MATERA - Ecco il bottino dei «dauni»

MATERA - Ecco il bottino dei «dauni»
p.d.
29/10/2006, La Gazzetta del Mezzogiorno

Beni culturali : Era un vero e proprio tesoro. Ogni reperto sarà esposto permanen- temente sul sito internet dei carabinieri

Sono stati reiterati i dispositivi di custodia cautelare per 12 persone, riciclaggio l'accusa

Recuperata altra cospicua parte di opere d'arte e oggetti preziosi

La sala stampa del Comando provinciale dei carabinieri è un luogo in cui le vicende umane non sono quasi mai a lieto fine. Ieri mattina, per la seconda volta nel giro di pochi giorni, quell'ambiente si è invece illuminato di una luce insolita. Non quella artificiale delle fredde lampade al neon, ma dei caldi colori di vasellame del sesto secolo avanti Cristo, delle pennellate di dipinti attribuibili a Scuola Napoletana del Seicento e dello sfavillante luccichio di reliquari in argento sbalzato, anelli, collane, bracciali, orecchini antichi, gioielli tempestati di pietre preziose, posate d'argento, crocifissi metallici e in avorio, sculture lignee policrome e tanti, davvero tanti orologi d'epoca (le famose «cipolle» dei nonni) anche questi in oro o argento, alcuni finemente lavorati con inserti in madreperla e, non di rado, di grande marca. Centinaia di pezzi disposti sui tavoli della caserma, in modo da provocare un effetto insolito, «abbagliante», che non poteva non colpire anche l'occhio dell'osservatore più distratto. Ieri mattina, nuova conferenza stampa al Comando provinciale di Matera, unitamente ai militari dell'Arma del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari. Oggetto, la seconda parte dell'operazione «Angeli e demoni», che aveva già portato all'arresto di una banda di 12 persone, dedita al furto di oggetti sacri e opere d'arte trafugate in chiese, santuari e conventi di Basilicata, Puglia, Campania, Abruzzo e Molise. Le stesse persone ora dovranno rispondere anche all'accusa di riciclaggio. In pratica, sono stati emanati nuovi mandati di custodia cautelare. «Star» della giornata un piccolo dipinto ad olio del 1600, raffigurante una probabile effigie di San Nicola, del valore di 50mila euro. È forse l'opera d'arte di maggior pregio sequestrata e mostrata dal tenente colonnello Vito Pizzarelli, unitamente al maggiore Vito Di Girolamo, al tenente Francesco Antico, nonché al responsabile del Nucleo tutela del Patrimonio di Bari, capitano Michele Miulli. Nella stessa occasione, è stato precisato che la Procura di Foggia, competente per territorio delle indagini, ha convalidato sette misure di ordinanza cautelare in carcere e cinque domiciliari nei confronti delle 12 persone già raggiunta da analogo provvedimento emesso il 10 ottobre scorso dalla Procura di Matera. Le misure del Tribunale di Foggia sono state emesse per i reati associativi di furto e riciclaggio dal giudice per le indagini preliminari Lucia Navazio, su richiesta del pubblico ministero Ludovico Vaccaro. Le persone arrestate, tutte di Foggia, sono Antonio Calabrice, di 52 anni, Maria Procaccini (33), Angelo Calabrice (54), Michele Procaccini (30) e Vincenzo Piscopo (75). La misura degli arresti domiciliari venne disposta per Gaetano Piscopo (52 anni), Veronica Calabrice (22), Daniela Pelosi (24), Michele Paoloantonio (44), tutti di Foggia; Giovanni Mammolino (38), di Lucera (Foggia), Gino Balena (53), di Cesena, e un cittadino tunisino, Hassen Harchani, di 25 anni. A questo punto, tutto il materiale posto sequestro dalle forze dell'ordine (reperti sono stati in parte rintracciati a Gonzaga, in provincia di Mantova, e a Norcia, in provincia di Perugia), saranno oggetto di una speciale esposizione permanente sul sito internet dell'Arma. È un metodo pratico e rapido, messo a punto in modo che chiunque abbia denunciato il furto di un oggetto d'arte, in tempo reale, può avviare una verifica e, chissà, probabilmente recuperare ciò che forse considerava ormai irrimediabilmente perso. Magari anche una «Sindone» dipinta su un sacco di iuta, risalente al Settecento, oppure una «resa» d'argento a sbalzo ex voto di epoca più recente, un cane ligneo che accompagnava una statua di S.Vito, due angioletti «riciclati» con un restauro recente, forse trafugati da una chiesa della provincia di Potenza. Ma è chiaro che ci sono anche oggetti che, ogni probabilità, sono stai sottratti furtivamente ai loro legittimi proprietari, in appartamenti di privati. Non sarà un'operazione semplice la classificazione di un campionario così vasto. Del resto, in questa operazione abbastanza complessa sono coinvolte a livello d'indagini anche altri comandi dell'Arma che spesso e volentieri hanno individuato in fiere specialistiche, mercatini, negozi d'antiquariato gli ambiti in cui avviene la svendita dopo il saccheggio di un patrimonio collettivo che non di rado risulta privo di una catalogazione, non è inventariato neppure a livello fotografico. Per il riconoscimento di eventuali opere rubate, in questo momento, l'invito a contattare i carabinieri è rivolto specialmente ai parroci. Non a caso sono risultate le chiese prive difese di allarme le più colpite dalla «banda dei dauni».

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