Laici e cattolici, è scontro sulla “carta dei medici”

Laici e cattolici, è scontro sulla “carta dei medici”
Il Messaggero del 4 febbraio 2008, pag. 3

di Fabrizio Rizzi
Con una pioggia di adesioni, in particolare dal centrodestra, sul documento dei professori romani a sostegno della rianimazione di un feto prematuro se mostra segni di vita, si riapre lo scontro sull’aborto. E di conseguenza sulla legge 194 che tutela l’interruzione di gravidanza. L’Udeur sostiene che va aggiornata, «non è pensabile che dopo tanti anni debba essere intoccabile». Nel centrosinistra, malgrado prevalga cautela e preoccupazione, da parte di Rosy Bindi e Turco, si risponde con toni forti, come quelli di Angius, Socialisti, che parla di aggressione. Per Paola Binetti «ogni vita ha un valore irrinunciabile. Il diritto di essere nato dà il diritto di essere rianimato, si chiede al Parlamento di assumere una condizione diversa della 194».
Nel giorno in cui anche il Papa fa sentire la sua voce a difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, una dura contestazione alla senatrice del Pd, Paola Binetti, e a Giuliano Ferrara, direttore del «Foglio», è il riflesso delle polemiche, in seno alla società civile, sui temi eticamente sensibili. Al grido di «Vergogna, vergogna», un gruppo di 60 attivisti, tra cui molte donne, favorevoli alla 194 (aderenti a Cgil, Uil, alle associazioni ”Facciamo breccia”, ”Arcobaleno” e ”Cir di Roma”), ha bersagliato i due esponenti politici mentre stavano entrando nella sala conferenze dell’aula «Pacis» di Cassino, dove era in programma un convegno sulla trentesima ”Giornata della vita”. Non ci sono stati incidenti o altro, i manifestanti hanno lanciato pesanti slogans.
Se il presidente della Camera, Bertinotti, di fronte alle parole del Papa ha detto di avere «rispetto e distanza», Ferrara, al convegno di Cassino, ha ribadito le ragioni del documento dei cattedratici romani («Ognuno ha diritto alla vita dal concepimento alla morte, questa è la moratoria, è uno scandalo che faccia notizia il documento di Roma»). Nel centrodestra si sottolinea, più che altro, l’aspetto scientifico in coerenza con le posizioni antiabortiste. Come dice Alfredo Mantovano, An, «i neonatologi confermano che la scienza è al servizio della vita». Maria Burani Procaccini, Forza Italia, chiede di intervenire con «una commissione d’inchiesta» per valutare «i tentativi subdoli di bypassare la legge 194». Lorenzo Cesa, Udc, sostiene che «un Paese che vuole aprirsi al futuro non può che difendere la vita fin dal suo concepimento». Per Riccardo Pedrizzi, An, il documento dimostra anche, come «la contrapposizione tra scienza ed etica cattolica sia una forzatura di chi vuole alimentare guerre di religione per motivi politici ed ideologici». E dimostra anche che spesso «medici e autorità ecclesiastiche si muovano con identica visione». Massimo Polledri, Lega, ritiene che nella «prossima legislatura» il tema della vita «sarà al centro di un’agenda etica». Secondo Carlo Casini, «a nessuno è permesso minimizzare il dramma, umano ma anche professionale, del medico che si trova di fronte, sul tavolo operatorio, un prematuro che emette piccoli gemiti e nelle cui vene si vede pulsare il sangue».
Nel centrosinistra, voci di «profondo sdegno» vengono da Angius («per l’aggressione alla legge 194 perpetrata dalle gerarchie vaticane e da gruppi contigui») e dalla radicale Rita Bernardini. Quest’ultima, osserva che «non spetta ai medici prolungare la vita» e vede il rischio di trascinare l’Italia «verso quel modello liberticida che è lo stato islamico». Il ministro Rosy Bindi, chiede l’applicazione della legge, ma se «un medico laddove ravvisa la possibilità di vita, deve fare di tutto per non interromperla. Rinvio al dibattito medico-scientifico, al fine di fare chiarezza. Se il feto dà segni di vita, non si può non accompagnare questo segnale. Se il bimbo vive, la madre deve scegliere se lo riconosce, altrimenti si apre l’adozione».

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