Nicole Kidman: "Sono rassegnata fare l’attrice è una finzione"

La Repubblica 28.11.07
Nicole Kidman: "Sono rassegnata fare l’attrice è una finzione"
di Maria Pia Fusco

L’attrice australiana, che ha da poco compiuto 40 anni, fa un bilancio della vita e della carriera in occasione della presentazione a Londra del suo nuovo film "La bussola d´oro" in Italia il 13 dicembre

Malgrado le polemiche non è un film anti-religioso, sono cattolica e non l´avrei mai interpretato
Come mamma di due bambini sento la responsabilità di educarli e di affidare loro il futuro
Alla mia età non oso rifiutare le offerte Volterei le spalle alla fortuna. E non importa se qualche film non va
Non ho difficoltà a lavorare con creature inesistenti. Mi ricorda quando studiavo recitazione a scuola

Se nella vita, come nel film La bussola d´oro, potesse avere il suo daimon - l´animale parlante che rappresenta l´anima di una persona - Nicole Kidman sceglierebbe «un gattino, perché amo il latte, mi piace dormire e adoro essere coccolata. Però in certi giorni una tigre mi rappresenterebbe meglio, non credo ci sia bisogno di spiegare perché». Nel film di Chris Weitz dal libro di Philip Pullman, il daimon di Nicole Kidman è una scimmia dorata, iraconda e aggressiva, perché è l´anima di Marisa Coulter, il suo personaggio, una donna crudele e assetata di potere, che non esita a far sparire bambini per conto del Magisterium, l´entità che controlla l´umanità con un potere assoluto che nega il libero arbitrio e le ricerche della scienza. Per il Magisterium la «bussola d´oro», lo strumento che porta la conoscenza della verità, è una minaccia da distruggere e Lyra, la bambina di 12 anni che la possiede, per tenerla affronta mille pericoli in un mondo popolato di Gyziani (nomadi che vivono sull´acqua), streghe volanti (la più bella è Serafina Pekkala, Eva Green), orsi guerrieri, Ingoiatori che rapiscono i bambini, tartari e ogni tipo di daimon e animale immaginabile.
Prodotto dalla New Line e presentato in anteprima a Londra, La bussola d´oro uscirà in Italia il 13 dicembre distribuito dalla 01. Lo precedono polemiche e condanne da parte di organizzazioni cattoliche che vedono nel Magisterium un´accusa al potere religioso. Forse nei libri di Pullman i riferimenti religiosi sono più espliciti e l´insistenza sulla violenza contro i bambini suggerisce un´accusa alla pedofilia, ma nel film i toni sono sfumati e, dice la Kidman, «ne parlano senza aver visto il film, persone contrarie ad ogni critica o dialogo. Quando lo vedranno sono certa che ogni accusa si dissiperà. Ho avuto un´educazione cattolica, non avrei mai fatto un film antireligioso, mia nonna non me l´avrebbe perdonato. Non sono un´appassionata del genere fantasy ma questo film, va oltre la fantascienza, mi interessa il tema del libero arbitrio e la signora Coulter è un personaggio ricco che attraversa stati d´animo e pulsioni diverse, dalla crudeltà alla dolcezza di sentimenti materni, si trasforma nel corso della trilogia», dice la Kidman. E, come il resto del cast - dalla giovanissima Dakota Blue Richards (Lyra) a Daniel Craig che tra un Bond e l´altro ha infilato il ruolo di Lord Asriel, lo scienziato legato a Lyra, pronto a tutto pur di scoprire la verità di nuovi mondi - chiede di non giudicare il personaggio in questo primo film. La fine di La bussola d´oro infatti è spudoratamente sospesa, è, come dice il regista, «volutamente un lancio per La lama sottile e Il cannocchiale d´ambra, gli altri due titoli della trilogia di Pullman "Queste oscure materie".
Il progetto della trilogia (pubblicata in Italia da Salani), soddisfa l´ansia del cinema di trovare eroi per un pubblico giovane che, come Harry Potter o il popolo di "Il signore degli anelli", creino attesa e garantiscano il successo in serie. E che in questo caso «l´eroe sia al femminile e il futuro delle nuove generazioni sia affidato a una bambina per me è un elemento di interesse in più. Del resto è vero che il futuro del mondo è affidato ai nostri figli. Io ne ho due e, come tutti i genitori, sento la responsabilità di come educarli», dice la Kidman. Che ha firmato per i prossimi due film («Vedrete se sarò più cattiva io o Daniel Craig») e persevera in un´attività intensa e senza sosta, con il rischio di scelte infelici, come gli ultimi titoli - Fur, Vita da strega, Invasion, ecc. - e il sospetto di una carriera in bilico. A prescindere dall´esito di La bussala d´oro, l´attesa è per Margot at the wedding, interpreta una scrittrice, in crisi con se stessa e la sua famiglia.
«Da nove mesi vivo tra gli Usa e l´Australia, dove sto girando Australia con Buz Luhrmann, una vicenda d´amore che attraversa momenti epici della storia del nostro paese. Intanto ho fatto Margot, ed è vero che sto lavorando molto, troppo. Ma ho 40 anni, è un momento critico, che ho la fortuna di vivere senza contraccolpi, le offerte sono quelle di prima, non oso rifiutarle, sarebbe come voltare le spalle alla fortuna. E non importa se qualche film non va bene, per me ogni personaggio che faccio è importante, significa esperienza, significa crescita».
Con la signora Coulter è tornata all´esperienza di lavorare con bambini, dopo The others o Io sono Sean, una delle sue prime scelte bizzarre e tutt´altro che fortunate. Ma soprattutto «ho fatto l´esperienza di lavorare non solo con attori ma anche con animali, creature e oggetti inesistenti, da creare dopo al computer. Non ho avuto difficoltà, ho recuperato la memoria delle prime lezioni di recitazione, si imparava a "fare finta", si parlava a interlocutori inesistenti. E dopo un film come Dogville, dove non esisteva neanche un dettaglio di scenografia, non mi spaventa più nulla. Nel futuro del cinema il computer c´è, temo che sarà sempre più usato».

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