Canfora, Settis e il dilemma del Papiro

Canfora, Settis e il dilemma del Papiro
Luciano Canfora - Beppe Sebaste
27 ottobre 2006, L’Unità

Caro Direttore,
leggo con diletto, anche se con lieve ritardo, ne «l'Unità» di domenica scorsa la interessante riflessione di Benedetto Marzullo, notevolissimo grecista nel nostro firmamento culturale. Ciò che invece mi sorprende, nelle frasi di contorno dell'intervistatore, è il seguente riferimento: «la polemica assai velenosa di Luciano Canfora contro Salvatore Settis a proposito del papiro di Artemidoro». Poiché «l'Unità» il 17 settembre scorso ha pubblicato un eccellente servizio firmato dal Furina, che metteva in chiaro i termini della discussione scientifica avviata dal "Corriere della sera" il 14 dello stesso mese, mi pare giusto rettificare l'infelice espressione stampata domenica scorsa, proprio sulle pagine de "l'Unità".
I fatti sono facili da ricostruire:
1. Il fascicolo 64 dei "Quaderni di storia" (Dedalo Edizioni) ha pubblicato all'inizio di settembre vari interventi testuali e iconografici sul cosiddetto "papiro di Artemidoro". Ciò è stato possibile grazie alla sontuosa mostra dedicata al papiro nella città di Torino dal febbraio al maggio scorso; e inoltre dal non meno sontuoso e ricco di illustrazioni catalogo intitolato "Le tre vite".
2. Il 14 settembre il "Corriere della Sera" ha ritenuto di dedicare un servizio a tale fascicolo. In quel servizio è compresa un'intervista a me nella quale non ho mai fatto il nome del collega prof. Settis.
3. A seguito di questa intervista il prof. Settis ha ritenuto di esprimersi in modo vivacissimo dalle colonne del quotidiano "La Repubblica" (16 settembre).
4. Il "Corriere della Sera" mi ha chiesto un commento che soltanto un inesperto potrebbe definire "polemica assai velenosa": trattasi invece di un proseguimento della discussione scientifica, per parte mia tenuta sempre sul tono pacato, a mio avviso l'unico confacente al progresso degli studi.
5. Un nuovo intervento del Settis è apparso sulla "Repubblica" il 22 settembre, anche questo molto vivace.
6. Il giorno dopo, nel "Corriere della Sera", ho dovuto precisare alcuni dettagli, non privi di interesse nell'ambito di questa ricerca filologico-geografica.
Non è dunque difficile comprendere che, se di polemica deve parlarsi, essa non è venuta certo da me. Quanto al veleno, si proceda ad analisi chimiche adeguate. Suggerisco il laboratorio di Brescia e quello di Daresbury (presso Liverpool). Peraltro, vi è sempre un residuo positivo nelle cose, anche nelle peggio riuscite. Infatti, questo modesto episodio mi appare, a suo modo, molto istruttivo: direi in primis per quel che attiene alla costruzione delle notizie. Grande tema, che ha sempre appassionato gli storici e che occupa gran parte del mio lavoro filologico. Questa precisazione mi sembra doverosa soprattutto per i lettori de l'Unità, ai quali il quotidiano destinò lo scorso 17 settembre un così bel servizio. Con molta cordialità.
Luciano Canfora

A proposito dell'aggettivo con cui ho frettolosamente definito la polemica del professor Canfora con Salvatore Settis, ricordo che lo stesso Canfora nel suo citato intervento del 23 settembre, e raccogliendo il suggerimento di Salvatore Settis, ha scritto che non è possibile «discutere particolari tecnici attraverso i giornali». L'oggetto della polemica è la traduzione e la ricostruzione del Papiro di Artemidoro, il cui greco, a dire di Canfora, è «strano». Una semplice avvertenza ai lettori: il Papiro di Artemidoro non è stato ancora pubblicato. E questa è una notizia.
Beppe Sebaste

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