Tornano a risplendere gli affreschi di Spello. Tra aneddoti e oggetti misteriosi

Corriere della Sera 6.2.08
Gioielli ritrovati Il racconto della vita di Cristo dipinto per celebrare la potenza della famiglia Baglioni
E nella Cappella spuntarono gli Ufo
Tornano a risplendere gli affreschi di Spello. Tra aneddoti e oggetti misteriosi
di Stefano Bucci

Per qualcuno è «soltanto» uno dei tanti, grandi cicli rinascimentali dell'Umbria: gli affreschi con la vita di San Francesco a Montefalco dipinti da Benozzo Gozzoli (che a loro volta si ispirano a quelli di Giotto ad Assisi); le storie della Vergine nel Duomo di Spoleto nella raffigurazione che ne fece Filippo Lippi; la Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto firmata da Luca Signorelli (quella con l'Apocalisse); il Collegio del Cambio di Perugia «illustrato» con i Trionfi e le Allegorie delle Virtù dal Perugino.
La Cappella Bella (o Cappella Baglioni) nella Chiesa di Santa Maria Maggiore di Spello, alle estreme pendici del Monte Subasio, è di fatto un gioiello dell'arte rinascimentale (realizzato nel 1501) che la mostra dedicata al Pintoricchio in qualche modo restituisce al pubblico, visto che per lungo tempo l'ingresso alla cappella è stato vietato (per motivi di sicurezza e di stabilità) e la visione consentita soltanto dal-l'esterno, attraverso una fredda parete di plexiglas. Per la celebrazione del 550esimo anniversario di Pintoricchio, un allestimento temporaneo e un impianto di illuminazione permanente, garantisce finalmente la possibilità di vedere dal vivo gli affreschi, ma anche la necessaria protezione del pavimento in maioliche di Deruta risalente al 1516.
Tecnicamente la costruzione risale al XII secolo e, secondo la tradizione, sarebbe stata eretta sulle rovine di un tempio sacro a Vesta e Giunone. L'interno, a navata unica, mostra sul lato sinistro la «Cappella Bella» interamente affrescata dal Pintoricchio, tra la fine dell'estate del 1500 e la primavera del 1501, su commissione di Troilo Baglioni, priore della collegiata ed esponente di primo piano della famiglia perugina (naturalmente presente tra i personaggi degli affreschi). E se il tema (la vita di Cristo) è chiaramente religioso il valore di questa cappella è in qualche modo anche politico: dopo un decennio di contrasti e lotte fratricide, i Baglioni erano riusciti a sancire la propria supremazia sulla cittadina umbra, sconfiggendo definitivamente il ramo cadetto.
La «vivacità cromatica, la freschezza narrativa nel rigore dell'impianto, i giochi di luci provocati dal riverbero del pavimento maiolicato » hanno universalmente trasformato la Cappella Baglioni nella «Cappella Bella». Sulle pareti sono dipinti a sinistra l'Annunciazione, con gustosi episodi di vita quotidiana in lontananza; in fondo l'Adorazione dei pastori, con la Cavalcata dei Magi che si snoda in secondo piano, a destra la Disputa di Gesù con i dottori. Nella volta sono affrescate le Sibille (Tiburtina, Eritrea, Europea, Samia). Il tutto in un susseguirsi di scene, impostate secondo le regole della prospettiva quattrocentesca ma con un incredibile (e affascinante) gusto per il dettaglio (dagli abiti alle acconciature, dai fiori alle piante), per l'aneddoto e per il colore (squillante, puro, prezioso). Nella «Cappella Bella» qualcuno ha voluto leggere «un'esplicita risposta» alla decorazione del Collegio del Cambio che il Perugino aveva condotto a termine pochi mesi prima a Perugia. Un gioco concorrenziale tra i due più grandi artisti della pittura perugina e se il Vannucci si era dipinto in un finto quadretto in trompe-l'oeil, in una posa assolutamente frontale, col cipiglio di un autoritario capobottega, Pintoricchio risponde a Spello, utilizzando lo stesso espediente illusionistico, presentandosi col volto girato di tre quarti, dai lineamenti scavati, come sofferente per gli eterni malanni che lo tormentavano, ma con l'espressione lievemente sfuggente, interrogativa e decisamente fiera della sua opera. Ma non solo.
In quella Cappella qualcuno ha voluto identificare addirittura dei segnali di vita da un altro pianeta, dei veri e propri alieni.
Sparsi nel cielo, tra i cipressi oppure oltre il profilo delle montagne. Ad esempio, nell'adorazione di Gesù Bambino (accanto a Gesù Bambino, gli angeli, Maria e Giuseppe, il bue e l'asino, i pastori in adorazione) compare effettivamente una sfera non proprio regolare, di color grigio chiaro e dall'aspetto metallico, «che sembrerebbe emanare una certa luminosità, testimoniata dai trattini di colore giallo-arancio che circondano l'immagine». Sarebbero delle lingue di fuoco «più marcate nella parte inferiore, quasi a delineare il moto ascensionale dell'oggetto». Insomma nella «Cappella Bella» Pintoricchio avrebbe addirittura trovato il modo di mostrarci gli

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