Vescovi, Veltroni non è Zapatero Basta leggere la storia
Vescovi, Veltroni non è Zapatero Basta leggere la storia
Liberazione del 19 marzo 2008, pag. 6
di Laura Eduati
Il 30 gennaio scorso la Conferenza episcopale spagnola dirama un documento sulle elezioni che si sarebbero svolte il 9 marzo, chiedendo ai cittadini di non votare Zapatero.
A dire il vero, nel documento il premier socialista non viene mai nominato. La formula utilizzata dai vescovi è molto più fine. Dicono agli spagnoli: non votate chi dialoga con l'Eta (cioè Zapatero); non votate chi introduce forme di unione diverse dal matrimonio eterosessuale (cioè Zapatero); né chi tenta di imporre l'ora di educazione civica (cioè Zapatero). Ecco uno stralcio del documento: « Non tutti i programmi sono ugualmente compatibili con la fede e le esigenze della vita cristiana, né sono in ugual misura vicini agli obiettivi e ai valori che i cristiani devono promuovere nella vita pubblica.
I cattolici e i cittadini che vogliano agire in maniera responsabile devono, prima di appoggiare con il voto l'una o l'altra proposta, soppesare le diverse offerte politiche tenendo conto del valore che ogni partito, ogni programma e ogni dirigente concede alla dimensione morale della vita (...). Non si deve confondere l'aconfessionalità o la laicità dello Stato con l'assenza di vincoli morali o l'esenzione dagli obblighi delle morali oggettive ».
« E' importante affrontare con determinazione e chiarezza di propositi, il pericolo di opzioni politiche e legislative che contraddicono i valori fondmentali e i principi antropologici ed etici radicati nella natura dell'essere umano come la difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale, e la promozione della famiglia fondata nel matrimonio, evitando di introdurre nell'ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuiranno a destabilizzarla, oscurando il suo carattere proprio e la sua insostituibile funzione sociale ».
Parole molto simili a quelle usate ieri dal segretario della Cei, mons. Giuseppe Betori, in riferimento alle elezioni italiane.
La risposta (furiosa) del partito socialista arriva il giorno dopo, il 31 gennaio: « L'immensa maggioranza degli spagnoli, cattolici e non cattolici, difendono lo Stato costituzionale e difendono una società laica, nella quale ogni singola persona abbia il diritto di vivere secondo le proprie idee e convinzioni, senza che nessuno imponga la sua dottrina agli altri. E' evidente che i vescovi che hanno firmato quel comunicato non credono in quel tipo di società. E' per questo motivo che sono così lontani dalla società spagnola di oggi ».
Il 10 marzo Walter Veltroni scrive una lettera di congratulazioni a Zapatero, per una vittoria che sente sua: « Il popolo spagnolo ha premiato il tuo governo che, negli ultimi 4 anni, ha saputo garantire alla Spagna più crescita ed equità e agli spagnoli più diritti e opportunità (...) .
Ieri Veltroni ha commentato benevolmente il comunicato dei vescovi italiani.
E il 17 dicembre, quando il consiglio comunale di Roma discuteva sull'istituzione del registro per le unioni civili, il segretario del Pd si trovava in Abruzzo. Risultato: la delibera non è passata, la maggior parte del Pd ha votato contro. Soltanto pochi giorni prima l' Avvenire e il cardinal Bertone avevano scongiurato Veltroni di non approvare il registro delle unioni civili. Con la benedizione di Paola Binetti.
Liberazione del 19 marzo 2008, pag. 6
di Laura Eduati
Il 30 gennaio scorso la Conferenza episcopale spagnola dirama un documento sulle elezioni che si sarebbero svolte il 9 marzo, chiedendo ai cittadini di non votare Zapatero.
A dire il vero, nel documento il premier socialista non viene mai nominato. La formula utilizzata dai vescovi è molto più fine. Dicono agli spagnoli: non votate chi dialoga con l'Eta (cioè Zapatero); non votate chi introduce forme di unione diverse dal matrimonio eterosessuale (cioè Zapatero); né chi tenta di imporre l'ora di educazione civica (cioè Zapatero). Ecco uno stralcio del documento: « Non tutti i programmi sono ugualmente compatibili con la fede e le esigenze della vita cristiana, né sono in ugual misura vicini agli obiettivi e ai valori che i cristiani devono promuovere nella vita pubblica.
I cattolici e i cittadini che vogliano agire in maniera responsabile devono, prima di appoggiare con il voto l'una o l'altra proposta, soppesare le diverse offerte politiche tenendo conto del valore che ogni partito, ogni programma e ogni dirigente concede alla dimensione morale della vita (...). Non si deve confondere l'aconfessionalità o la laicità dello Stato con l'assenza di vincoli morali o l'esenzione dagli obblighi delle morali oggettive ».
« E' importante affrontare con determinazione e chiarezza di propositi, il pericolo di opzioni politiche e legislative che contraddicono i valori fondmentali e i principi antropologici ed etici radicati nella natura dell'essere umano come la difesa della vita umana dal concepimento alla morte naturale, e la promozione della famiglia fondata nel matrimonio, evitando di introdurre nell'ordinamento pubblico altre forme di unione che contribuiranno a destabilizzarla, oscurando il suo carattere proprio e la sua insostituibile funzione sociale ».
Parole molto simili a quelle usate ieri dal segretario della Cei, mons. Giuseppe Betori, in riferimento alle elezioni italiane.
La risposta (furiosa) del partito socialista arriva il giorno dopo, il 31 gennaio: « L'immensa maggioranza degli spagnoli, cattolici e non cattolici, difendono lo Stato costituzionale e difendono una società laica, nella quale ogni singola persona abbia il diritto di vivere secondo le proprie idee e convinzioni, senza che nessuno imponga la sua dottrina agli altri. E' evidente che i vescovi che hanno firmato quel comunicato non credono in quel tipo di società. E' per questo motivo che sono così lontani dalla società spagnola di oggi ».
Il 10 marzo Walter Veltroni scrive una lettera di congratulazioni a Zapatero, per una vittoria che sente sua: « Il popolo spagnolo ha premiato il tuo governo che, negli ultimi 4 anni, ha saputo garantire alla Spagna più crescita ed equità e agli spagnoli più diritti e opportunità (...) .
Ieri Veltroni ha commentato benevolmente il comunicato dei vescovi italiani.
E il 17 dicembre, quando il consiglio comunale di Roma discuteva sull'istituzione del registro per le unioni civili, il segretario del Pd si trovava in Abruzzo. Risultato: la delibera non è passata, la maggior parte del Pd ha votato contro. Soltanto pochi giorni prima l' Avvenire e il cardinal Bertone avevano scongiurato Veltroni di non approvare il registro delle unioni civili. Con la benedizione di Paola Binetti.
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