indizi a supporto della nostra interpretazione». Gli indizi più evidenti sono le tecniche di costruzione (la volta a botte, la cui prima apparizione in Grecia risale al 320 avanti Cristo) e la pittura che riporta motivi già orientalizzanti: lasciano quindi supporre di essere stati realizzati dopo la spedizione di Alessandro Magno in Asia. Un altro indizio è poi rappresentato dal lungo scettro, uguale a quello che viene raffigurato su molte monete coniate all’epoca di Alessandro Magno. Infine, nella tomba sono stati scoperti dei piccoli vascelli d’argento il cui carico è indicato con un’età di misura introdotta da Alessandro. «Questo - sottolinea Borza - vuol dire che la seconda tomba non è di Filippo II ma di un suo discendente. Probabilmente appartiene a Filippo III Arrideo, fratellastro di Alessandro che prese i simboli del potere reale per accreditare agli occhi dei sudditi la sua ascesa al trono dopo la morte di Alessandro Magno. Filippo II sarebbe invece quello sepolto nella prima tomba, mentre nella terza tomba ci sono le spoglie del figlio di Alessandro Magno e di Rossane, Alessandro IV, ucciso quando era ancora un ragazzo».
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