Newroz di sangue, uccisi tre kurdi
Newroz di sangue, uccisi tre kurdi
di O. C.
Il Manifesto del 23/03/2008
Area calda In migliaia in strada anche in Turchia, dove l'esercito risponde con botte e arresti
È un Newroz all'insegna del sangue quello che si sta celebrando nelle zone kurde della Turchia ma anche della Siria. Il capodanno kurdo è stato ancora una volta il pretesto perché la repressione dello stato si scaricasse contro la gente che scendeva in piazza per chiedere pace e diritti, facendo festa, accendendo i fuochi che ricordano la vittoria del fabbro Kawa sul tiranno Dehak che governava quelle terre 26 secoli fa.
I morti sono stati almeno tre. In Siria. Centinaia i feriti e gli arrestati. L'associazione per i diritti umani in Siria, Ondus, riferisce che tre kurdi siriani sono stati uccisi a Qamishli, nella provincia nord orientale di Hasake, al confine con Turchia e Iraq, in scontri con le forze di sicurezza di Damasco. Secondo quanto riportato dall'associazione diritti umani, gli scontri si sarebbero verificati giovedì scorso in occasione delle celebrazioni del Newroz. La polizia ha cercato di disperdere la folla aprendo il fuoco. Nel marzo 2004 a Qamishli erano stati uccisi quaranta kurdi.
Ieri a Van, Hakkari e Sirt le forze di sicurezza turche hanno pesantemente colpito la folla decisa a celebrare il Newroz nonostante il divieto imposto dalle autorità. Fin dalla mattina centinaia di persone si erano radunate davanti alle sedi del Dtp, il partito della società democratica. La polizia, coadiuvata dai gendarmi, ozel tim (i corpi speciali) e agenti in borghese ha posto la città sotto stato d'assedio, cercando di limitare al massimo i movimenti delle persone. Le cariche sono cominciate subito, così come il lancio di lacrimogeni e i primi spari contro la folla. I dirigenti locali del Dtp sono stati sostanzialmente sequestrati all'interno della sede centrale del partito mentre la polizia perquisiva l'edificio. Le testimonianze parlano di devastazione all'interno degli uffici del partito pro kurdo che in parlamento ha 20 deputati. Anche una delegazione italiana di osservatori è stata oggetto della violenza della polizia. Il gruppo è stato riportato a forza in un albergo dal quale gli è stato impedito di uscire. Intanto fuori, per le strade di questa meravigliosa città sulle rive del lago vulcanico, la polizia non ha risparmiato nessuno.
Le prime immagini video e le prime fotografie non lasciano dubbi sull'efferatezza della repressione. Donne, bambini, anziani a terra inermi sotto i colpi dei manganelli e delle mazze in dotazione alla polizia turca. Sangue ovunque sulle strade. Urla e il suono delle pallottole e dei tank che hanno ricordato l'orrore della guerra (e non solo quella che l'esercito turco continua a combattere contro i guerriglieri del Pkk asserragliati in Iraq).
In serata i feriti erano oltre settanta. Molti sono stati portati in ospedale. Almeno cinque in condizioni gravi. I fermati sono stati 130, una trentina sono stati arrestati negli uffici del Dtp.
Anche a Sirt e Hakkari ci sono stati violenti scontri, con la polizia scatenata in una vera e propria caccia all'uomo. A Hakkari i feriti sono stati ventitrè e i fermati una trentina. La polizia è entrata anche negli ospedali continuando la repressione anche contro i feriti. Arresti si sono registrati in tutte le città kurde. Nonostante la repressione centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza.
Dopo l'operazione via terra e via aria dell'esercito turco, una vera e propria invasione del nord Iraq, conclusasi con il ritiro delle truppe che non sono riuscite (per problemi di clima ma anche strategici) nella loro missione, eliminare il Pkk, c'era grande attesa e nervosismo per le celebrazioni del Newroz. Anche perché nel tentativo di recuperare terreno con la popolazione kurda il premier Recep Tayyip Erdogan aveva prima promesso aiuti economici per la regione del sud est e quindi aveva annunciato una sua visita subito dopo il Newroz.
di O. C.
Il Manifesto del 23/03/2008
Area calda In migliaia in strada anche in Turchia, dove l'esercito risponde con botte e arresti
È un Newroz all'insegna del sangue quello che si sta celebrando nelle zone kurde della Turchia ma anche della Siria. Il capodanno kurdo è stato ancora una volta il pretesto perché la repressione dello stato si scaricasse contro la gente che scendeva in piazza per chiedere pace e diritti, facendo festa, accendendo i fuochi che ricordano la vittoria del fabbro Kawa sul tiranno Dehak che governava quelle terre 26 secoli fa.
I morti sono stati almeno tre. In Siria. Centinaia i feriti e gli arrestati. L'associazione per i diritti umani in Siria, Ondus, riferisce che tre kurdi siriani sono stati uccisi a Qamishli, nella provincia nord orientale di Hasake, al confine con Turchia e Iraq, in scontri con le forze di sicurezza di Damasco. Secondo quanto riportato dall'associazione diritti umani, gli scontri si sarebbero verificati giovedì scorso in occasione delle celebrazioni del Newroz. La polizia ha cercato di disperdere la folla aprendo il fuoco. Nel marzo 2004 a Qamishli erano stati uccisi quaranta kurdi.
Ieri a Van, Hakkari e Sirt le forze di sicurezza turche hanno pesantemente colpito la folla decisa a celebrare il Newroz nonostante il divieto imposto dalle autorità. Fin dalla mattina centinaia di persone si erano radunate davanti alle sedi del Dtp, il partito della società democratica. La polizia, coadiuvata dai gendarmi, ozel tim (i corpi speciali) e agenti in borghese ha posto la città sotto stato d'assedio, cercando di limitare al massimo i movimenti delle persone. Le cariche sono cominciate subito, così come il lancio di lacrimogeni e i primi spari contro la folla. I dirigenti locali del Dtp sono stati sostanzialmente sequestrati all'interno della sede centrale del partito mentre la polizia perquisiva l'edificio. Le testimonianze parlano di devastazione all'interno degli uffici del partito pro kurdo che in parlamento ha 20 deputati. Anche una delegazione italiana di osservatori è stata oggetto della violenza della polizia. Il gruppo è stato riportato a forza in un albergo dal quale gli è stato impedito di uscire. Intanto fuori, per le strade di questa meravigliosa città sulle rive del lago vulcanico, la polizia non ha risparmiato nessuno.
Le prime immagini video e le prime fotografie non lasciano dubbi sull'efferatezza della repressione. Donne, bambini, anziani a terra inermi sotto i colpi dei manganelli e delle mazze in dotazione alla polizia turca. Sangue ovunque sulle strade. Urla e il suono delle pallottole e dei tank che hanno ricordato l'orrore della guerra (e non solo quella che l'esercito turco continua a combattere contro i guerriglieri del Pkk asserragliati in Iraq).
In serata i feriti erano oltre settanta. Molti sono stati portati in ospedale. Almeno cinque in condizioni gravi. I fermati sono stati 130, una trentina sono stati arrestati negli uffici del Dtp.
Anche a Sirt e Hakkari ci sono stati violenti scontri, con la polizia scatenata in una vera e propria caccia all'uomo. A Hakkari i feriti sono stati ventitrè e i fermati una trentina. La polizia è entrata anche negli ospedali continuando la repressione anche contro i feriti. Arresti si sono registrati in tutte le città kurde. Nonostante la repressione centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza.
Dopo l'operazione via terra e via aria dell'esercito turco, una vera e propria invasione del nord Iraq, conclusasi con il ritiro delle truppe che non sono riuscite (per problemi di clima ma anche strategici) nella loro missione, eliminare il Pkk, c'era grande attesa e nervosismo per le celebrazioni del Newroz. Anche perché nel tentativo di recuperare terreno con la popolazione kurda il premier Recep Tayyip Erdogan aveva prima promesso aiuti economici per la regione del sud est e quindi aveva annunciato una sua visita subito dopo il Newroz.
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